La premier: «Lettera con Merz e 15 leader sulle semplificazioni». Le opposizioni si presentano ancora una volta divise: Pd, M5s e Avs, che su Gaza ultimamente erano sempre riuscite ad elaborare documenti unitari, sull’Europa porteranno documenti diversi, uno per partito
«Il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre ancora una volta arriva in un frangente internazionale estremamente complesso» e l’Italia si presenta «forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana». Così la premier Giorgia Meloni che nella mattinata di mercoledì 22 ottobre è intervenuta al Senato in vista del Consiglio europeo, sottolineando che gli «indicatori economici e finanziari solidi la rendono apprezzata dagli analisti e attrattiva per gli investitori».
In Aula, accanto alla presidente del Consiglio, il governo era quasi al completo. Vicino a Meloni, il vicepremier Matteo Salvini e i ministri Adolfo Urso (Imprese), Tommaso Foti (Affari Ue), Pichetto Fratin (Ambiente), Roberto Calderoli (Autonomie), Anna Maria Bernini (Università), Daniela Santanché (Turismo), Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione), Alessandro Giuli (Cultura) e Orazio Schillaci (Salute). L’aula era quasi al completo.
Meloni: «Piano per il Medio Oriente successo di Trump»
Per il «piano in 20 punti sulla crisi mediorientale», ha affermato Meloni, siamo «molto grati a tutti i mediatori per lo sforzo diplomatico, Egitto, Qatar e Turchia soprattutto al presidente degli Usa Donald Trump che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo».
«Pronti a partecipare a Forza per stabilizzare Gaza»
«Dal punto di vista della sicurezza siamo pronti a partecipare a una eventuale Forza internazionale di stabilizzazione e a continuare a sostenere l’Autorità nazionale palestinese nell’addestramento delle sue forze di polizia e nel rafforzamento delle loro capacità operative». Così Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, parlando di Gaza. «Dobbiamo ancora definire i dettagli del nostro contributo, ma – ha aggiunto – ritengo fin d’ora opportuno un passaggio parlamentare su queste materie e avremo quindi modo di approfondire insieme. E sono certa che, trattandosi di contribuire realmente e concretamente alla pace in Medio Oriente, tutte le forze in Parlamento non mancheranno di dare il loro sostegno convinto».
«Palestina senza Hamas condizione per riconoscimento»
«Hamas – ha chiarito – deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale. Abbiamo avuto, anche in questi giorni, prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti degli stessi palestinesi, in una pericolosa serie di esecuzioni sommarie che consideriamo inaccettabili. Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina, come anche da indicazione di questo Parlamento. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate».
«Pronti a aumentare carabinieri nella missione Ue a Rafah»
«Siamo pronti a contribuire con i nostri Carabinieri, già da anni presenti a Gerico, per la formazione della polizia palestinese, e nella missione Ue per Rafah, il cui numero siamo pronti ad aumentare. Lo ribadirò di persona al presidente Abbas, con cui mi sono data appuntamento a Roma per i primi di novembre», orgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.
«Troppi per interesse negano lavoro dell’Italia per Gaza»
Per Gaza, ha affermato Meloni, «l’Italia continua a svolgere un lavoro intenso che la pone al primo posto tra le nazioni occidentali ed è pronta a incrementare il suo sforzo», e «da troppe parti, soprattutto per interesse, si finge di non vederlo o si tenta di negarlo».
«Italiani distinguono fra cinismo e solidarietà vera»
Il nostro “sforzo” per Gaza, ha continuato la premier, «unico tra le nazioni occidentali fa giustizia delle troppe polemiche e menzogne ascoltate in questi mesi. E sono orgogliosa di rappresentare una nazione in cui la maggioranza dei cittadini sa ancora distinguere fra il cinismo sbandierato a favore di telecamere e la solidarietà vera e silenziosa».
