8 Settembre 2025
Giorgio_armani

Un linguaggio coerente, un’etica del fare che si esprime attraverso il senso della misura e la cura di ogni dettaglio: un ritratto dell’inventore pragmatico

«Se avessi soltanto una formula magica, negli anni si sarebbe logorata o peggio ancora qualcuno se ne sarebbe impossessato. A meno che per magia non s’intenda un’intuizione, il tempismo, una certa sensibilità», così si raccontava Giorgio Armani, in una delle sue ultime interviste ad HTSI, suggerendo quella capacità di trasformare il «sussurro di un’eleganza essenziale» in linguaggio personale e professionale, coerente con se stesso senza soluzione di continuità. Il mondo che Giorgio Armani ha costruito nei suoi 91 anni di vita e 50 di azienda è fatto di rispecchiamento, è prima di tutto il suo ritratto, tracciato sul tessuto di una dedizione assoluta al lavoro, «l’etica dell’impegno, del fare e fare bene».
Ogni sua collezione, ogni suo abito, ogni sua campagna, ogni fotografia di moda parla di lui e non soltanto perché, fino all’ultimo, ha seguito e controllato personalmente tutto – la sua reputazione di leader a cui non sfuggiva un dettaglio è leggendaria. Parla di lui perché il modo che Giorgio Armani ha scelto per esprimersi è fare. Un «inventore pragmatico», come lui stesso si definiva.
Le sue giacche, dove ogni stagione s’impegnava a esplorare un dettaglio in più – «l’ho accorciata, alleggerita, realizzata in lana o in seta, elegante o spiritosa, sciolta come un cardigan, a un pezzo solo, doppio petto, senza bottoni, a kimono, sahariana, bolero, leggera come una camicia…» – sono non solo le sfaccettature del classico Armani, sono la sua lingua. Come le lettere di un alfabeto vengono scritte e riscritte, scomposte e ricomposte per raccontare e raccontarsi, in un percorso contemporaneamente di scoperta e conferma, novità e continuità.
Nei dieci anni di HTSI made in Italy, Giorgio Armani è stato il protagonista di tante interviste, è stato personaggio di copertina in occasione dell’apertura del Silos a Milano e della riapertura dell’Armani Ginza Tower a Tokyo. Ma è stata soprattutto la sua moda a parlare per lui, collezione dopo collezione, e non c’è forse, oggi, modo migliore per ricordarlo e per sentire la chiarezza della sua voce. L’azienda ha scelto di pubblicare, appena data la notizia della sua morte, una sola frase, poche righe bianche su fondo nero e la firma inconfondibile di Re Giorgio, scritta a mano: «Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. E’ da lì che tutto comincia».

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