10 Novembre 2025
donne afghanistan

Per 48 ore in tutto il Paese il capo supremo dei talebani ha ordinato di «prevenire il vizio» e favorire la «moralità pubblica» tagliando completamente la connessione Internet. per le donne la Rete è l’unica possibilità per seguire lezioni online; l’unico sguardo aperto sul mondo; l’unica possibilità di comunicare con più persone contemporaneamente attraverso i gruppi di whatsapp

Non hanno e non hanno mai avuto folle oceaniche a difenderle. In questi tempi mobilitazioni di piazza, per loro l’Occidente non ha né slogan da urlare né bandiere da sventolare. Il loro unico punto di luce è l’aiuto di alcune (poche) lodevoli organizzazioni umanitarie che provano a tenere acceso nelle loro vite il concetto di resistenza. E resistono eroicamente, le donne afghane. Resistono alla non-vita nella quale i barbuti del governo talebano tentano in ogni modo di relegarle.L’ultima spaventosa spinta verso il burrone è di pochi giorni fa. Per 48 ore in tutto il Paese il capo supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, ha ordinato di «prevenire il vizio» e favorire la «moralità pubblica» tagliando completamente la connessione Internet.Niente siti, informazione, contatto con il mondo. Niente social, niente whatsapp. Per tutti, ma soprattutto per le donne, che a differenza dei maschi sono già private della libertà e del diritto di parola, di emancipazione, di lavoro, di istruzione, di movimento (sono obbligate ad avere un «mahram», un guardiano maschile, per spostamenti anche brevi).
L’Afghanistan è il solo Paese al mondo a vietare la scuola alle ragazze oltre i 12 anni. E la Rete, dunque, è per loro l’unica possibilità per seguire lezioni online; l’unico sguardo aperto sul mondo; l’unica possibilità di comunicare con più persone contemporaneamente attraverso i gruppi di whatsapp. Adesso, dopo quelle 48 ore di stop, sanno che cos’è l’isolamento assoluto. Una specie di prova tecnica di malvagità per gli uomini che le opprimono dai vertici del potere politico, religioso, giudiziario, e che temono la scuola — il sapere che costruisce libertà — più di ogni altra cosa. Nessuno sa se e quando la «moralità pubblica» verrà di nuovo difesa a colpi di oscurantismo.
Il provvedimento drastico preso l’altro giorno ha bloccato i sistemi bancari, ha creato caos nei trasporti, alle dogane, nelle transazioni economiche… Quando hanno ripristinato tutto, nella capitale la gente è scesa in piazza a festeggiare e commentare la felicità ritrovata. Non le donne, ovviamente. Che non possono esultare e parlare liberamente in pubblico. Una repressione di genere per noi inimmaginabile. Sognare non costa nulla. E allora io sogno che per loro, e per tutte le donne che i regimi vogliono oppresse, da questa parte del mondo si scenda in piazza a milioni a reclamare diritti necessari.

A.N.D.E.
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