Accordo fatto tra Consiglio Ue e Parlamento europeo sul futuro regolamento per i motori endotermici Euro 7, nell’ambito del Trilogo, il negoziato legislativo interistituzionale che rappresenta l’ultima tappa dell’intero iter iniziato poco più di un anno fa con la proposta, molto ambiziosa, della Commissione europea. Per quanto riguarda autovetture e furgoni, i negoziatori hanno deciso di mantenere i limiti delle emissioni di gas di scarico e le condizioni di prova valide per i motori Euro 6.
Acea soddisfatta
La decisione dei negoziatori ha intascato il commento positivo dell’Acea, l’associazione guidata da Luca De Meo a cui fanno capo i principali produttori auto europei. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha parlato di un «accordo di buon senso» e di un successo per l’Italia, in grado di «salvaguardare la filiera dell’automotive, uno dei pilastri del Made in Italy».
I nuovi limiti
Il Regolamento prevede, per bus e truck, limiti più severi per le emissioni di gas di scarico misurate in laboratorio (limite di NOx a 200 mg/kWh) e in condizioni di guida reali (limite di NOx a quota 260 mg/kWh), pur mantenendo le attuali condizioni di prova previste dal Regolamento Euro VI. E riguarda non soltanto i gas di scarico – CO2 esclusa – ma anche le emissioni del sistema frenante e pneumatici. In questo ambito il testo fissa l’obiettivo di riduzione delle emissioni di particelle frenanti (PM10) per auto e furgoni a 3 mg per chilometro per i veicoli elettrici, a 7 mg/km per i veicoli a motore e per gli ibridi, mentre per i furgoni la soglia sarà di 11 mg/km.
Il testo al centro dell’accordo fissa inoltre requisiti minimi di durata delle batterie nelle auto elettriche e ibride – 80% fino a cinque anni di vita o 100mila chilometri e 72% fino a otto anni per le auto, 75% dall’inizio del ciclo di vita a cinque anni o 100mila km e 67% fino a otto anni per i commerciali leggeri.
I prossimi passi
Parlamento e Consiglio dovranno approvare formalmente l’accordo, prima che diventi esecutivo. A quel punto il nuovo regolamento si applicherà 30 mesi dopo la sua entrata in vigore per le autovetture e i furgoni e 48 mesi dopo per autobus, autocarri e rimorchi. Il termine fissato sarà il primo luglio del 2030 per i veicoli costruiti da costruttori di piccole serie.
Per l’Acea, l’accordo sul nuovo Regolamento Euro 7 «segna un’importante pietra miliare nel primato mondiale dell’Europa nella definizione di standard di emissione per automobili, furgoni, camion e autobus e fornisce certezza di pianificazione per il futuro». I produttori europei difendono «gli enormi progressi compiuti dai produttori europei di veicoli nella riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto su strada», visto che tra la prima normativa Euro e la prima versione Euro 6, le emissioni sono state ridotte di oltre il 90%.
Inoltre ribadiscono un punto: i maggiori miglioramenti per la qualità dell’aria saranno ottenuti sostituendo i veicoli più vecchi in circolazione. Se da un lato l’accordo ha depotenziato gli ambiziosi propositi della Commissione europea virando su obiettivi più realistici per i produttori, dall’altro però la stessa Acea ribadisce come molte delle nuove disposizioni «comportino sfide tecniche e di investimento significative in un momento cruciale della trasformazione della mobilità a emissioni zero». Più severo invece il commento di Clepa, l’associazione che riunisce i componentisti europei e che aveva espresso sostegno per la proposta, più ambiziosa, della Commissione Europa, tanto che ieri in una nota il segretario generale Benjamin Krieger ha chiosato: «Una maggiore ambizione sarebbe stata tecnicamente ed economicamente fattibile».