
Le opposizioni giocano la carta ostruzionismo. Il disco verde finale atteso entro giovedì, poi il passaggio al Senato
Con 201 sì, 117 no e cinque astensioni arriva il disco verde della Camera alla questione di fiducia posta dal governo al decreto legge Sicurezza. L’obiettivo di esecutivo e maggioranza è incassare entro giovedì il via libera finale superando il muro dell’ostruzionismo delle opposizioni e trasmettere il testo al Senato, dove dovrà essere convertito entro il 12 giugno.
Il voto è stato preceduto dal “timbro” della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che lunedì ha rivendicato i primi sgomberi degli immobili occupati eseguiti con le nuove procedure. «Dicevano che era inutile, sbagliato, persino disumano», ha scritto la premier sui social. «E invece, grazie alle nuove norme introdotte con il decreto, in Italia sono già stati eseguiti i primi sgomberi immediati di immobili occupati abusivamente. Un risultato concreto, reso possibile da procedure che consentono finalmente un intervento veloce e il ripristino rapido della legalità. Avanti così, per tutelare i più deboli e difendere la proprietà privata».
Sabato nuova manifestazione
Parole che non placano le proteste: resta mobilitata la rete “No Dl Sicurezza”, nata per protestare contro il Ddl poi trasformato in decreto, dove sono confluite anche le modifiche chieste dal Colle. Sabato 31 maggio si terrà una nuova grande manifestazione, dopo quella di martedì che ha visto ancora scontri tra attivisti e agenti. L’Associazione italiana dei professori di diritto penale, presieduta da Gian Luigi Gatta, promuove una settimana di iniziative e riflessioni in tutta Italia, con dieci eventi aperti a studenti e cittadinanza. Severo il giudizio: con il provvedimento «vengono introdotti almeno 14 nuove fattispecie incriminatrici e inasprite le pene di almeno altri nove reati. Le condotte oggetto di criminalizzazione appaiono, nella quasi totalità dei casi, espressive di marginalità sociale o di forme di manifestazione del dissenso, con interventi che risultano per diversi profili di dubbia compatibilità con svariati principi costituzionali, compresi quelli di necessaria offensività, sussidiarietà e proporzione».
Il Pd: «Norme inumane, liberticide e inutili»
Sono gli stessi rilievi mossi in Aula dalle opposizioni. Per il deputato Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Pd, è «un decreto con norme inumane, liberticide e inutili», che rivela «un modo sbagliato di governare e un’idea sbagliata di società, dove prevale la logica securitaria: agli operai e agli studenti che protestano viene detto “statevene a casa o vi arrestiamo”. Alla domanda di protezione e alle paure dei cittadini, spesso alimentate da certa politica, si risponde solamente con l’ordine e la sicurezza». Mauri ricapitola la storia accidentata del provvedimento e punge gli azzurri: «Viene posto il tema dell’urgenza su un provvedimento che è andato in Consiglio dei ministri a novembre del 2023. Poi lo lasciano per un anno e mezzo in Parlamento e quando è nella fase conclusiva al Senato viene stoppato e il Governo vara un decreto identico solo perché la Lega voleva rivendicare a sé il tema della sicurezza durante il congresso e Salvini voleva sventolare una bandierina. Con buona pace di Forza Italia che dimostra ancora una volta di non contare niente».
Prevenzione e contrasto al terrorismo
Il primo articolo del testo introduce il reato di detenzione di materiale con finalità di terrorismo. Viene punito con la reclusione da due a sei anni chi si procura o detiene materiale contenente istruzioni sulla preparazione e l’uso di congegni bellici micidiali, armi, sostanze chimiche o batteriologiche e di ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti con finalità di terrorismo. Viene inoltre anticipata la soglia di punibilità per chi distribuisce, diffonde o pubblicizza con qualsiasi mezzo materiale contenente istruzioni per la preparazione e l’utilizzo di materie esplodenti essenziali per la commissione di reati gravemente offensivi.Nello stesso filone rientra l’introduzione di una sanzione a carico degli esercenti dell’attività di noleggio di veicoli senza conducenti, in caso di omessa comunicazione dei dati identificativi del cliente e del veicolo, per il successivo raffronto effettuato dal Centro elaborazione dati-Ced, estendendo la finalità di prevenzione del terrorismo anche ai reati di criminalità organizzata, di traffico di stupefacenti, di immigrazione, contraffazione.
