POLITICA
Fonte: La Stampa
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“Nessuno dei nostri tra i sottosegretari”. Oggi le nomine,
per Moavero pronto un ruolo da superconsulente

ROMA

I lettiani dicono di no: nessuno entra nella squadra di Matteo Renzi, nessuna collaborazione con l’«usurpatore» di Palazzo Chigi. Nei giorni scorsi era girato il nome di Paola De Micheli per una delega economica, ma l’ipotesi è naufragata insieme al tentativo di riagganciare in qualche modo Enrico Letta dopo lo strappo della crisi di governo. Ci dovrebbe essere una sola un’eccezione, quella di Vito De Filippo, ex governatore della Basilicata: non era stato messo in lista nella sua Regione alle elezioni politiche con la promessa che sarebbe entrato nel governo Bersani. Poi i risultati elettorali e gli eventi politici capovolsero le aspettative di una vittoria netta del centrosinistra e nacque il Letta, il quale preferì non nominare ministro nessuno dei più stretti collaboratori. Ora però Letta avrebbe dato il via libera solo ed esclusivamente a De Filippo. Per il resto, lui e Renzi ognuno per la sua strada.

 

La lunga trattativa sull’assetto del governo si concluderà stamane con le nomine al Consiglio dei ministri. Dovrebbero essere accontentati tutti i partiti, grandi e piccini. Il più grande cioè il Pd sarà accontentato in tutte le sue correnti: 25 su 45-46 viceministri e sottosegretari che completeranno la squadra di Renzi. La minoranza dovrebbe confermare gli otto esponenti uscenti tra i quali Filippo Bubbico che da viceministro dell’Interno dovrebbe avere la delega alla coesione sociale da cui passano i fondi europei. In quota minoranza Pd rimane nel governo Giovanni Legnini, ma non più sottosegretario all’Editoria: dovrebbe traslocare allo Sviluppo economico. All’editoria invece dovrebbe approdare Antonello Giacomelli, un fedelissimo del ministro della Cultura Dario Franceschini.

 

Un novità importante riguarda l’ex ministro  agli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi. Sono state molte le pressioni fuori da Palazzo Chigi affinché questo grande esperto di vicende comunitarie rimanesse al suo posto. Alla fine sembra che Renzi preferisca mettere in questo dicastero nevralgico per i rapporti con Bruxelles uno più vicino a lui (Sandro Gozi). Ma delle competenze di Moavero ci sarà bisogno durante il semestre europeo a guida italiana. Così sarebbe stata pensata una carica su misura per l’ex ministro: una sorta di superconsulente del presidente del Consiglio. In sostanza a Palazzo Chigi verrà creata una task force che dovrebbe affiancare il premier nei lavori del semestre e a capo di questa struttura ci potrebbe essere Moavero Milanesi. Un incarico quindi a tempo.

 

Tra le novità si fa largo l’ipotesi di nominare un sottosegretario ad hoc per l’Agenda digitale (il piano per portare l’Italia nel futuro della tecnologia informatica). Si fa il nome di Paolo Coppola, uno dei massimi esperti in materia, docente di informatica a Udine, parlamentare renziano del Pd molto vicino a Debora Serracchiani. Dovrebbe essere un sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico dove un altro sottosegretario, l’economista Claudio De Vincenti, potrebbe avere la delega alle telecomunicazioni e frequenze. In questo modo si pensa di risolvere il problema sorto con la nomina a ministro dello Sviluppo economico di Federica Guidi considerata vicina a Silvio Berlusconi.

 

Circolava l’ipotesi di un ritorno di Cecile Kyenge non più come ministro ma con la delega sempre all’Integrazione presso Palazzo Chigi. Kyenge non sarà sottosegretaria. Per questa carica ieri sera si faceva il nome del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, venuta alla ribalta delle cronache per gli sbarchi nell’isola.

Sarebbe una new entry, un sindaco, come piace a Renzi. Tra i nuovi arrivi ci sarà quello di Enrico Costa (Ncd), viceministro alla Giustizia, di Benedetto Della Vedova (Scelta civica), sottosegretario all’Economia, di Irene Tinagli (sempre Scelta civica). Altre new entry potrebbero essere Andrea Olivero (Popolari per l’Italia), Bruno Tabacci del Centro democratico (forse come viceministro allo Sviluppo economico), e il segretario socialista Riccardo Nencini, probabile viceministro alla Cultura.

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