
Cambiano anche le sospensioni dalle lezioni. Il ministro Valditara: «Tuteliamo i docenti e rafforziamo il dialogo con le famiglie»
Serve il consenso preventivo e scritto dei genitori degli alunni per le attività extra curriculari e di ampliamento dell’offerta formativa che riguardano l’educazione sessuale. In caso di «no» per le attività (obbligatorie) di ampliamento della didattica, le scuole sono tenute a fornire agli studenti attività formative alternative.
Le novità sull’educazione sessuale
A infanzia e primaria i temi affrontati su questi argomenti devono essere solo quelli previsti dai programmi nazionali (biologia, corpo umano, riproduzione, evoluzione biologica eccetera). Non solo. In caso di coinvolgimento di esperti esterni, occorrerà anche la delibera del collegio dei docenti previa autorizzazione del consiglio di istituto. È quanto prevede un Ddl (sul consenso informato) approvato ieri dal Consiglio dei ministri, su impulso del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Arresto in flagranza per chi aggredisce docenti
Con un secondo Ddl, varato sempre ieri dall’esecutivo (assieme a due Dpr su valutazione e comportamento degli studenti) si completa il giro di vite per contrastare gli episodi di violenza a scuola. Si modifica l’articolo 380 del codice di procedura penale, ha spiegato Valditara, «prevedendo l’arresto obbligatorio in flagranza di reato (e quasi flagranza, come insegna la giurisprudenza) per chi causa lesioni personali a carico di dirigenti e insegnanti nell’esercizio delle loro funzioni. Non si tratta dunque delle mere aggressioni verbali». Viene poi modificato l’articolo 583 quater del codice penale stabilendo un aggravamento delle pene per chi cagiona lesioni anche non gravi a dirigenti, docenti e collaboratori Ata: per le lesioni lievi, dai sei mesi a tre anni attuali si passa a due e fino a cinque anni di reclusione. «Vi è stato un aumento delle aggressioni da parte dei genitori al personale scolastico», ha sottolineato il titolare del Mim, spiegando il senso della nuova normativa e ricordando come il personale della scuola, dopo quello sanitario (per il quale sono state già introdotte regole simili) sia quello in assoluto più coinvolto dalle aggressioni.
Come cambia la valutazione del comportamento
Il nutrito pacchetto scuola approvato dal governo si completa, come detto, con il via libera a due Dpr attuativi della legge 150 del 2024 sulla valutazione e il comportamento degli studenti. Si parte dalla condotta. In caso di cinque in condotta, e comunque in caso di voto inferiore al sei, scatta la bocciatura, e vengono compresi anche i casi di bullismo grave. Tale deliberazione può essere adottata anche in presenza di comportamenti che configurano gravi e reiterate mancanze disciplinari, atti di violenza o aggressione nei confronti del personale scolastico, degli studenti; e per violazioni previste dai regolamenti di istituto.
In caso di sei in condotta (anche di fronte a tutti giudizi positivi nelle materie curriculari), «si viene rimandati a settembre», ha sottolineato Valditara, cioè si sospende il giudizio di ammissione alla classe successiva e viene assegnato un elaborato critico su tematiche inerenti alla cittadinanza attiva e solidale, da sviluppare su tematiche connesse alle ragioni che hanno determinato il voto di comportamento attribuito.
Modificate anche le sospensioni fino a 15 giorni
Con il secondo Dpr si interviene sulle sospensioni, modificando lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria. «Il principio è più scuola e non meno scuola per chi compie determinati atti», ha detto il titolare del Mim. In primo luogo vengono ampliate le situazioni che giustificano l’allontanamento dello studente dalla comunità scolastica: ai casi, già previsti dalle norme, di reati che violano la dignità e il rispetto della persona umana o di pericolo per l’incolumità delle persone, sono stati aggiunti anche gli atti violenti e di aggressione nei confronti del personale scolastico, delle studentesse e degli studenti. Inoltre, in caso di stop dalle lezioni fino a due giorni, il consiglio di classe delibera, con motivazione, attività di approfondimento (cioè compiti in più) finalizzate a riflettere sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare. Per periodi di allontanamento compresi tra tre e 15 giorni, il consiglio di classe assegna allo studente attività di cittadinanza attiva e solidale, connesse al piano triennale dell’offerta formativa (Ptof). Saranno gli Uffici scolastici regionali a individuare enti e istituzioni in cui svolgere queste attività.