Blindati i trasferimenti nel Cpr di Gjader, sempre più ridotti i margini per i giudici

Si accende il semaforo verde per la conversione in legge del decreto Albania. Il Senato ha approvato oggi in seconda lettura il provvedimento che era stato varato il 15 maggio dalla Camera, con la fiducia posta dal governo. Obiettivo: blindare i trasferimenti dei migranti dagli interventi dei giudici.

Estesa la platea dei migranti che possono essere trasferiti
La nuova stretta amplia la platea degli stranieri che possono essere trasferiti in Albania alle persone già trattenute nei centri di permanenza per il rimpatrio presenti in Italia, destinatarie di un provvedimento di espulsione, includendo i destinatari di provvedimenti di trattenimento convalidato o prorogato. Il comma 1 del primo articolo del Dl 37/2025, intervenendo sulla legge 14/2024 che ha ratificato il protocollo Roma-Tirana del 6 novembre 2023, ha permesso di fatto la riattivazione dell’operazione, dopo che per i migranti soccorsi in acque internazionali e provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri, gli unici ai quali si potevano applicare originariamente le procedure accelerate di frontiera in Albania, i giudici avevano sempre sospeso la convalida dei trattenimenti in attesa della pronuncia della Corte di giustizia europea sulla legittimità dell’elenco dei Paesi sicuri stilato a livello nazionale.

Le modifiche apportate a Montecitorio
In commissione Affari costituzionali alla Camera era stato stato approvato il pacchetto di tre emendamenti presentati dalla relatrice Sara Kelany (Fdi) con cui governo e maggioranza hanno blindato i trasferimenti dagli interventi dei giudici. La Corte d’appello di Roma, infatti, aveva rifiutato la convalida di 18 migranti trasferiti ad aprile nel centro albanese facendoli tornare in Italia. Il motivo? Avevano presentato domanda di protezione internazionale una volta arrivati in Albania e dunque, secondo i magistrati italiani, non rientravano tra coloro che erano legittimati a restare a Gjader per svolgere le procedure di asilo.

L’assist della Cassazione
Nel mentre, però, un assist importante è arrivato dalla sentenza n. 17510 della prima sezione penale della Cassazione (si veda il Sole 24 Ore del 10 maggio), che ha fissato un principio di diritto chiaro: è legittimo il trattenimento di uno straniero nel centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania anche dopo la presentazione della domanda di protezione internazionale, perché la struttura va equiparata a tutti gli effetti ai centri italiani e la procedura d’asilo può essere svolta senza che il migrante torni in Italia.

Due motovedette in dono all’Albania
Sempre con il nuovo comma 1 il governo è autorizzato a donare all’Albania due motovedette della classe 400 Cavalieri in dotazione alla Guardia costiera e in disarmo, con contestuale cancellazione delle imbarcazioni dai registri inventariali e dai ruoli speciali del naviglio militare dello Stato.

I nuovi poteri della Direzione immigrazione del Viminale
Con il comma 2, modificato in commissione, cambia la norma sul trattenimento dei migranti nei Cpr e sull’obbligo per i questori di disporlo «per il tempo strettamente necessario presso il centro più vicino», con convalida entro 48 ore del giudice di pace, effettuando richiesta di assegnazione del posto alla Direzione centrale immigrazione del ministero dell’Interno. Con l’emendamento della relatrice, si autorizza la stessa Direzione a disporre il trasferimento anche in altro centro, senza indicare – come nota il Servizio studi di Montecitorio – i motivi per i quali farlo e senza prevedere una nuova convalida da parte del giudice di pace. Sul punto i tecnici di Camera e Senato hanno invitato a «un approfondimento».

Trattenimento in Cpr possibile anche per chi chiede asilo
Il comma 2 bis, sempre introdotto dalla Affari costituzionali, prevede che la mancata convalida del provvedimento di trattenimento per chi richiede asilo in un Cpr non preclude l’eventuale successiva adozione di un provvedimento di trattenimento, qualora ci siano fondati motivi per ritenere che la domanda d’asilo sia stata presentata solo per ritardare o impedire l’espulsione. I migranti in questi casi potranno permanere nel Cpr fino alla decisione sulla convalida del provvedimento, se è adottato immediatamente, o comunque non oltre 48 ore dalla mancata convalida.

Procedura accelerata estesa ai richiedenti asilo nel Cpr in Albania
Infine, con il comma 2-ter – sempre frutto delle modifiche presentate dalla relatrice – vengono estesi i casi in cui può essere applicata la procedura accelerata (sette giorni) di esame della domanda di protezione internazionale. Finora erano limitati a due casi: i migranti che presentavano domanda d’asilo direttamente alla frontiera o nelle zone di transito, dopo essere stati fermati per aver eluso o tentato di eludere i controlli, e coloro che provenivano dai Paesi sicuri, come stabilito dal decreto Cutro. Adesso si prevedono tempi ridotti anche nei confronti di chi, trasferito nel Cpr di Gjader, presenta domanda di asilo «al solo scopo di ritardare o impedire l’esecuzione del respingimento o dell’espulsione», e in altri casi: quando la domanda viene reiterata identica o quando viene presentata da condannato o sottoposto a procedimento penale per reati come omicidio, devastazione e saccheggio, associazioni sovversive, furto, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, oppure se è trattenuto in appositi spazi del Cpr per aver commesso crimini contro la pace o contro l’umanità o ancora se costituisce un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Entro l’anno il primo vertice intergovernativo Italia-Albania
A margine del vertice della Comunità politica europea, il 16 maggio a Tirana, la premier Giorgia Meloni e l’omologo albanese Edi Rama, appena rieletto, hanno rilanciato la collaborazione. In un dichiarazione congiunta hanno ribadito «il reciproco forte interesse a rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali e nella prospettiva dell’adesione dell’Albania all’Unione europea». I due leader hanno concordato di convocare entro l’anno in Italia il primo vertice intergovernativo Italia-Albania «per fare il punto sulla cooperazione bilaterale e concordare «ulteriori iniziative», dalla difesa alla salute, e di costituire un gruppo di lavoro congiunto per «l’approfondimento della collaborazione nel contrasto all’immigrazione irregolare e il rafforzamento delle capacità di pattugliamento in mare albanesi».

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A.N.D.E.
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