Fonte: La Stampa

di Marco Bressolin

Pd e il Movimento 5Stelle si sono schierati a favore del provvedimento. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato contro

La legge europea sul Clima spacca la “maggioranza Ursula”, con il Ppe che si sfila e finisce in minoranza. Il Parlamento Ue ha votato un provvedimento che alza l’asticella della lotta contro l’inquinamento e fissa al 60% la riduzione di emissioni nocive da raggiungere entro il 2030. Favorevoli i socialisti-democratici, i Verdi, la sinistra Gue e gran parte dei liberali. Contrari, oltre ai popolari, gli altri partiti alla destra dell’emiciclo: i Conservatori, i sovranisti di Identità e democrazia e una parte dei liberali.
L’Eurocamera prova così a fissare un obiettivo più ambizioso di quello proposto nelle scorse settimane dalla Commissione europea, che aveva suggerito di tagliare le emissioni nocive del 55% entro il 2030 in modo da raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Ora però il testo della legge andrà negoziato con i governi, che certamente cercheranno di abbassare nuovamente l’asticella. Per alcuni di loro, infatti, anche l’obiettivo del 55% è già fin troppo alto. Non dovrebbe pensarla così l’esecutivo italiano, visto che entrambi i partiti di maggioranza (Pd e M5S) si sono schierati a favore del provvedimento (favorevoli anche Sandro Gozi di Italia Viva e Carlo Calenda di Azione). Compatto il “no” delle opposizioni: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato contro.
«L’Ue sta affrontando grandi cambiamenti. Sono orgogliosa e felice che il Parlamento europeo abbia lanciato un forte messaggio» ha esultato la svedese Jytte Guteland, eurodeputata dei socialisti-democratici e relatrice del provvedimento. Il francese Pascal Canfin (del gruppo liberale di Renew Europe) chiede ai governi di arrivare a una decisione a dicembre, in occasione dell’anniversario dell’accordo di Parigi. Ma è già scontro con i collegi del Ppe, che hanno votato contro il provvedimento (passato con soli 352 voti a favore e 326 “no”) e che si asterranno sulla votazione finale, spaccando così la “maggioranza Ursula”. Secondo Peter Liese la colpa è degli altri gruppi che «non hanno sostenuto la Commissione europea, votando per un eccessivo target al 60%». Secondo il coordinatore per il Clima del Ppe, l’obiettivo fissato dall’Europarlamento “mette in pericolo i posti di lavoro”.
Sulla stessa linea anche gli eurodeputati della Lega. «La tutela dell’ambiente è un valore che accomuna tutti, ma anziché proporre obiettivi concreti e raggiungibili, l’Ue sacrifica lo sviluppo, le imprese e il lavoro degli italiani sull’altare di progetti utopici e totalmente irrealizzabili” scrivono in una nota i parlamentari leghisti della commissione Envi. Secondo loro questa legge rischia di rivelarsi «un libro dei sogni che acuirà le disparità tra Stati membri e accelererà la spirale deflattiva, con effetti strutturali che rischiano di essere devastanti per l’Italia». Non la pensano così i Cinque Stelle, che accusano i colleghi dell’opposizione di essere dei “negazionisti climatici”. «Anche se avremmo preferito una riduzione ancora più consistente delle emissioni – attacca Eleonora Evi -, questo voto rappresenta una prima, fondamentale, risposta all’emergenza climatica che investe e mette a rischio il nostro Pianeta. Gli europarlamentari di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato contro e sono stati sconfitti».

A.N.D.E.
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