Non è più citata la parola “uscita” dai combustibili fossili mentre resta l’indicazione di triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppio dell’efficienza energetica al 2030. L’Ue: non possiamo accettarla

Una nuova bozza di accordo, ridotta da 27 a 21 pagine, è stata diffusa dalla presidenza della Cop28 in corso a Dubai. La nuova bozza riconosce la necessità «di una riduzione profonda, rapida sia del consumo che della produzione di combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo, in modo da raggiungere lo zero netto entro, prima o intorno al 2050, come raccomandato dalla scienza». Non è più citata la parola «uscita» dai combustibili fossili mentre resta l’indicazione di triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppio dell’efficienza energetica al 2030.
Il testo proposto dalla presidenza della Cop28 per raggiungere un accordo esorta le parti ad «accelerare nelle tecnologie a zero e a basse emissioni, comprese, tra le altre, le energie rinnovabili, il nucleare, le tecnologie di abbattimento e rimozione, comprese la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio, e la produzione di idrogeno a basso contenuto di carbonio, in modo da potenziare gli sforzi verso la sostituzione delle tecnologie fossili nei sistemi energetici».
Il presidente Sultan al-Jaber ha esortato i paesi a compiere ulteriori progressi verso un accordo sul cambiamento climatico nelle aree in cui vi sono ancora divari tra le nazioni, compreso il linguaggio relativo ai combustibili fossili. Riferendo al vertice che sono stati compiuti progressi, ha affermato che «abbiamo ancora molto da fare». Infatti, la Francia, in accordo con la delegazione dell’Unione Europea, considera «insufficiente» la bozza di accordo presentata dalla presidenza emiratina della COP28 e chiede una maggiore ambizione nell’abbandonare i combustibili fossili. «Ci sono elementi che non sono accettabili così com’è», ha dichiarato la ministra Agnès Pannier-Runacher a Dubai. Anche la ministra dell’Ambiente spagnola Teresa Ribera, in rappresentanza dell’Unione Europea, ha giudicato il testo «chiaramente insufficiente».

India raddoppierà produzione carbone entro 2030 a 1,5 mld di tonnellate
Nel frattempo l’India intende raddoppiare la produzione di carbone a 1,5 miliardi di tonnellate entro il 2029/2030. Lo rende noto un comunicato del ministero del Carbone di Nuova Delhi, durate gli ultimi giorni della Cop28 di Dubai, proprio dove si sta negoziando un graduale abbandono dei combustibili fossili. L’obiettivo è raggiungere l’autosufficienza del Paese. Tra le principali iniziative in questa direzione, vi sono a modifica della legge sulle miniere del 1957 per consentire alle miniere vincolate all’energia di vendere fino al 50% della loro produzione annuale e l’aumento delle tecnologie di estrazione di massa, ma anche l’apertura di nuovi siti e la modernizzazione di quelle esistenti. Il testo afferma che i nuovi progetti saranno soggetti a «varie misure ambientali», come quelle di controllo dell’inquinamento dell’acqua e dell’aria, ma non le menziona in modo specifico.

«Il fallimento non è un’opzione»
Il presidente del vertice sul clima COP28, Sultan Al Jaber, aveva esortato domenica i negoziatori a lavorare di più per trovare un consenso mentre la conferenza entra nella fase finale dei colloqui incentrati su una proposta di accordo primo nel suo genere per eliminare gradualmente l’uso mondiale di petrolio, gas e carbone.
«Il fallimento non è un’opzione. Voglio che ciascuno sia pronto ad accettare compromessi», «le ragioni di ognuno saranno ascoltate», «attendo soluzioni».
I negoziati per raggiungere un accordo finale «stanno facendo buoni progressi» ha aggiunto Al Jaber, dando conto di una accelerazione rispetto al 9 dicembre sera, ma il tempo scorre e il nodo principale sull’uscita (phase out) graduale dalla produzione di carbone, petrolio e gas resta in piedi.

Guterres: «Su clima siamo quasi fuori tempo massimo»
«Non possiamo continuare a calciare il barattolo lungo la strada. Siamo fuori strada e quasi fuori tempo» massimo sui cambiamenti climatici. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, intervenuto in conferenza stampa in occasione della conferenza sul clima Cop 28. «E’ il momento di dare il massimo per negoziare in buona fede e raccogliere la sfida», ha affermato Guterres, spiegando che i negoziatori dovranno ora concentrarsi sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla giustizia climatica. Il segretario generale ha quindi ribadito l’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale.
«Il nostro pianeta è a pochi minuti dalla mezzanotte per quanto riguarda il limite degli 1,5 gradi. E l’orologio continua a fare tic tac», ha avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite. «Siamo in una corsa contro il tempo» per limitare il riscaldamento globale, ha ricordato Guterres. «Abbiamo bisogno di un risultato ambizioso che dimostri un piano decisivo in ambito climatico per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi e proteggere coloro che sono in prima linea nella crisi climatica», ha aggiunto.