Verifiche antimafia anche sul contratto di rete
Altre disposizioni rafforzano la lotta alla criminalità. Viene introdotta la figura del «contratto di rete» nel novero dei soggetti sottoposti a verifica antimafia. Il potere attribuito al prefetto di limitare alcuni effetti dell’interdittiva antimafia qualora venissero a mancare all’interessato e ai suoi familiari i mezzi di sostentamento è stato ridefinito: si prevede che potrà essere esercitato esclusivamente su documentata istanza del titolare dell’impresa individuale, e quindi non d’ufficio, e previa attività istruttoria svolta dal gruppo interforze. I benefici per i superstiti delle vittime delle mafie vengono riconosciuti anche al coniuge, convivente, parente o affine entro il quarto grado del soggetto destinatario di una misura di prevenzione prevista dal Codice antimafia ovvero di soggetti sottoposti a un procedimento penale per uno dei delitti di cui all’articolo 51, comma 3-bis, del Codice di procedura penale, quando risulti che, al tempo dell’evento, il richiedente avesse interrotto definitivamente i rapporti personali e patrimoniali.
Le novità per i beni sequestrati e confiscati alle mafie
A collaboratori e testimoni di giustizia è concessa la possibilità di costituire società “fittizie” per svolgere attività che richiedono un rafforzato livello di sicurezza. Per i beni sequestrati e confiscati si stabilisce l’immediato coinvolgimento degli enti locali per la gestione degli immobili abusivi e la competenza del giudice che, con il provvedimento di confisca, ordina la demolizione in danno, nonché una semplificazione della procedura relativa alla cancellazione delle aziende inattive; il divieto di prestare attività lavorativa alle dipendenze di un’azienda, dopo la confisca definitiva, da parte di soggetti vicini al destinatario della confisca stessa o a coloro che siano stati condannati, anche in primo grado, per il 416-bis; l’iscrizione gratuita al registro delle imprese, da parte del tribunale o dell’Agenzia, delle modifiche riguardanti le imprese sequestrate e confiscate; il soddisfacimento dei creditori prededucibili delle aziende mediante il prelievo delle somme disponibili nel patrimonio aziendale. Durante l’esame alla Camera è stato esteso il termine di impugnazione delle misure di prevenzione personali adottate dall’autorità giudiziaria da dieci giorni a trenta è stato previsto che i contributi economici agli enti locali per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico degli edifici scolastici possano essere utilizzati anche per i beni confiscati destinati all’ente locale.
Cittadinanza, revoca possibile fino a dieci anni dalla sentenza di condanna
Oltre a recepire la nuova definizione di articolo pirotecnico contenuta nella normativa comunitaria, il decreto interviene anche in materia di revoca della cittadinanza: si estende da tre a dieci anni il periodo in cui può essere esercitata nei confronti dello straniero, a decorrere dalla sentenza di condanna per i gravi reati già previsti dall’ordinamento, a condizione che possieda o possa acquisire un’altra cittadinanza.
Il delitto di occupazione abusiva degli immobili
Il decreto, come già il Ddl, introduce la nuova fattispecie di reato finalizzata al contrasto del fenomeno delle occupazioni abusive di immobile destinato a domicilio altrui o di sue pertinenze. Il delitto è punito con la reclusione da due a sette anni. È prevista la procedibilità d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità, e anche se è commesso su immobili pubblici o a destinazione pubblica. Si introduce, inoltre, una procedura volta ad accelerare la reintegrazione nel possesso dell’immobile occupato, qualora lo stesso risulti quale unica abitazione effettiva di chi denuncia. A questo iter velocizzato alludeva la premier.
Borseggi e truffe agli anziani
Viene prevista una nuova circostanza aggravante comune nei delitti non colposi contro la vita e l’incolumità pubblica e individuale, contro la libertà personale e contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio: quella di aver commesso il fatto all’interno o nelle immediate adiacenze delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane o all’interno dei convogli adibiti al trasporto passeggeri. Nella nuova formulazione, è stato ridefinito l’ambito dei delitti rispetto ai quali la nuova circostanza aggravante esprime un grado di maggiore offensività tale da giustificare l’aumento di pena. Vengono inoltre rafforzati gli strumenti di deterrenza e di repressione delle truffe agli anziani, mediante l’introduzione di una specifica ipotesi di truffa aggravata (da due a sei anni e multa da 700 a 3mila euro) con arresto in flagranza. Alla Camera è stato introdotto l’aumento della pena fino a un terzo per il reato di danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche, commesso con violenza alla persona o con minaccia, punito con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni e multa fino a 15mila euro.
