Il segretario di Stato rassicura gli alleati: «Pronti a colpire con sanzioni devastanti». Gli Usa pensano a provvedimenti sulle esportazioni di petrolio della Russia
I temi della telefonata, descritti sabato sui social dal presidente americano: «Porre fine allo “spargimento di sangue” che uccide in media oltre 5.000 russi e ucraini ogni settimana; e il commercio». Il giorno dopo, a Villa Taverna, residenza romana dell’ambasciatore americano Tilman Fertitta, c’è stato l’incontro tra un sorridente vicepresidente JD Vance accompagnato dal segretario di Stato Marco Rubio, e il leader ucraino Zelensky. I due inviati americani hanno incontrato anche molti altri leader internazionali a margine della Messa del Papa. L’appuntamento romano era stato preparato per tempo da diversi governi — naturalmente da Zelensky ma anche da britannici, francesi e tedeschi — ben prima dell’annuncio a sorpresa di Trump sulla telefonata con Putin. I numerosi interlocutori si sono sentiti ripetere da Rubio sabato e domenica un concetto chiave: «Dobbiamo fare capire a Putin che noi facciamo sul serio. Siamo pronti a colpirlo con sanzioni devastanti».<
Anche Trump nell’intervista con Fox News al ritorno dal viaggio nel Golfo ha parlato di sanzioni: «Onestamente, le imporrò se non riusciamo a fare un accordo… Saranno distruttive per la Russia, perché sono in difficoltà con l’economia e il prezzo del petrolio è basso». Trump ha anche ripetuto che intende stabilire una data per incontrare Putin.
Le sanzioni cui gli americani fanno riferimento sono legate alla proposta presentata dal senatore della South Carolina Lindsey Graham che ha già raccolto 77 firme e dovrebbe arrivare a 80 (un largo schieramento bipartisan): prevederebbe sanzioni pesanti sull’export di petrolio russo e dazi a carico dei Paesi che acquistano idrocarburi e uranio russo (però tra questi ci sono anche Cina e India, quindi diventa un problema politico enorme).
«Siamo stati chiari con i russi da 6-7 settimane che questa iniziativa del Senato era in corso e che non possiamo fermarla, non la controlliamo — ha detto Rubio da Roma in un’intervista trasmessa ieri dalla tv Cbs —. Il Congresso e i repubblicani in particolare ci hanno dato spazio per negoziare ma abbiamo avvertito i russi due mesi fa che (questa legge, ndr) sta arrivando…». Alla domanda se non ritenga che Putin stia solo prendendo tempo, Rubio ha risposto: «È quello che stiamo cercando di capire e lo sapremo molto presto. Nell’incontro in Turchia russi e ucraini si sono messi d’accordo che si scambieranno documenti scritti con le loro idee sul cessate il fuoco. Se queste idee sono realistiche e razionali faremo progressi; se contengono richieste che sappiamo essere irrealistiche, faremo una valutazione diversa. Da una parte stiamo cercando di arrivare alla pace in un conflitto sanguinoso e costoso, e serve pazienza ma dall’altra non abbiamo tempo da perdere con colloqui infiniti».
Questa impostazione piace molto a Zelensky, ma Rubio e Vance non hanno potuto assicurare né al leader ucraino né agli europei che Trump agiterà la minaccia di sanzioni nella telefonata con Putin. Anche per questo il cancelliere tedesco Merz è uscito allo scoperto con un comunicato ufficiale, sostenendo che gli europei dovrebbero risentire Trump, prima che il presidente americano parli con Putin. Giorgia Meloni ha parlato al telefono con Trump sabato, secondo fonti diplomatiche citate dall’agenzia Adnkronos.
In generale a Roma gli europei hanno comunicato ai due americani un certo scetticismo per l’esito della telefonata Trump-Putin. Scetticismo condiviso anche da Mark Carney, premier canadese e Anthony Albanese, premier australiano. Tutti e due hanno incontrato Zelensky; Carney ha visto anche Vance. Canada e Australia sono stati tra i primi Paesi a offrire soldati per una missione militare in Ucraina. Invece da Washington l’inviato speciale per la Russia Steve Witkoff ha detto alla tv Abc che la telefonata sarà molto utile «per identificare a che punto siamo e come completare questi negoziati. Sarà una telefonata di successo… Si conoscono, il presidente è determinato a portare a termine questa cosa… se non può farlo lui, nessuno può riuscirci».