8:14 – Il ministro degli Esteri Araghchi e Tajani discutono sugli sviluppi regionali e internazionali
Il ministro degli Esteri dell’Iran, Abbas Araghchi, ha avuto ieri un colloquio telefonico con l’omologo Antonio Tajani, con cui ha discusso degli ultimi sviluppi regionali e internazionali. Secondo quanto riportano oggi i media iraniani, Araghchi, commentando gli attacchi di Israele e Stati Uniti durante la guerra di dodici giorni, ha detto di auspicare che tutti i governi «condannino questa palese violazione della legge» e ha sottolineato «la determinazione dell’Iran a tutelare i propri interessi e diritti nel quadro dei principi della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del regime di non proliferazione». Da parte sua Tajani, come riportano i media iraniani, ha evidenziato la necessità di utilizzare la diplomazia e di evitare l’uso della forza per la risoluzione delle questioni internazionali.

8:13 – Nyt: «Teheran sospetta sabotaggi da parte di Israele»
Le autorità iraniane ritengono che le esplosioni avvenute in tutto il Paese nell’ultimo mese siano atti di sabotaggio da parte di Israele. Lo scrive il New York Times citando fonti locali. Ufficialmente le misteriose esplosioni che hanno colpito condomini e impianti petroliferi sono state attribuite all’invecchiamento delle infrastrutture, ma tre funzionari iraniani, tra cui un membro del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, hanno dichiarato al NYT di sospettare che la colpa sia di Israele. Anche un funzionario europeo legato al dossier Iran ha dichiarato al giornale di sospettare il coinvolgimento di Israele.

7:49 – Media: «Witkoff vede inviati Qatar e Israele domani a Roma»
L’inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, incontrerà domani a Roma il ministro degli Affari Strategici israeliano Ron Dermer e un alto inviato del Qatar. Lo riporta Axios. L’incontro avviene nell’ambito dell’impegno Usa per promuovere un accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza.

7:48< – Cibo e aiuti col contagocce, chi li cerca rischia la vita: a Gaza si muore (anche) di fame
(Di Andrea Nicastro, inviato a Gerusalemme) I palestinesi hanno finito le scorte, consumato i soldi per comprare quel che c’è ancora sul mercato nero. Prima hanno ridotto le dosi nei piatti, poi hanno rinunciato a uno, a due pasti e infine si sono ridotti a mangiare una volta al giorno. Riso o lenticchie. Niente di più. Sono dimagriti i palestinesi. Il colore della pelle è cambiato, è diventato terreo. Ora è il tempo di quello che il segretario generale dell’Onu António Guterres chiama l’«horror show», lo spettacolo dell’orrore. Da una settimana molti genitori stanno rinunciando a quel poco che hanno per darlo ai figli. Ma niente sazia. Come dall’Etiopia in tempi di siccità, dal Burkina Faso in carestia, da Gaza escono foto di bambini con la testa grossa sulle spalle rinsecchite, gli occhi persi in orbite che sembrano crateri e tutte le costole a vista. Morti di fame.

6:40 – Il Cile sostiene la dichiarazione congiunta di 25 Paesi
Il governo del Cile sostiene la dichiarazione congiunta di 25 Paesi che chiede la fine immediata della guerra a Gaza e manifesta profonda preoccupazione per la grave crisi umanitaria che colpisce il territorio, dove migliaia di persone sono prive di accesso ad acqua, cibo, assistenza medica e rifugi. E’ quanto si legge in un comunicato ufficiale del ministero degli Esteri cileno. Nel testo, il Cile «ribadisce la sua ferma condanna» della detenzione di ostaggi da parte di Hamas dal 7 ottobre 2023 e ne esige «la liberazione immediata e incondizionata». Inoltre, condanna «con forza l’uso sproporzionato della forza da parte di Israele», inclusi gli attacchi contro infrastrutture umanitarie, sanitarie e religiose, e respinge ogni tentativo di «trasferimento forzato della popolazione palestinese». Il governo cileno ha infine lanciato «un appello urgente a un cessate il fuoco immediato, permanente e incondizionato» e ha riaffermato il suo impegno a favore di una soluzione a due Stati – Israele e Palestina – che consenta a entrambi i popoli di coesistere «in pace e sicurezza, entro confini sicuri e riconosciuti a livello internazionale, in conformità con il diritto internazionale e le risoluzioni pertinenti delle Nazioni unite».

