Questo emerge dalla capillare inchiesta del linguista Massimo Arcangeli, delle giornaliste Susi Ronchi e Beatrice Curci e di Gi.u.li.a. (GIornaliste Unite LIbere Autonome) sui liquami che traboccano on-line contro le donne

«Adeficiente! A rincojonita! A delinquente! A mignotta!» «Meglio un piatto di merda che sta zecca puzzolente!». Indovinello: contro quali protagoniste della nostra politica sono stati vomitati questi insulti? Una è di sinistra, una di destra. I nomi? È indifferente: l’una e l’altra, agli occhi delle opposte e ignobili iene da tastiera (le citazioni sono testuali, occultiamo solo i nomi), potrebbero essere perfettamente intercambiabili.

Non c’è colore, per l’odio. Ed è questo che sta emergendo dalla capillare inchiesta del linguista Massimo Arcangeli, delle giornaliste Susi Ronchi e Beatrice Curci e di Gi.u.li.a. (GIornaliste Unite LIbere Autonome) sui liquami che traboccano on-line contro le donne, giornaliste, politiche, conduttrici televisive, animatrici culturali che vengono sistematicamente insultate sui social con un carico supplementare e specifico rispetto alle insolenze comunemente rivolte ai colleghi maschi. Un «di più» che trasuda dei peggiori stereotipi machisti.

L’iniziativa è intitolata «Donne alla gogna» e vuole stoppare «l’istigazione all’odio social» contro le donne oggi più esposte a «un odio pauroso che, in un gioco al massacro, finisce per innescare spirali inarrestabili produttrici di altro odio». Vedi il post del professore che ha augurato alla figlia di Giorgia Meloni di fare la fine di Martina, la ragazzina di Afragola uccisa a sassate dal fidanzato. O i plausi osceni degli ultras di Roberto Vannacci a un post contro Laura Boldrini: «La baldracca ancora parla?» «Che si purghi, perché si vede lontano un miglio che non evacua da una settimana. Poi tutto di un botto (…) caca stronzate» «Schifosa megera sinistrabastarda del cszxo, ancora respira?»

Per non dire, nella scia di un altro post vannacciano sulle gambe non depilate di Carole Rackete, degli insulti schizzati sull’attivista tedesca eletta a Bruxelles e nemica dei blocchi navali contro i migranti: «Sudicia punkabbestia figlia di papà» «Questi no so’ peli, so’ na siepe» «Minkia sei brutta non ti scoperebbe neanche un ergastolano». Il tutto senza che il generale leghista prenda mai le distanze o inviti a parole più sobrie… Più ancora però, spiega Arcangeli, colpisce un fatto: «Dietro questi sfoghi bestiali non ci sono solo coatti gonfi d’odio: sempre più spesso ci sono geometri, medici, professionisti… Persone che rivendicano magari di essere dei “bravi padri di famiglia”…»

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