Si potrebbe partire dall’abbandono – come scelta di default – delle linee garantite a favore del life-cycle

Alcune idee sono nuove, altre sono da anni già al centro del dibattito. In ogni caso tutte quelle suggerite dagli esperti per rilanciare i fondi pensione sono valide e andrebbero almeno esaminate dal ministro Giancarlo Giorgetti, che settimana scorsa al Salone del Risparmio ha annunciato il varo – al più presto – della riforma della previdenza integrativa. Le dichiarazioni del ministro dell’Economia, da una parte hanno dato la scossa all’intero settore che da anni attende con flebile speranza nuovi incentivi, dall’altra, però, la chiosa del ministro, che la riforma sarà a costo zero per le casse statali, ha raffreddato gli animi. Le ricette quindi non mancano, ma sine pecunia ne cantatur missae: versione latina dell’eloquente proverbio medievale “senza denari non si canta messa”. E senza risorse non è possibile pensare a un vero rilancio della previdenza complementare.
Ben vengano, comunque, anche i piccoli passi in avanti che si potrebbero fare senza oneri a carico dello Stato. Meglio poco che niente. E si potrebbe partire dall’abbandono – come scelta di default – delle linee garantite, dove dal 2007 vengono indirizzati i lavoratori silenti che non indicano esplicitamente dove destinare il proprio Tfr. All’epoca lo scopo era quello di tutelare gli aderenti ai fondi pensione attraverso il meccanismo del silenzio assenso, ma a distanza di quasi un ventennio, l’esperienza delle linee garantite non è stata soddisfacente, contribuendo così ad accrescere la disaffezione degli italiani per i fondi pensione.
La stessa Covip si è più volte espressa a favore del superamento di questa previsione, da sostituire con l’adozione, soprattutto per i lavoratori più giovani, di linee di investimento di tipo life-cycle. A ribadirlo è stata di recente la presidente dell’Autorità di vigilanza sui fondi pensione, Francesca Balzani, nel corso di un’audizione parlamentare il 10 aprile scorso.
I fondi pensione con opzioni life-cycle adattano la strategia di investimento alla fase di vita dell’investitore, riducendo gradualmente il rischio all’avvicinarsi della pensione e sono particolarmente adatti per chi desidera un approccio semplificato e guidato alla gestione del risparmio previdenziale. Tale innovazione sarebbe di grande rilievo soprattutto qualora si introducesse una nuova fase di adesione automatica da applicare a tutti i lavoratori e non solo a quelli di nuova assunzione.
L’Ocse, nel Pensions Outlook 2024 pubblicato lo scorso dicembre, ha sottolineato che nei Paesi che mostrano i migliori risultati in termini di rendimenti dei fondi pensione sono tipicamente più diffuse le linee d’investimento di tipo life-cycle, che impiegano una quota maggioritaria di investimento in azioni per gran parte della vita lavorativa degli iscritti. E, come auspica il Governo, una più alta diffusione di investimenti azionari consentirebbe anche di avere più spazio per gli investimenti produttivi nelle imprese nazionali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

A.N.D.E.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.