4:52 – L’appello di cessate il fuoco «immediato e negoziato»
Le ong chiedono un cessate il fuoco «immediato e negoziato», l’apertura di tutti i valichi di frontiera e il libero flusso di aiuti attraverso i meccanismi
guidati dalle Nazioni Unite. Ieri le Nazioni Unite hanno affermato che le forze israeliane hanno ucciso più di 1.000 palestinesi che cercavano di ottenere aiuti alimentari da quando la Fondazione Umanitaria per Gaza,
sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha iniziato le operazioni a fine maggio, mettendo di fatto da parte l’attuale sistema guidato dalle Nazioni Unite.
Israele afferma che gli aiuti umanitari sono autorizzati a entrare a Gaza e accusa Hamas di sfruttare le sofferenze dei civili, anche rubando cibo per venderlo a prezzi gonfiati o sparando a chi è in attesa di aiuti.

2:45 – Cento Ong avvertono su inizio «carestia di massa» a Gaza
Oltre un centinaio di organizzazioni umanitarie, fra cui Save the Children, Amnesty International, ActionAid International e Medici senza frontiere hanno lanciato un allarme mercoledì, segnalando una «carestia di massa» in rapida espansione nella Striscia di Gaza, già gravemente provata dal conflitto. Alla fine di maggio, le autorità israeliane avevano parzialmente attenuato il blocco totale imposto a Gaza all’inizio di marzo, una misura che aveva acuito drasticamente la carenza di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità. «Mentre una carestia di massa si diffonde nella Striscia di Gaza, i nostri colleghi e le persone che aiutiamo stanno scomparendo», hanno dichiarato le ONG in un comunicato congiunto. Tra le firmatarie figurano Medici Senza Frontiere, diverse sezioni di Medici del Mondo, Caritas, Amnesty International e Oxfam International. Le organizzazioni umanitarie chiedono un cessate il fuoco immediato, l’apertura di tutti i varchi terrestri e la garanzia di un flusso libero degli aiuti umanitari. L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha accusato l’esercito israeliano di aver ucciso più di 1.000 persone a Gaza dalla fine di maggio, mentre queste cercavano di accedere agli aiuti umanitari. La maggior parte delle vittime si trovava nei pressi dei centri della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un’organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele attraverso finanziamenti la cui trasparenza è stata messa in discussione.

2:43 – Witkoff in Europa per definire un corridoio umanitario a Gaza
Gli Stati Uniti hanno annunciato martedì l’imminente missione in Europa di un alto inviato, incaricato di condurre colloqui cruciali per un cessate il fuoco e per la definizione di un «corridoio» umanitario destinato a Gaza, regione devastata dal conflitto, dove, secondo le autorità locali, la popolazione è afflitta dalla fame. Steve Witkoff, negoziatore itinerante del presidente Donald Trump, si recherà in Europa questa settimana per affrontare la questione di Gaza, come riferito da funzionari statunitensi che hanno richiesto l’anonimato. Rettificando una precedente dichiarazione, i funzionari hanno precisato che, dopo la tappa europea, Witkoff potrebbe proseguire il suo viaggio in Medio Oriente per continuare l’opera diplomatica. Witkoff si presenta con «una forte speranza che ci faremo avanti con un altro cessate il fuoco e un corridoio umanitario per il flusso di aiuti, che entrambe le parti hanno di fatto accettato», ha dichiarato ai giornalisti Tammy Bruce, portavoce del Dipartimento di Stato. Bruce ha preferito non fornire ulteriori dettagli sul corridoio. Non ha specificato in che modo l’azione diplomatica si ricollegherà alla Gaza Humanitarian Foundation, iniziativa sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti, teatro di scene caotiche con truppe che hanno aperto il fuoco sui palestinesi affamati in cerca di cibo.

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A.N.D.E.
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