11 Ottobre 2024
ECONOMIA/SPECIALE CRISI ECONOMICA
Fonte: La Stampa

economia

I dati dell’indicatore di Confcommercio: -1,6% sull’anno scorso. Aumentano solo le spese per beni e servizi delle telecomunicazioni. «La ripresa tarderà»

Nuovo calo dei consumi a gennaio. L’indicatore dei consumi Confcommercio (ICC) registra un calo dell’1,6% su base annua e dello 0,3% rispetto a dicembre, «evidenziando con chiarezza tutte le difficoltà dell’economia italiana, dopo due anni di recessione». Aumenta solo la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,6% in un anno). Le riduzioni più ampie per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,3%), beni e servizi per la casa (-2,2%) e abbigliamento e calzature (-2,1%).

 

«Il ridimensionamento registrato a gennaio, dopo un trimestre di stabilizzazione dei consumi – rileva Confcommercio – si aggiunge ad altri indicatori dell’economia reale che sottolineano la complessità del quadro congiunturale della nostra economia che, dopo un quarto trimestre in cui si erano registrati timidi segnali di miglioramento, sembra essersi instradata più in una fase di stagnazione che di ripresa».

 

Su base mensile, in un contesto di generalizzata tendenza alla riduzione, si rileva un modesto aumento solo per i beni e servizi ricreativi (+0,2%). Per contro il calo più significativo ha interessato la domanda per i beni e servizi per la mobilità (-1,5%). Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, evidenzia Confcommercio, «per il mese di marzo 2014 si stima una variazione congiunturale dello 0,2%, con un tasso di crescita tendenziale dell’inflazione pari allo 0,7%, in contenuto aumento rispetto allo 0,5% registrato a febbraio».

 

«Il ridimensionamento registrato a gennaio, dopo un trimestre di stabilizzazione dei consumi – rileva Confcommercio – si aggiunge ad altri indicatori dell’economia reale che sottolineano la complessità del quadro congiunturale della nostra economia che, dopo un quarto trimestre in cui si erano registrati timidi segnali di miglioramento, sembra essersi instradata più in una fase di stagnazione che di ripresa».

 

Su base mensile, in un contesto di generalizzata tendenza alla riduzione, si rileva un modesto aumento solo per i beni e servizi ricreativi (+0,2%). Per contro il calo più significativo ha interessato la domanda per i beni e servizi per la mobilità (-1,5%). Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, evidenzia Confcommercio, «per il mese di marzo 2014 si stima una variazione congiunturale dello 0,2%, con un tasso di crescita tendenziale dell’inflazione pari allo 0,7%, in contenuto aumento rispetto allo 0,5% registrato a febbraio».

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