3 Settembre 2025
Giustizia2

Il Plenum vara le delibere per raggiungere il target entro il 30 giugno 2026. Domani apre l’interpello interno per 500 posti di giudice da remoto

Sono48 i tribunali di primo grado destinatari del contingente di 500 magistrati da applicare da remoto per lo smaltimento dell’arretrato civile e per la riduzione dei tempi del processo, target del Pnrr. Otto, inoltre, i distretti di Corte d’Appello che richiedono urgenti attenzioni (cioè innesti di toghe). Il tutto per non arrivare lunghi alla deadline – 30 giugno prossimo – della verifica dei risultati attesi dall’Europa.
L’ordine del giorno del plenum del Csm, in programma questo pomeriggio, perimetra con precisione geografica i ritardi sull’obiettivo di riduzione della durata dei processi civili nei tre gradi di giudizio. Una fotografia che restituisce, ancora una volta, un’Italia a strisce orizzontali dove – con la sola eccezione di Venezia gravata dai ricorsi di cittadinanza – le zone rosse sono quasi esclusivamente concentrate nel Sud e nelle isole.

Le corti d’Appello
Le situazioni più urgenti sono, in ordine alfabetico, a Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Firenze, Palermo, Potenza, Reggio Calabria e Taranto, che avranno la priorità nelle assegnazioni. Nota di merito invece per le corti di Appello di Ancona, Bari, Genova, L’Aquila, Venezia – che hanno conseguito gli obiettivi di riduzione del 90% dei procedimenti iscritti tra il 2018 e il 2022 e ridotto la durata del 40% rispetto al 2019 – e per quelle prossime agli obiettivi o, comunque, con un «disposition time» (durata) inferiore a un anno: Trieste, Milano, Trento, Sassari.

I casi di Roma e Napoli
In zona rossa ci sono anche i due universi giudiziari della Capitale e di Napoli, che però a breve beneficeranno rispettivamente di 66 e 57 Mot (magistrati vincitori di concorso ma ancora tirocinanti). Tra i destinatari dei Mot (25) figura in realtà anche Bologna nonostante il rating di sede virtuosa, Bolzano dovrebbe uscire dalla zona gialla (monitoraggio) con le sue sole forze (pieno organico a fronte di 425 fascicoli sensibili) mentre Brescia, Catania, Lecce, Messina, Perugia, Salerno e Torino sono «prossime» al target e comunque hanno registrato performance migliori della media nazionale.

I tribunali di primo grado
Più complessa la situazione degli uffici di primo grado e non solo per i numeri di partenza molto diversi. Qui gli scostamenti rispetto al traguardo distante ormai meno di 300 giorni sono sensibili, tanto che 38 sedi sono in piena «red zone», il 50% in più delle zone «verdi» (25), tutte le restanti in area gialla di attento «monitoraggio». Numeri e distribuzione (teorica) a parte – per i quali si veda la tabella sotto – qui si fa appello alla disponibilità volontaria di magistrati ordinari di applicarsi per la gestione da remoto di un minimo di 50 fascicoli pro capite, provenienti anche da fuori distretto (proiettando quindi un assorbimento/smaltimento di 25 mila fascicoli in meno di 300 giorni).
La presentazione delle domande dovrebbe aprire già dalle 9 di giovedì 4 settembre e chiudere alle 24 di giovedì 18 settembre, per un’applicazione effettiva che scadrà con il Pnrr, cioè il 30 giugno del 2026.

La sfida dei numeri
I numeri, prima ancora dei tempi, sono sfidanti perché la platea dei candidabili, calcolata dal Csm, è di soli 2609 magistrati: di fatto un giudice su cinque dovrebbe «volontariamente» sobbarcarsi un extra prodotto altrove, tanto che la chiamata di Palazzo dei Marescialli si rivolge «auspicabilmente» anche a «magistrati con incarichi direttivi o semidirettivi o impegnati in funzioni penali (magari dopo un precedente periodo svolto nel settore civile)».
Oltre alle toghe dei tre gradi di giudizio (ma con la Cassazione già al limite di produttività) sono ammessi a partecipare all’interpello i magistrati collocati fuori ruolo che svolgevano funzioni giudicanti al momento del collocamento fuori dal ruolo organico, ma restano «esclusi i magistrati fuori ruolo in sedi situate al di fuori del territorio nazionale».

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A.N.D.E.
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