L’impegno della Commissione per uno snellimento normativo. Ci sono 5.700 professioni regolamentate in Europa, solo sette sono armonizzate a livello europeo. Ue e Stati Uniti hanno concordato di accelerare i negoziati
Le barriere interne
Dopo lo choc di venerdì con l’annuncio da parte di Trump di nuovi dazi del 50% sui prodotti Ue, è ripreso il negoziato tra Bruxelles e Washington per trovare un’intesa che ponga fine alla disputa commerciale. Ma a pesare sull’economia europea ci sono anche le barriere interne, come più volte hanno ricordato gli ex premier Draghi e Letta nei loro rapporti e ieri la premier Meloni: equivalgono, secondo il Fmi, a un dazio del 45%.
Cosa sono i dazi interni al mercato unico?
Sono le barriere normative esistenti tra gli Stati Ue che in passato sono state messe in piedi per proteggere settori della propria economia (prodotti e servizi): regimi fiscali diversi, differenti prezzi dei fattori produttivi, diverse regole per il riconoscimento dei titoli professionali e così via. Ad esempio ci sono 5.700 professioni regolamentate in Europa, solo sette sono armonizzate a livello europeo. Come ha spiegato Draghi, «le barriere interne sono un retaggio di tempi in cui lo Stato nazionale era la cornice naturale per l’azione. Ma ora è chiaro che agire in questo modo non ha portato né benessere agli europei, né finanze pubbliche sane, né tantomeno autonomia nazionale, che è minacciata dalle pressioni dall’estero».
Cosa può fare l’Ue?
La Commissione Ue ha presentato il 21 maggio scorso una strategia per smantellare le «dieci terribili barriere», per arrivare a uno snellimento normativo a livello europeo. L’obiettivo è semplificare le regole e una loro armonizzazione (standard tecnici, etichette, imballaggi, istruzioni), oltre che facilitare l’avvio delle attività, con la creazione di un 28esimo regime societario comune. I Paesi Ue tendono a limitare la libertà di circolazione dei persone e merci. Letta nel suo rapporto ha sottolineato la necessità di superare la frammentazione nei settori finanziario, energetico, delle tlc.
Cosa hanno concordato la presidente della Commissione von der Leyen e il presidente Usa Trump?
Nella telefonata di domenica con il presidente Usa Trump, avvenuta su iniziativa della presidente della Commissione von der Leyen, Ue e Stati Uniti hanno concordato di accelerare i negoziati sulle questioni commerciali e di rimanere in stretto contatto, dando un nuovo impulso per i negoziati. Si sono dati fino al 9 luglio per trovare l’intesa. Gli Usa hanno sospeso la minaccia di introdurre dazi del 50% sui prodotti Ue a partire dal primo giugno.
Che dazi ha imposto finora all’Ue la nuova amministrazione Trump?
Dal 12 marzo sono in vigore dazi del 25% su acciaio, alluminio e auto prodotti nell’Ue. Inoltre dal 2 aprile, «Giorno della Liberazione», Washington ha imposto sul 70% delle esportazioni Ue negli Usa le tariffe «reciproche»: inizialmente al 20%, Trump le ha poi abbassate al 10% per tre mesi (fino al 9 luglio) in segno di tregua. Trump ha anche minacciato nuovi dazi su semiconduttori, prodotti farmaceutici e legname.
Cosa rende difficile il negoziato?
Venerdì scorso Trump si è lamentato che i negoziati «non stavano andando da nessuna parte». Washington chiede la riduzione unilaterale delle barriere tariffarie e non tariffarie da parte dell’Ue, inclusa l’eliminazione dell’Iva sui prodotti americani e della web tax, l’esenzione dagli standard Ue. L’Unione invece punta a un accordo che sia «reciprocamente vantaggioso»: ha proposto zero dazi per entrambi sui prodotti industriali incluse le auto e i prodotti agricoli non sensibili come la soia, oltre a forme di collaborazione. Ora la Commissione, secondo Bloomberg, nel negoziato si concentrerà sui settori critici e sulle barriere tariffarie e non tariffarie collegandole al lavoro di semplificazione normativa che sta già portando avanti.