L’ampliamento del Daspo urbano
Il Daspo urbano, ossia il divieto di frequentare determinate aree delle città, viene esteso a coloro che risultino denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei cinque anni precedenti, per delitti contro la persona o contro il patrimonio commessi nelle aree interne e nelle pertinenze di infrastrutture ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano. Viene inoltre esteso l’arresto in flagranza differita al reato di lesioni personali gravi o gravissime a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico, commesso in occasione di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico.
Il blocco stradale diventa reato
L’attuale illecito amministrativo per blocco stradale effettuato con il proprio corpo diventa delitto, ora punito con la reclusione fino a 1 mese o la multa fino a 300 euro. Se il fatto è commesso da più persone, la reclusione va da sei mesi a due anni. Una norma che, secondo le opposizioni, punta a punire il dissenso degli ambientalisti.
Detenute madri, ecco come cambia la stretta
L’articolo 15 interviene in materia di esecuzione della pena per donne incinte e con figli, con l’abrogazione della disposizione che prevede il rinvio obbligatorio e l’introduzione del rinvio facoltativo della pena e la previsione dell’impossibilità del rinvio facoltativo se da ciò derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. Per le donne incinte o le mamme con bambini sotto l’anno di età scatta l’obbligo per il giudice di eseguire la misura della custodia cautelare negli istituti a custodia attenuata. Entro il 31 ottobre di ogni anno il Governo dovrà presentare alle Camere una relazione.
Accattonaggio, si punisce chi usa ragazzi fino a 16 anni
Sempre per contrastare i delitti urbani considerati più molesti, il decreto aumenta la pena per l’induzione all’accattonaggio per l’impiego di minori sino a 16 anni (non più sino a 14) e introduce un’aggravante se il fatto è commesso con violenza o minaccia o nei confronti di persona minore degli anni sedici o comunque non imputabile. Il Dl autorizza anche l’assunzione a tempo indeterminato di cento unità di personale non dirigenziale del corpo della polizia locale per le esigenze della città di Palermo.
Dall’alt alla cannabis light esclusa la produzione di semi
Sono confermate le modifiche alla legge 242/2016 con l’espresso divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa coltivata. Ma è stata inserita nel decreto, nell’ambito delle coltivazioni lecite, la produzione agricola di semi destinati agli usi consentiti dalla legge entro i limiti di contaminazione stabiliti dal ministro della salute con decreto. I controlli sono affidati al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri.
Il pacchetto di norme per Polizia e militari
Viene introdotta una circostanza aggravante del delitto di violenza o minaccia e di resistenza a pubblico ufficiale se il fatto è commesso nei confronti di un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza con l’aumento di pena fino alla metà (invece di un terzo, come previsto nel Ddl). Espunto, invece, dopo il confronto con il Quirinale, il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti rispetto alle aggravanti.
L’aggravante per punire i no Ponte e i no Tav
Arriva anche l’ulteriore aggravante in caso di atti violenti commessi al fine di impedire la realizzazione di un’infrastruttura (la cosiddetta norma “anti no Ponte o no Tav”), ma viene specificato nel testo del Dl che le infrastrutture sono quelle «destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici». Debutta, inoltre, la nuova fattispecie di reato di lesioni personali a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni.
Bodycam sulle divise e armi private senza licenza
Le forze di polizia potranno indossare bodycam sulle divise, ossia dispositivi di videosorveglianza idonei a registrare l’attività operativa nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonché in ambito ferroviario e a bordo treno. La stessa facoltà è prevista nei luoghi e negli ambienti in cui vengono trattenute persone sottoposte a restrizione della libertà personale. Gli agenti sono anche autorizzati a portare armi private senza licenza quando non sono in servizio.
La tutela legale
Per gli appartenenti alle forze di polizia, al corpo nazionale dei Vigili del fuoco e alle Forze armate indagati o imputati per fatti connessi alle attività di servizio lo Stato potrà corrispondere fino a 10mila euro per le spese legali in ciascuna fase del procedimento. È prevista la rivalsa se venisse accertata la responsabilità del dipendente a titolo di dolo. Rivalsa esclusa, invece, in caso di sentenza di non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, per archiviazione e negli altri casi di proscioglimento (salvo che per i fatti contestati in sede penale sia stata accertata la responsabilità del dipendente per grave negligenza in sede disciplinare). Si potenzia, inoltre, la difesa dei beni mobili e immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche: in caso di deturpamento e imbrattamento, si rischia il carcere da sei mesi a un anno e mezzo e la multa da mille a 3mila euro, con aumento della pena detentiva nel massimo (tre anni) e della multa (fino a 12mila euro), in caso di recidiva.
