Fonte: Corriere della Sera

di Danilo Taino

In molti Paesi ricchi o in crescita, le differenze di reddito aumentano. Ma si può anche osservare che spesso, le differenze di reddito basse e in calo si coniugano con una certa povertà generale del Paese: cioè si è spesso poveri anche in un Paese a bassa disuguaglianza


Il mondo assiste a una forte crescita delle disuguaglianze di reddito — si sente affermare sempre più spesso. Tanto che la questione è diventata uno dei temi di analisi e di discussione centrali nel dibattito politico odierno. Pure per spiegare i voti anti-élite che si registrano in molti Paesi. Se il problema sia la disuguaglianza o la povertà è questione aperta, che ovviamente porta a soluzioni politiche diverse tra loro. Ma anche nel valutare la sola differenza di redditi si arriva a risultati per nulla scontati. Ourworldindata.com, centro di analisi basato alla Oxford University, ha studiato, per 83 Paesi l’Indice di Gini — tra i numerosi, il più utilizzato per misurare la disuguaglianza — nel 1990 e nel 2015. Nell’indice considerato, a zero c’è l’uguaglianza assoluta, a cento la disuguaglianza totale nella quale un individuo si accaparra tutto il reddito. Un primo risultato è che nei 25 anni considerati molti Paesi hanno visto aumentare la disuguaglianza e molti l’hanno vista scendere, tanto che, nel complesso, l’Indice Gini di tutti i Paesi è leggermente diminuito, da 39,6 a 38,6.
In alcune realtà molto popolose, però, la disuguaglianza è salita significativamente. In Cina da 34,9 a 49,5, in India da 29,7 a 35,15, in Indonesia da 32 a 41, negli Stati Uniti da 38,24 a 41,5. Tanto che se l’indice complessivo viene ponderato tenendo conto delle popolazioni si nota che nel corso di una generazione è salito da 36,7 a 40,8. In Italia è cresciuto abbastanza significativamente ma rimane a un livello non elevatissimo: da 29,27 a 34,96. Il Paese con il livello di disuguaglianza più basso è la Danimarca, passata dal 23,9 del 1990 al 24,9 del 2015. Quello con la maggiore differenza di reddito è il Sud Africa: da 59,33 a 63,03. Tra i Paesi con le riduzioni più significative, la Russia, da 48,38 a 37,74; l’Ucraina, da 29,71 a 25,46; l’Algeria, da 40,19 a 27,72; il Messico, da 54,34 a 48,31. In sostanza, non c’è una correlazione stabile tra il livello di sviluppo di un Paese e il suo livello di disuguaglianza. In molti Paesi ricchi o in crescita, le differenze di reddito aumentano. Ma si può anche osservare che spesso, le differenze di reddito basse e in calo si coniugano con una certa povertà generale del Paese: cioè si è spesso poveri anche in un Paese a bassa disuguaglianza. È un tema da trattare con cura, da non semplificare.

A.N.D.E.
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