POLITICA
Fonte: La Stampa
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Il Colle: «Aveva chiesto lui di essere ricevuto». Fra una settimana la decisione del Tribunale sul leader Fi: andrà ai domiciliari o sarà affidato ai servizi sociali

ROMA

A poco più di una settimana dalla decisione del Tribunale sul suo destino prossimo, Silvio Berlusconi sale al Quirinale per incontrare Giorgio Napolitano. Al centro del colloquio – inevitabilmente – l’agibilità politica del leader di Forza Italia. Deciso – spiegano fonti vicine al leader azzurro – a tentare qualsiasi strada per evitare un lungo periodo fuori dalla scena.

 

Una nota del Quirinale spiega che l’incontro è avvenuto in risposta ad una richiesta in tal senso avanzata dall’ex premier: «Il presidente della Repubblica Napolitano – recita il comunicato ufficiale del Colle – ha ricevuto questa sera al Quirinale il presidente di Forza Italia, Berlusconi, che aveva chiesto di potergli illustrare le posizioni del suo partito nell’attuale momento politico», si legge nella nota.

 

IL CONTO ALLA ROVESCIA

Il 10 aprile il tribunale di Milano deciderà se affidare Berlusconi ai servizi sociali o mandarlo agli arresti domiciliari. La settimana scorsa il leader di Forza Italia, riferiscono fonti parlamentari azzurre citate dall’agenzia Agi, ha chiamato il Quirinale per parlare con Napolitano. Era la vigilia dell’incontro tra il Capo dello Stato e il presidente americano, Barack Obama. In quell’occasione, l’ex premier ha illustrato al Capo dello Stato le sue perplessità sull’azione dell’Unione europea e degli Usa riguardo la crisi ucraina, comunicando al presidente della Repubblica informazioni legate ai suoi contatti diretti con Vladimir Putin. Sempre in quell’occasione, l’ex presidente del Consiglio ha avanzato una richiesta specifica alla prima carica dello Stato: un incontro per parlare del percorso delle riforme e per illustrare, come informa in serata una nota del Colle, «le posizioni del suo partito nell’attuale momento politico». Del resto Berlusconi, viene fatto notare, è il capo di una forza politica e in quanto tale qualsiasi richiesta di incontro non può rimanere inascoltata.

 

ITALICUM E RIFORME COSTITUZIONALI

Il leader azzurro ha varcato oggi il portone del Quirinale. Sul tavolo, il percorso delle riforme, la ribadita volontà di Berlusconi di appoggiare il “pacchetto” portato avanti da Matteo Renzi, a partire dalla legge elettorale e dalle riforme costituzionali. Ma – spiegano fonti di Forza Italia – l’ex premier avrebbe anche manifestato al presidente della Repubblica tutta la sua preoccupazione in vista del 10 aprile. Berlusconi, spiegano fonti azzurre, mette in conto il fatto che sarà costretto per un periodo a dover fare i conti con la giustizia. Ma l’ex capo dell’esecutivo vorrebbe conservare la sua agibilità politica, soprattutto in vista della campagna elettorale per le Europee e del percorso delle riforme in Parlamento. Sarebbe interesse di tutte le istituzioni, compresa la carica più alta dello Stato, è il ragionamento, che il capo di una forza politica così importante e rappresentativa di quasi 10 milioni di voti, conservasse la possibilità di guidare il suo partito e di restare sulla “scena”. «Dalla decisione del 10 aprile dipende non solo l’efficacia delle riforme in cantiere, ma la loro stessa legittimità», scrive oggi il “Mattinale”. «Sarebbe interesse di un presidente del Consiglio, che punti ad essere non una meteora fosforescente e acrobatica ma uno statista che ama l’Italia, porsi il problema in termini seri e gravi. E così il Capo dello Stato», aggiunge la nota politica azzurra.

 

L’AGIBILITA’ POLITICA

Ed è questa, spiegano i fedelissimi del Cav, la “causa” per cui Berlusconi sarebbe andato a perorare direttamente al Colle. E che vorrebbe, almeno nelle intenzioni, sottoporre anche all’attenzione di Renzi, anche se al momento non è previsto, come conferma Giovanni Toti senza tuttavia escluderlo in futuro, alcun incontro. Berlusconi è convinto che l’obiettivo da perseguire in questo momento è quello di arrivare al completamento dell’iter delle riforme. La preoccupazione – sottolineano fonti di FI e che accomuna anche il Pd, che ne ha parlato nella riunione del direttivo oggi al Senato – è che con Berlusconi fuori dai giochi il patto con Renzi possa saltare. Del resto, osserva un big azzurro, non mancano i mal di pancia nel partito, di chi vorrebbe che Forza Italia non sia più la “sponda” del governo e si differenziasse. Ad acuire i malumori, poi, la partita sulle candidature Europee e le esclusioni di “peso”, che potrebbero, una volta uscito di scena il Cavaliere, portare Forza Italia a disattendere la parola data sulle riforme. Ma l’ex premier tiene il punto. Pur consapevole che gli equilibri sono delicati. Questa mattina anche sul voto che abroga il reato di clandestinità gli azzurri si sono espressi in ordine sparso. Ma dietro il comportamento in Aula si nasconde un malessere più profondo, dettato dai sondaggi che non sarebbero entusiasmanti e dall’elevata aleatorietà sul futuro del partito. Al di là dei contrasti sulle liste, c’è il problema dei fondi: in cassa non ci sono soldi, tanto che una parte dei dipendenti potrebbe dover ricorrere alla cassa integrazione. Poi c’è, sottolineano fonti del partito, il tema successione. Berlusconi insiste col dire, ai suoi interlocutori, di non volere che i figli subiscano la stessa persecuzione di cui lui è vittima da vent’anni. E, quindi, di non volere che scendano in politica. La questione si porrà, semmai, ragiona un azzurro della prima ora, quando si andrà al voto per le politiche. Ma, riferiscono più fonti forziste, Barbara sarebbe sempre più tentata dal misurarsi e starebbe insistendo nel chiedere più spazio.

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