1 Novembre 2024
Sergio Mattarella2

Il presidente della Repubblica ha aperto a Trieste i lavori della 50° Settimana Sociale dei Cattolici in Italia

«Ci soccorre Bobbio quando ammonisce che non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti “in nome del dovere di governare”. Una democrazia “della maggioranza” sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione, per la confusione tra strumenti di governo e tutela della effettiva condizione di diritti e di libertà». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato ha aperto i lavori della 50° Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.

«No all’assolutismo di Stato, coscienza dei limiti»
«Tosato – ha continuato Mattarella – contestò l’assunto di Rousseau, in base al quale la volontà generale non poteva trovare limiti di alcun genere nelle leggi, perché la volontà popolare poteva cambiare qualunque norma o regola. Lo fece con parole molto nette: “Noi sappiamo tutti ormai che la presunta volontà generale non è in realtà che la volontà di una maggioranza e che la volontà di una maggioranza, che si considera come rappresentativa della volontà di tutto il popolo può essere, come spesso si è dimostrata, più ingiusta e più oppressiva che non la volontà di un principe”. Un fermo no, quindi, all’assolutismo di Stato, a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice. La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile di leale e irrinunziabile vitalità democratica».

«Democrazia una bandiera, da non mortificare»
«Democrazia. Parola di uso comune, anche nella sua declinazione come aggettivo. È ampiamente diffusa – ha continuato il Capo dello Stato -. Suggerisce un valore. Le dittature del Novecento l’hanno identificata come un nemico da battere. Gli uomini liberi ne hanno fatto una bandiera. Insieme una conquista e una speranza che, a volte, si cerca, in modo spregiudicato, di mortificare ponendone il nome a sostegno di tesi di parte». «Alexis de Tocqueville affermava che una democrazia senz’anima è destinata a implodere, non per gli aspetti formali naturalmente, bensì per i contenuti valoriali venuti meno».

«L’alito della libertà è diritto all’opposizione»
«Intervenendo a Torino, alla prima edizione della Biennale della democrazia, nel 2009, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolgeva lo sguardo alla costruzione della nostra democrazia repubblicana, con la acquisizione dei principi che hanno inserito il nostro Paese, da allora, nel solco del pensiero liberal-democratico occidentale. Dopo la “costrizione” ossessiva del regime fascista – ha ricordato Mattarella – soffiava “l’alito della libertà”, con la Costituzione a intelaiatura e garanzia dei diritti dei cittadini. L’alito della libertà anzitutto come rifiuto di ogni obbligo di conformismo sociale e politico, come diritto all’opposizione».

«Non è democrazia senza tutela diritti di libertà»
«È la pratica della democrazia che la rende viva, concreta, trasparente, capace di coinvolgere – ha aggiunto il presidente della Repubblica -. Quali le ragioni del riferimento all’alito della libertà parlando di democrazia? Non è democrazia senza la tutela dei diritti fondamentali di libertà, che rappresentano quel che dà senso allo Stato di diritto e alla democrazia stessa».

«Democrazia è non violare diritti minoranze»
Il presidente ha sottolineato che «la democrazia non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento, ferma restando l’imprescindibilità della definizione e del rispetto delle “regole del gioco”. Perché – come ricordava Norberto Bobbio – le condizioni minime della democrazia sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze».

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