Le divisioni in campo
I colloqui di Dubai hanno evidenziato profonde divisioni internazionali sul ruolo futuro dei combustibili fossili che hanno complicato gli sforzi di quasi 200 paesi per raggiungere un accordo prima della fine prevista del vertice il 12 dicembre.
Il mercato di Piazza affari ha terminato la seduta incerto. L’indice FTSE Mib ha registrato una variazione di +0,11% a 30435.83 punti. L’indice FTSE All Share è in lieve rialzo del 0,09% a 32420.92 punti….
Al Jaber ha riferito di aver chiesto a tutti i paesi di suggerire una formulazione per un consenso sui combustibili fossili.
Arabia Saudita e Iraq (membri dell’Opec) hanno subito ribadito il proprio no adducendo che non è il momento di abbandonare le fonti fossili perché sarebbe anche un danno per l’economia mondiale. Bisogna per ora puntare sulla tecnologia.
L’OPEC ha inviato una lettera ai suoi membri e sostenitori il 6 dicembre chiedendo loro di opporsi a qualsiasi linguaggio che prenda di mira i combustibili fossili in un accordo alla COP28.
Il più grande produttore dell’OPEC e leader de facto, l’Arabia Saudita, insieme alla Russia, all’Iraq e altri, hanno sostenuto che l’attenzione della COP28 dovrebbe concentrarsi sulla riduzione delle emissioni, non sul prendere di mira le fonti di carburante che le causano.
Il principale inviato cinese per il clima,Xie Zhenhua, ha dichiarato sabato che un accordo può essere considerato un successo solo se include un accordo sui combustibili fossili – anche se non ha detto se Pechino sosterrà un accordo di “eliminazione graduale”.
«Le posizioni sulla questione sono attualmente molto polarizzate e la Cina sta cercando di trovare una soluzione che sia accettabile per tutte le parti e che possa risolvere i problemi», ha affermato, descrivendo la COP28 come il vertice sul clima più difficile della sua carriera.
L’ultima versione del testo pubblicata venerdì, mostra che i paesi stanno ancora valutando una serie di opzioni: dall’accordo su una “eliminazione graduale dei combustibili fossili in linea con la migliore scienza disponibile”, all’eliminazione graduale dei “combustibili fossili senza sosta”, senza includere alcuna menzione.
Abbattere i combustibili fossili significa in genere ridurre il loro impatto sul clima catturando e immagazzinando le emissioni di anidride carbonica.

Gli impegni presi
La conferenza ha prodotto una serie di altri impegni da parte dei paesi per raggiungere obiettivi come triplicare la diffusione delle energie rinnovabili e dell’energia nucleare, ridurre l’uso di carbone e ridurre le emissioni del potente gas serra metano.
L’Agenzia internazionale per l’energia ha dichiarato che questi impegni, se mantenuti, ridurrebbero le emissioni globali di gas serra legate all’energia di 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente nel 2030.
Sebbene la cifra sia sostanziale, rappresenta solo circa un terzo del divario di emissioni che deve essere colmato nei prossimi sei anni per limitare il riscaldamento a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come concordato nell’accordo di Parigi del 2015.
«Per mantenere l’1,5°C a portata di mano è necessario un declino ordinato e giusto dell’uso globale di combustibili fossili», ha affermato il direttore esecutivo dell’Agenzia, Fatih Birol, in un post su X.
Il lavoro diplomatico impera nel rush finale. Con un accordo forte «ci sarà un beneficio per ciascuno e ovunque», ha assicurato il presidente della Cop28 rilevando «l’opportunità unica di ottenere un risultato trainato dalla scienza, e che può aiutare a trasformare le economie per le prossime generazioni».
Papa Francesco durante l’Angelus di domenica ha chiesto di «pregare perché si arrivi a buoni risultati per la cura della nostra casa comune e la tutela delle popolazioni».
Nella giornata dedicata all’agricoltura, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha annunciato che “la prossima Presidenza italiana del G7, nel 2024, continuerà a promuovere un’agenda integrata e ambiziosa sul clima e sui sistemi alimentari”, annunciando che “l’Italia contribuirà con 10 milioni di euro per catalizzare investimenti più ampi in piani integrati di cibo e clima nei paesi in via di sviluppo”.

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