16 Novembre 2025

Crescita zero nel terzo trimestre del 2025, dopo la contrazione dello 0,2% nei tre mesi precedenti

La Germania schiva di un soffio la recessione tecnica, ma non può certo accontentarsi della stagnazione della sua economia, che si trascina anche nel terzo trimestre del 2025.
Dopo la contrazione dello 0,2% nel periodo aprile-giugno (dato corretto al rialzo dal -0,3% inizialmente stimato), il Pil tedesco si è fermato sulla linea di galleggiamento, nella lettura preliminare dell’istituto di statistica Destatis (30 ottobre). Salvo correzioni quando arriverà la stima definitiva, il dato permette di allontanare la ricaduta nella recessione tecnica (flessione per due trimestri consecutivi).
A fare la differenza sono stati gli investimenti del settore privato, soprattutto nelle attrezzature, che hanno sostenuto l’attività economica, mentre le esportazioni hanno registrato una flessione.

La ripresa può attendere
Per vedere una effettiva ripresa della prima economia dell’Eurozona, bisognerà ancora aspettare. Da un lato, servirà una schiarita più decisa sul fronte del commercio internazionale o quantomeno una stabilizzazione e l’adattamento delle imprese al nuovo contesto. Dall’altro lato, l’effetto trainante delle politiche di spesa decise dal Governo di Friedrich Merz comincerà a farsi sentire solo nei prossimi mesi, più probabilmente a partire dal 2026. «Non si prevede che il pacchetto fiscale del Governo tedesco darà impulso all’economia prima del prossimo anno», ha ribadito Jörg Krämer, capo economista di Commerzbank, secondo il quale l’impulso alla crescita comunque «non sarà sostenibile a causa della mancanza di riforme strutturali».
Il Pil del terzo trimestre, inoltre, è inferiore alle attese dei principali istituti economici tedeschi, che nella loro analisi congiunta, avevano indicato una crescita dello 0,2%. E sull’ultima parte dell’anno potrebbero pesare le recenti difficoltà causate all’industria, in particolare quella già in crisi dell’auto, dalla carenza di chip, in seguito alla stretta decisa dalla Cina sull’esportazione di terre rare.

L’autunno delle riforme
Nella sua analisi mensile della situazione congiunturale, l’Istituto tedesco per la ricerca economica (Diw di Berlino) ha ravvisato un netto peggioramento. Nella nota diffusa il 29 ottobre, si evidenzia che «molte aziende sono probabilmente ancora scettiche sul fatto che «l’autunno delle riforme annunciato dal Governo federale diventi qualcosa di concreto».
La Germania ha ormai messo in fila 14 trimestri consecutivi di crescita bassa, nulla o in contrazione. Il Pil è al livello del 2019, con l’economia praticamente ferma da sei anni.
Qualche segnale positivo c’è: l’indice Pmi è salito a ottobre in modo significativo e la fiducia delle imprese, misurata dall’indice Ifo, è salita (a 88,4 punti, da 87,7 di settembre). Le difficoltà tra i partner di coalizione, Cdu-Csu ed Spd, possono però rovesciare il quadro molto rapidamente.
Per il 2025, il Governo tedesco si aspetta un aumento dello 0,2%, dopo due anni di contrazione. La previsione è in linea con quella del Fondo monetario internazionale.

A.N.D.E.
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