Crisi in Ucraina: «Incrementare pressione su Mosca, 19esimo pacchetto sanzioni Ue»
Per quanto riguarda invece il conflitto in Ucraina, Meloni ha posto l’accento sul fatto che «per arrivare al tavolo delle trattative» serve «anche incrementare la pressione su Mosca, come stiamo facendo con il 19° pacchetto di sanzioni europee, che stiamo approvando e che contribuirà a ridurre ancora di più le risorse che Mosca può destinare allo sforzo bellico. Perché giova ripetere un concetto importante: le sanzioni economiche non sono contro il popolo russo, ma contro il regime che trasforma la ricchezza della Russia in armi e distruzione. Ogni risorsa che la Russia accumula oggi non serve a costruire scuole, ospedali o a generare lavoro, ma serve a finanziare la guerra, e la distruzione di scuole, ospedali o lavoro in Ucraina».
«Italia non invierà soldati in territorio ucraino»
«Lasciatemi nuovamente nettamente ribadire la posizione del governo – ha continuato la premier -: ciascuna nazione contribuirà agli sforzi» dei Volenterosi per Kiev ma «l’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di soldati nel territorio ucraino».
«Su asset russi rispettare diritto internazionale e tutelare Eurozona»
«È noto – ha affermato Meloni – che stiamo discutendo con i partner Ue e G7 di ulteriori possibili misure relative ai beni congelati russi, rispetto alle quali tuttavia riteniamo – e non siamo i soli – che sia necessario rispettare il diritto internazionale e il principio di legalità, tutelare la stabilità finanziaria e monetaria delle nostre economie e dell’area euro, garantire la sostenibilità di ogni passo che dovesse essere intrapreso».
«Rendere permanente flessibilità Patto stabilità per difesa»
Più in generale, secondo il presidente del Consiglio «il rafforzamento della difesa richiede soluzioni finanziarie ancora più ambiziose. Chiediamo fin d’ora di aprire un dibattito sulla possibilità di rendere permanente la flessibilità del patto di stabilità e crescita con riferimento agli investimenti in questo settore».
«Ue cambi approccio non sosteniamo legge sul clima»
«L’Italia non potrà sostenere la proposta di revisione della legge clima europea a maggior ragione se non sarà sostanziata da un vero cambio di approccio». Così la presidente del Consiglio. L’ Italia, ha sottolineato, «sostiene e continuerà a sostenere un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni ma riteniamo che il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo sia continuare a rincorrere un approccio ideologico e pertanto irragionevole che pone obiettivi insostenibili e quindi irraggiungibili” che “rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell’Unione europea».
«Bene apertura von der Leyen su biocarburanti, anche su nostra insistenza»
Secondo Meloni «dobbiamo rimanere aperti a tutte le soluzioni, come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035. Finalmente, anche grazie alla nostra insistenza su questo punto e alla nostra capacità di portare su queste posizioni altri importanti partner europei, registriamo una prima apertura da parte della Presidente Von der Leyen che, nella lettera sulla competitività inviata ai leader lunedì scorso, in previsione del Consiglio, fa esplicito riferimento a questa possibilità». «Applicare questo principio – ha continuato – significherebbe garantire la sopravvivenza del motore endotermico, alimentandolo con carburanti alternativi e sostenibili, e quindi salvare gran parte della nostra filiera dell’automotive e del gas. Un obiettivo che ci siamo posti fin dall’inizio del nostro mandato e sul quale non intendiamo arretrare».
«Lettera con Merz e 15 leader sulle semplificazioni»
Un altro fronte con la ue è quello delle semplificazioni. «Con Merz e altri 15 leader abbiamo indirizzato una lettera» a Ursula von der Leyen «per accelerare la semplificazione» in tre punti tra i quali una revisione dell’attuale normativa, «la cancellazione della regolamentazione non necessaria e il contenimento delle proposte legislative dove maggiore» è l’efficacia dell’intervento europeo. «Non è il momento di esitare ma il tempo di porre rimedio agli errori del passato».
Opposizioni divise
Le opposizioni, peraltro, si presentano ancora una volta divise: Pd, M5s e Avs, che su Gaza ultimamente erano sempre riuscite ad elaborare documenti unitari, sull’Europa porteranno documenti diversi, uno per partito. E alla base ci sarebbero sempre le differenze in materia di riarmo, migranti e sicurezza. Il vertice europeo si concentrerà in realtà anche su clima (in vista del Cop30 in Brasile) e su automotive e competitività. Tutti temi che vedono Roma marciare allineata a Berlino.
