
Sono quasi 569mila le offerte a settembre, salgono a oltre 1,5 milioni nel trimestre settembre-novembre. Le previsioni evidenziano una flessione di -15mila ingressi programmati (-2,6%) rispetto a settembre 2024 e -30mila (-1,9%) nel confronto con il trimestre settembre-novembre 2024
La fine della stagione estiva porta una prima frenata sulle prospettive assunzionali delle imprese a settembre, e per il trimestre settembre-novembre. Con il segno meno che si conferma per i principali settori manifatturieri, e inizia a coinvolgere anche alcuni comparti dei servizi. Dazi e clima di incertezza internazionale si stanno ripercuotendo sulla nostra economia, e gli effetti (partendo dalle aspettative) cominciano a intravedersi anche sul lavoro.
I numeri Excelsior
A settembre sono quasi 569mila le opportunità lavorative offerte dalle aziende, ha reso noto ieri il bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro. Rispetto all’anno prima si segnala una flessione di -15mila ingressi programmati (-2,6%). Anche il trimestre settembre-novembre mostra più ombre che luci: le imprese hanno previsto di inserire oltre 1,5 milioni di lavoratori, registrando però una contrazione di circa 30mila unità (-1,9%) nel confronto con il trimestre settembre-novembre 2024. E mentre il comparto industriale, e i singoli settori manifatturieri, mostrano segnali di sofferenza già da qualche mese, a prevedere meno assunzioni sono anche i servizi. A settembre sono stati infatti preventivati 377mila contratti di lavoro e circa 1 milione nel trimestre settembre-novembre, in flessione rispettivamente di -9mila entrate e di -16mila nel confronto con il 2024. Gli unici settori che tengono e prevedono assunzioni in più, sia sul mese sia sul trimestre, sono ristorazione-servizi turistici e costruzioni.
Come va nei singoli settori produttivi
Guardando i numeri un pò più nel dettaglio, l’industria nel suo complesso ha programmato 147mila entrate a settembre e 404mila nel trimestre (rispettivamente -5mila entrate e -14mila rispetto agli analoghi periodi del 2024). A settembre le imprese del manifatturiero sono alla ricerca di circa 91mila lavoratori e 251mila tra settembre-novembre, mentre le imprese delle costruzioni ne ricercano 56mila nel mese e 154mila nel trimestre. Tra i principali settori manifatturieri che programmano assunzioni si segnalano la meccatronica con circa 21mila contratti nel mese e 57mila nel trimestre seguita dalle industrie alimentari che ricercano 17mila lavoratori a settembre e 49mila per l’intero trimestre settembre-novembre e dalla metallurgia con 17mila contratti nel mese e 45mila nel trimestre.
Positive le aspettative del turismo
Per quanto riguarda i servizi, ad offrire le maggiori opportunità lavorative sono i servizi alle persone che ricercano 97mila lavoratori nel mese e circa 210mila nel trimestre. Seguono il turismo con 96mila richieste nel mese e 255mila nel trimestre e il commercio con 65mila lavoratori nel mese e 207mila nel trimestre.
Frenata nelle Pmi
Sotto l’aspetto dimensionale, sono positive le aspettative delle imprese piccolissime, fino a 9 dipendenti con +5mila entrate nel mese (+3,0%) e +27mila nel trimestre (+5,7%), mentre risultano in flessione le previsioni nelle restanti fasce dimensionali, con una maggiore intensità nelle imprese di media dimensione tra 50 e 250 dipendenti (-8,6% nel mese e -7,7% nel trimestre), a testimonianza di una sofferenza di un’ampia fetta delle nostre Pmi made in Italy (non a caso nei primi sei mesi dell’anno la cig è salita del 21,83% rispetto allo stesso semestre 2024, con picchi nella meccanica e nell’industria più in generale).
Calano gli ingressi previsti nel Centro-Nord
La frenata del lavoro si vede anche a livello territoriale: sono positive le sole aspettative delle imprese del Sud e Isole (+11mila ingrssi nel mese e +16mila nel trimestre) rispetto allo scorso anno mentre in tutte le altre aree si segnala una flessione della domanda di lavoro specie per le imprese del Nord Ovest (-19mila nel mese e -37mila nel trimestre) seguite da quelle del Centro (-5mila sia nel mese che nel trimestre) e del Nord Est (-2mila nel mese e -4mila nel trimestre).
In questo clima di incertezza non stupisce che il contratto a tempo determinato sia lo strumento più utilizzato (è stato proposto per circa 341mila ingressi, pari al 60% del totale). A seguire i contratti a tempo indeterminato (97mila, 17,0%) e in somministrazione (50mila, 8,8%).
In riduzione anche il mismatch
A settembre è in calo anche il mismatch: le difficoltà di reperimento dichiarate dalle imprese riguardano 259mila assunzioni programmate (45,6% del totale). A settembre 2024 ci si attestava al 46,7%. La causa principale del disallineamento tra domanda e offerta è la “mancanza di candidati” con una quota del 29,2%, mentre la “preparazione inadeguata” si attesta al 12,9%.