Fonte: La Stampa

di Emanuele Rossi

Oggi la prima manifestazione degli abitanti rimasti isolati dopo il crollo. E in città il ministro Toninelli incontra la responsabile dei Trasporti Ue

«Liberate la Valpolcevera». Sarà lo slogan d’uno degli striscioni che apriranno il corteo di oggi a Genova. Dal cuore del Porto antico risalirà sulla centralissima via San Lorenzo per arrivare prima sotto la sede della Regione Liguria e poi sotto la prefettura, proprio mentre dentro il palazzo il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e la commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc parleranno del Ponte Morandi.
La manifestazione nata dal basso, da un comitato spontaneo di cittadini e da un’assemblea nel teatro di quartiere, a Certosa, è pronta a invadere il centro genovese. Ci sarà un grande muro disegnato su uno striscione. E con il nastro bianco e rosso sarà “transennato” il cuore della città. Sono i simboli della condizione quotidiana, dal 14 agosto scorso, di 70 mila cittadini genovesi che chiedono ascolto, diritti, ritorno alla normalità e soprattutto liberazione dal traffico.
«Non siamo un comitato e la manifestazione è a-partitica, non vogliamo che nessuno ci metta il cappello», hanno ribadito gli organizzatori Andrea Brina, Emilio Rizzo, Giulio Masi, Carlo di Bernardo e Marianna Amatore. La precisazione è arrivata dopo che la Fiom aveva annunciato la partecipazione al corteo. Amatore, 34 anni, chiede a tutta la città di unirsi: «Dalla Valpolcevera saremo in tanti, ma io conto sulla presenza di persone da tutta la città, perché quello che è successo riguarda tutti i genovesi. È la nostra occasione di farci sentire». In corteo ci sarà anche il presidente di municipio Federico Romeo: «Ci sarò perché il mio Municipio sta patendo tantissimo e perché dobbiamo farci sentire, come andrò a Roma in audizione alla Camera». Al corteo parteciperanno anche una parte degli sfollati di via Porro e via Fillak. Una volta in piazza De Ferrari, una delegazione di organizzatori e rappresentanti dei commercianti, degli studenti e degli sfollati salirà a colloquio con il governatore Giovanni Toti.
«Non vogliamo elemosine, ma tutela della salute, del lavoro e servizi pubblici sotto controllo sociale, perchè questo non debba ripetersi. – ha scritto Rosanna Aluigi -. Lavoratori e cittadini non sono una materia prima da cui generare profitti limitando i costi, la vita umana non può essere monetizzata. Vogliamo risposte e tempi certi per gli sfollati». La prima richiesta, la più pressante, è però quella di fare una “breccia” nel muro rappresentato oggi dai tronconi del Morandi.

A.N.D.E.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.