L’obiettivo è proteggere il settore dalla concorrenza, soprattutto cinese
La Commissione europea annuncerà oggi, martedì 7 ottobre, nuove misure per proteggere il delicato mercato europeo dell’acciaio dalle importazioni a basso costo provenienti da vari paesi terzi, a cominciare dalla Cina.
In buona sostanza, il provvedimento legislativo, che andrà approvato dal Parlamento e dal Consiglio, introduce nuovi contingenti tariffari e nuovi dazi, entrambi più restrittivi. La misura è stata oggetto di accese trattative nel collegio dei commissari.
«Il nostro obiettivo è di difendere la sovranità europea anche nel campo dell’acciaio», ha spiegato il commissario al mercato unico Stéphane Séjourné, parlando a un gruppo di giornali europei, tra cui Il Sole 24 Ore.
Due le principali misure:
1) l’aumento dei dazi al 50%;
2) nel contempo una riduzione dei contingenti tariffari del 50%.
«Di conseguenza, solo il 10% del mercato europeo rimarrà aperto alla concorrenza internazionale», ossia 18 milioni di tonnellate annue, ha spiegato l’uomo politico.
In buona sostanza, l’acciaio importato entro i contingenti tariffari non sarebbe tassato, mentre l’acciaio importato oltre i contingenti tariffari verrebbe tassato al 50%, dall’attuale 25%.
La quota che rimane in libera concorrenza sarebbe anch’essa non tassata. In questo senso, la strategia comunitaria è diversa da quella decisa dall’amministrazione americana che prevede tariffe sull’acciaio importato dall’estero fin dalla prima tonnellata.
La situazione dell’industria siderurgica
La misura europea giunge in un contesto drammatico per l’industria siderurgica (che nel solo 2024 ha perso 18mila posti di lavoro). La proposta è compatibile con le regole dell’Organizzazione mondiale del Commercio, assicura la Commissione europea – sarà necessario un dialogo con i paesi terzi per decidere l’allocazione del 10% del mercato aperto alla concorrenza. A differenza delle misure prese negli anni scorsi, il nuovo provvedimento non sarà temporaneo.
In queste settimane il dibattito in seno alla Commissione europea è stato particolarmente acceso. Alcuni commissari erano dell’avviso che preservare una industria siderurgica in Europa non fosse essenziale. Altri sostenevano l’idea di produrre sul continente solo acciaio verde o di altissima qualità. Hanno avuto la meglio coloro che vogliono mantenere i siti produttivi e garantire una sovranità europea, producendo acciaio anche per la difesa e l’automobile.
Il provvedimento, secondo il commissario Séjourné, comporterà un aumento dei prezzi del 3%, in media.
«Secondo i nostri calcoli, l’acciaio costerà 50 euro in più per una auto, e un euro in più per una lavatrice». Come detto, aumentando i dazi al 50%, l’Unione europea si allinea in parte alle tariffe americane sull’acciaio. «Ciò non toglie che continuiamo il dialogo con Washington per trovare un accordo di più ampio respiro». In campo siderurgico, l’import europeo dagli Stati Uniti è limitatissimo.
A tutta prima le nuove misure dovrebbero essere accolte positivamente dal settore. Da tempo Eurofer, l’associazione europea di categoria, chiedeva provvedimenti più drastici per difendere l’acciaio europeo, rispetto a quelli già introdotti nel 2018 e nel 2024. Il provvedimento comunitario è stato oggetto di indiscrezioni nei giorni scorsi, indiscrezioni che hanno provocato un forte aumento delle importazioni per evitare il dazio addizionale (oggi, come detto, la tariffa è del 25%).
