16 Novembre 2025

Dopo l’approvazione del Dpb, il testo tornerà sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì 17. Taglio Irpef dal 35% al 33%, 9 miliardi nel triennio

È durato poco meno di due ore il consiglio dei ministri con all’ordine del giorno il decreto legge economia, un’informativa sul Documento programmatico di bilancio 2026 e l’illustrazione delle linee della manovra 2026 il cui valore sale dai precedenti 16 a 18 miliardi. Tra le misure la proroga per il 2026 alle stesse condizioni previste per l’anno 2025 dei bonus per ristrutturazioni edilizie, la revisione Isee con intervento sul valore della casa, un intervento di 2 miliardi per adeguare salari a costo della vita con uno stanziamento complessivo nel triennio di circa 3,5 miliardi per la famiglia e il contrasto alla povertà. Previsto anche il taglio dell’Irpef con la riduzione della seconda aliquota Irpef che dall’attuale 35% passerà al 33% «con uno stanziamento nel triennio pari a circa 9 miliardi». Ma nella messa a punto definitiva del testo potrebbe entrare anche l’aumento da 40 a 60 euro al mese del bonus mamme e la conferma della social card “Dedicata a te”.
Per le imprese la legge di bilancio favorirà gli investimenti in beni materiali attraverso la maggiorazione del costo di acquisizione valido ai fini del loro ammortamento, per un valore complessivo di 4 miliardi. Saranno presenti nel triennio il credito d’imposta per le imprese ubicate nelle zone economiche speciali (Zes) e, nella misura di 100 milioni nel triennio 2026-2028, per le zone logistiche semplificate (Zls).Alla sanità la manovra garantirà, oltre ai rifinanziamenti per l’anno scorso della scorsa Legge di bilancio, pari a oltre 5 miliardi per il 2026, a 5,7 miliardi per il 2027 e a quasi 7 miliardi per il 2028, 2,4 miliardi per il 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo. Nella manovra ci sarà anche la pace fiscale per tutto il 2023. Lo confermano da fonti di governo spiegando che la cosiddetta rottamazione sarà selettiva, come aveva spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nei giorni scorsi. Prevista l’esclusione di chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi. Ci saranno anche iniziative «sulle pensioni (aspettativa di vita)» specifica in una nota aggiuntiva il Mef.
Sul fronte delle coperture «oltre agli effetti di miglioramento del quadro di finanza pubblica – informa una nota del ministero dell’Economia – anche dovuti alla rimodulazione del Pnrr, concorrono al finanziamento della manovra, sul versante delle entrate, le risorse reperite a carico degli intermediari finanziari e assicurativi e, dal lato della spesa, interventi sugli stanziamenti di bilancio». Il contributo da banche e assicurazioni dovrebbe ammontare a circa 4,5 miliardi.

Giorgetti: manovra delineata, venerdì i particolari
«Abbiamo approvato il Dpb, c’è una scadenza perentoria che è quella del 15 ottobre per mandarlo a Bruxelles. Venerdì lo definiremo nei particolari» ha detto Giorgetti, intervenendo al forum di Coldiretti, sottolineando che «la prospettiva è abbastanza delineata». «Prima di allocare le risorse per gli altri ministri che anche oggi hanno fatto le loro richieste, parto da meno 80 miliardi che sono gli interessi che devo pagare» sottolineato il ministro dell’Economiaspiegando che «bisogna fare debito buono, c’è una responsabilità nel creare debito e questo governo è tornato in avanzo primario». Poi ha risposto con una attuta ai cronisti: «Papa Leone ha fatto il miracolo» sulla manovra.
«Il governo – ha detto ancora Giorgetti – vuole continuare a fare la propria parte nel rilancio della domanda interna, sostenendo il potere d’acquisto con la riduzione della pressione fiscale sul ceto medio quindi con l’annunciata riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33%, ma anche con un incentivo forte al rinnovo dei contratti di lavoro, perché pensiamo che questo stimolo possa produrre come conseguenza anche un riconoscimento salariale che in qualche modo si tradurrà in domanda e consumi».

Abi: sì a contributi concordati banche in più anni
Intanto il comitato esecutivo dell’Abi «ha approvato all’unanimità di proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell’economia e per la solidarietà sociale». Lo si legge in una nota dell’associazione in merito al contributo chiesto dal governo alle banche nella manovra finanziaria.

Il Documento programmatico di bilancio (Dpb)
Dopo l’approvazione delle tabelle della legge bilancio, il cosiddetto Dpb (da mandare a Bruxelles entro 15 ottobre) e l’illustrazione delle linee della manovra, il testo della manovra andrà in Cdm il 17 ottobre.
Il vertice di maggioranza di domenica sera a casa della premier Giorgia Meloni non sarebbe stato stato risolutivo, come già il precedente. E in ambienti di maggioranza si riferisce di una situazione ancora “interlocutoria”. La manovra “non è chiusa”, aveva confermato lunedì 13 ottobre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti incontrando a Palazzo Chigi le imprese. Dalle organizzazioni datoriali e di categoria arrivano molte sollecitazioni, dalla riduzione del peso fiscale sul ceto medio alla detassazione delle tredicesime, fino a transizione 5.0.

Il grido di allarme delle imprese
Un grido d’allarme lo lancia Confindustria, preoccupata perché da gennaio terminano tutti gli incentivi e «l’industria italiana è nuda». Alla manovra “manca la parola crescita”, tuona da Milano il presidente degli industriali Emanuele Orsini. Al Mef intanto si lavora per chiudere il menù delle misure. Sapendo che la coperta è corta e che non tutti – associazioni, ma anche forze politiche – potranno essere accontentati.

A.N.D.E.
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