Fonte: La Stampa

di Fabio Albanese

L’obiettivo è di tagliare del 25 per cento il divario uomo-donna entro il 2025, soprattutto nel mondo del lavoro

«Progressi se ne sono fatti ma c’è ancora molto da fare per la parità di genere». La ministra tedesca Katarina Barley sintetizza in una frase la due giorni del G7 sulle pari opportunità, il primo nella storia del «club» dei grandi della Terra, che si è concluso questo pomeriggio, 16 novembre, a Taormina, a sei mesi di distanza dal G7 dei capi di stato e di governo che lo scorso maggio ha avuto proprio nella Perla dello Jonio il suo scenario privilegiato.
Parità di genere, violenza alle donne, tratta delle migranti, i temi sul tavolo erano tanti e tutti in qualche modo connessi tra loro. Il G7 delle ministre (tutte donne tranne il rappresentante del Giappone) allargato alla commissaria europea per la parità di genere, si chiude con una dichiarazione di intenti per riaffermare gli obiettivi comuni dei sette paesi più industrializzati sul tema pari opportunità: il rafforzamento sociale, politico ed economico delle donne e delle bambine nella società. Con un obiettivo: tagliare del 25 per cento il divario uomo-donna entro il 2025, soprattutto nel mondo del lavoro, consapevoli che tra i Paesi «nessuno ha ancora raggiunto la parità di genere de facto», come è scritto nel documento finale.
«Abbiamo individuato linee comuni e condivise per garantire a ogni donna integrità psico-fisica», ha detto al termine del vertice la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, con delega alle pari opportunità,

A.N.D.E.
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