Che cosa succederà nelle scuole italiane il prossimo 27 gennaio? Il rischio che si rischia è di trasformare il ricordo dell’Olocausto nell’auspicio di qualche sua replica su scala minore «dal fiume al mare»
Il tempo rimasto non è molto e quindi è bene farlo al più presto. Per prendere atto di un problema: che cosa succederà nelle scuole italiane il prossimo 27 gennaio? In quella data, com’è noto, si celebra la «giornata della memoria» in ricordo delle vittime della Shoah, e da sempre il centro della commemorazione è nelle aule scolastiche. Dove per l’appunto è ormai tradizione che venga invitato a parlare qualcuno (fino a qualche tempo fa un «testimone»: oggi per ovvie ragioni non più disponibile). Fino ad oggi il tutto si è perlopiù svolto in un’atmosfera di frigida ufficialità, con gli studenti perlopiù annoiati ad ascoltare ogni anno l’oratore di turno, inevitabilmente sempre con gli stessi argomenti, sempre con le stesse parole. Dando ragione, mi permetto di aggiungere, a chi come chi scrive si è detto sempre convinto dell’assoluta inutilità di una simile giornata. Il cui felice effetto, peraltro, in termini di simpatia e solidarietà verso il popolo ebraico si è visto bene quale sia stato in questi mesi, nelle vie e nelle piazze di tutta Italia coperte dallo sventolio di migliaia di bandiere dei nemici d’Israele.
Se tanto mi dà tanto è dunque fin troppo facile immaginare che cosa succederà il prossimo 27 gennaio: un’occasione troppo ghiotta perché il «palestinismo scolastico» (copyright Il Foglio) — condiviso tra l’altro da non pochi insegnanti — se la lasci scappare. Perché esso non cerchi, cioè, di trasformare il ricordo dell’Olocausto nell’auspicio di qualche sua replica su scala minore «dal fiume al mare». Con tutta la sceneggiatura del caso: cortei di protesta nei corridoi delle scuole, interruzioni delle cerimonie, richieste di interventi «alternativi», fino all’immancabile «occupazione».
Evito di fare qualunque proposta perché le cose non vadano così, ma bisogna sapere che andranno senz’altro così se non si penserà a come cercare di evitare questo autentico stupro della memoria.