Sanzioni inasprite per chi non si ferma allo stop della polizia stradale
Nel decreto c’è anche l’inasprimento delle sanzioni per violazione delle prescrizioni e degli obblighi impartiti dal personale della polizia stradale, con la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da 15 a 30 giorni in caso di recidiva per le violazioni previste.
Il giro di vite nelle carceri
Il provvedimento aumenta la pena per chi istiga alla disobbedienza delle leggi se il fatto è commesso all’interno di un istituto penitenziario o attraverso scritti o comunicazioni dirette a persone detenute. Nasce il reato di «rivolta all’interno di un istituto penitenziario», che punisce le condotte di promozione, organizzazione o direzione e partecipazione a una rivolta consumata all’interno di un istituto penitenziario da tre o più persone riunite, mediante atti di violenza o minaccia, tentativi di evasione o atti di resistenza anche passiva che impediscono il compimento degli atti d’ufficio o del servizio necessari alla gestione dell’ordine e della sicurezza. Sempre grazie all’interlocuzione con il Colle, è stato definito meglio il nucleo di rilevanza penale delle condotte di resistenza (anche passiva), circoscrivendole a quelle relative all’esecuzione di ordini impartiti «per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza». La pena è aumentata se il fatto è commesso con armi o se dalla rivolta derivino lesioni personali o la morte. Analoga fattispecie di reato viene prevista anche per i centri di trattenimento per migranti irregolari. In questo caso, per la resistenza, si fa riferimento agli ordini impartiti «per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza» nei confronti di gruppi di stranieri irregolari presenti nei soli Cpr, espungendo ogni riferimento ai centri di accoglienza.
Le novità per gli 007
Cancellata nel passaggio da Ddl a Dl una delle norme più controverse del disegno di legge, quella che imponeva alle amministrazioni pubbliche, alle università e ai centri di ricerca l’obbligo di rispondere alle richieste di collaborazione dei servizi segreti, in deroga alla normativa sulla privacy. Nel decreto sono rimaste, invece, le tutele per gli 007 in relazione ad attività di contrasto rispetto a condotte riferibili a minacce terroristiche e sovversive, e l’attribuzione della qualifica di agente di pubblica sicurezza al personale delle forze armate adibito alla tutela delle strutture delle agenzie di informazione, laddove non ne sia già in possesso.
Sim ai migranti, basta un documento di riconoscimento
Per vendere schede Sim ai migranti extra-Ue basterà che gli stranieri esibiscano un semplice documento di riconoscimento: il decreto legge non prevede, come faceva il Ddl, l’obbligo di esibire un titolo di soggiorno valido. Per chi non osserva i doveri di identificazione, si prevede la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. Si introduce, inoltre, la pena accessoria dell’incapacità di contrarre con gli operatori per un tempo da fissarsi tra i sei mesi e i due anni ai condannati per il reato di sostituzione di persona, commesso con la finalità di sottoscrivere un contratto per la fornitura di telefonia mobile. Rispetto al testo introdotto alla Camera, è stata ampliata la tipologia di documenti che il titolare dell’esercizio o dell’attività può acquisire all’atto della vendita delle Sim. Oltre al titolo di soggiorno, si potrà acquisire «o il passaporto o il documento di viaggio equipollente o un documento di riconoscimento che siano in corso di validità».
Un tutor per sostenere le vittime di usura
Per gli operatori economici che siano vittime di usura, il Dl prevede la nascita della figura del tutor, con funzioni di consulenza e di assistenza nella gestione del mutuo. Obiettivo: ridurre l’alta morosità riscontrata nella restituzione dei mutui da parte dei beneficiari e favorirne il reinserimento nel circuito economico legale. Possono fare richiesta di iscrizione all’albo, istituito presso l’Ufficio del Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, revisori legali, esperti contabili, avvocati e commercialisti iscritti ai rispettivi Ordini professionali, nonché soggetti dotati di specifiche competenze nell’attività economica svolta dalla vittima del delitto di usura e nella gestione di impresa.
Carceri e lavoro
Infine, il decreto interviene a favorire il lavoro dei detenuti, anche all’esterno, avvalendosi di organizzazioni non lucrative (enti del terzo settore) in attuazione di principi di solidarietà sociale e di sussidiarietà orizzontale, con l’estensione della definizione di «persone svantaggiate» anche ai detenuti o internati negli istituti penitenziari e agli ex degenti di ospedali psichiatrici anche giudiziari.