Di certo, il post-apartheid non è stato all’altezza delle aspettative: secondo la Human Rights Commission sudafricana, il 64% della popolazione nera vive in povertà, contro l’1% di quella bianca.
Il partito di Nelson Mandela potrebbe avere perso la maggioranza assoluta nelle elezioni di ieri. È quell’African National Congress (Anc) che chiuse l’epoca dell’apartheid in Sudafrica trent’anni fa. I risultati precisi e definitivi del voto si sapranno nei prossimi giorni ma le previsioni sono concordi nel ritenere che l’Anc non supererà, per la prima volta dal 1994, il 50%: i sondaggi l’hanno dato attorno al 40-45% per mesi. Non è detto che perda il potere e non riesca a creare una coalizione nell’Assemblea Nazionale di 400 membri che voterà il futuro presidente ma potrebbe essere un cambio di stagione.
È successo che una parte consistente della popolazione non ne può più di governi che hanno lasciato correre la corruzione, creato un’economia stagnante e portato a una delle disoccupazioni peggiori al mondo. I senza lavoro sono il 32,9% della forza impiegabile (primo trimestre 2024), quota che sale a oltre il 45% tra coloro che hanno tra i 15 e i 34 anni. Nel 1994, il Pil pro capite era doppio rispetto alla media di quello dei Paesi emergenti e in via di sviluppo: oggi è un po’ inferiore, 13.080 dollari contro 13.300. Trent’anni fa, servivano 3,4 rand per un dollaro, oggi siamo a più di 18. Le disuguaglianze di reddito sono spaventose: l’indice Gini (a zero tutti uguali, a 100 tutto a un individuo solo) è a livello 63, il più alto al mondo (per dire, l’indice per l’Italia è 34,8). Durante i cinque anni della presidenza uscente di Cyril Ramaphosa — che inizialmente aveva sollevato grandi speranze — l’economia è cresciuta in tutto di meno del 2%, il peggiore risultato di tutti i maggiori Paesi emergenti. Nell’anno fiscale 2022-23 la compagnia elettrica di Stato Eskom ha effettuato blackout in 280 giorni. Non è strano che gli elettori si stiano allontanando dall’Anc. Il quale probabilmente dovrà decidere se allearsi con la sinistra marxista, favorevole a rapporti ancora più stretti con Cina e Russia, oppure con il partito di centrodestra Alleanza Democratica, filoccidentale e pro-mercato. Di certo, il post-apartheid non è stato all’altezza delle aspettative: secondo la Human Rights Commission sudafricana, il 64% della popolazione nera vive in povertà, contro l’1% di quella bianca. È forse questo il lato morale che l’Anc potrebbe considerare, prima di accusare Israele di genocidio alla Corte di Giustizia dell’Aia.