
Tanti leader presenti alla messa di inizio pontificato di domenica
L’elenco è quasi completo, salvo aggiunte e cancellazioni dell’ultimo minuto. Per l’insediamento di Leone XIV di domenica sono già oltre 200 le delegazioni ufficiali in arrivo a San Pietro da tutto il mondo.
Per gli Stati Uniti, oltre al già annunciato vicepresidente, il cattolico JD Vance, ci sarà anche il segretario di Stato americano Marco Rubio, anche lui cattolico. E poi i reali di Spagna, Felipe e Letizia, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, il premier inglese Keir Starmer (accompagnato anche dal principe Edoardo), il presidente francese Emmanuel Macron, quello israeliano Isaac Herzog, mentre l’ucraino Volodymyr Zelensky non ha ancora confermato la sua presenza. E ancora il principe Alberto di Monaco: che ha raccontato della devozione della madre, la celebre attrice di Hollywood Grace Kelly, cattolica di origine irlandese, per la Vergine del Santo Rosario.
Fra gli altri ospiti, si attendono Mark Carney, primo ministro del Canada, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente libanese Joseph Aoun. L’Italia sarà rappresentata dal presidente Mattarella e dalla premier Giorgia Meloni. Ha dato forfait invece (ma invierà una delegazione) il presidente argentino Javier Milei: perché domenica ci saranno le elezioni amministrative a Buenos Aires.
La cerimonia, a cui sono attesi 250 mila fedeli, sarà molto suggestiva, come sempre per l’insediamento di un Pontefice. La celebrazione inizierà dalla tomba di San Pietro, primo Papa, sotto l’altare centrale della Basilica, dove Leone XIV sarà accompagnato anche dai patriarchi e arcivescovi delle Chiese orientali cattoliche, a Roma per il loro Giubileo. Poi il Papa uscirà da San Pietro, accompagnato dalla processione dei cardinali, fra il canto di inni sacri e le litanie dei santi. La solenne Messa sarà celebrata in latino, con il Vangelo letto anche in greco: una tradizione che risale ai primi secoli del cristianesimo, quando il greco era l’idioma principale della Chiesa, essendo allora la lingua franca, un po’ come l’inglese di oggi, in tutto il Mediterraneo. E poi rappresenta il legame con le Chiese orientali cattoliche.
Leone XIV terrà invece la sua attesissima omelia in italiano, che ha dimostrato di conoscere alla perfezione, mentre letture e preghiere saranno in diverse lingue: dopotutto «cattolica» significa «universale».
Ma prima ci sarà il rituale «Atto di obbedienza» del Collegio cardinalizio, con cui i porporati sanciscono ufficialmente l’unione e la comunione col Pontefice. Ma saranno anche alcuni rappresentanti del «Popolo di Dio», cioè i fedeli, a giurare obbedienza al Papa. Che durante la celebrazione riceverà i simboli più importanti del suo ministero: il pallio petrino, la striscia di lana di agnello che gli sarà imposta dal cardinale protodiacono e simboleggia il «Pasci le mie pecore», detto da Gesù a Pietro, e l’Anello del Pescatore. Anche qui c’è un riferimento evangelico, dal «Ti farò pescatore di uomini», detto sempre a Pietro «roccia» della Chiesa, da Cristo.
La celebrazione durerà più o meno due ore e si chiuderà con la recita del Regina Caeli, che nel periodo pasquale sostituisce l’Angelus.