Si tratta di 39 articoli nei quali sono comprese 14 nuove fattispecie di reato con 9 aggravanti inedite. Inasprimenti di pena per terrorismo, blocchi stradali, occupazioni di immobili e violenze durante le manifestazioni
Trentanove articoli, 14 nuove fattispecie di reato, 9 aggravanti inedite. È il contenuto del decreto Sicurezza del governo approvato ieri in via definitiva, con l’ok del Senato. Il testo prevede inasprimenti di pena sul fronte del terrorismo, dei blocchi stradali, delle occupazioni di immobili, delle truffe agli anziani. Non saranno più sospese quelle per le madri incinte, mentre è giro di vite per i reati commessi vicino alle stazioni.
Blocchi stradali, ora si rischia l’arresto
Dalla norma «anti-Ghandi» a quella contro i no Tav e i no Ponte. Passando per la stretta sugli ecovandali e contro chi compie danneggiamenti con minacce e violenza contro la persona durante le manifestazioni. I blocchi stradali — come quelli ferroviari — sono illeciti penali e non più amministrativi. Chi ostruisce il passaggio di veicoli o persone su strade o ferrovie, rischia un mese di carcere e 300 euro di multa, ma se ciò avviene con più persone la pena massima è di sei anni. Sul fronte delle proteste contro la realizzazione di opere pubbliche o di infrastrutture strategiche scatta invece un’aggravante nei confronti di chi minaccia o compie atti di violenza contro un pubblico ufficiale e per interrompere i lavori, mentre chi imbratta un bene mobile o immobile con funzioni pubbliche (ad esempio, un’auto della polizia o una caserma dei carabinieri) «per ledere onore, prestigio e decoro» dell’istituzione alla quale appartengono, si applica la pena da sei mesi a un anno e mezzo e da mille a 3mila euro di multa. Da un anno e mezzo a cinque anni di carcere — e fino a 15 mila euro di multa — per chi infine compie danneggiamenti durante cortei e sit-in. Previsto anche l’arresto in differita.
Per chi occupa casa fino a sette anni di reclusione
Per l’«occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui» — e delle pertinenze, come garage e cantine — è prevista la reclusione da due a sette anni. Ma la normativa sugli immobili occupati comprende anche l’avvio di una procedura d’urgenza per il rilascio del bene e la sua riconsegna ai legittimi proprietari, e prende in considerazione la non punibilità dell’occupante che decide di collaborare con le autorità all’accertamento dei fatti e lasciando volontariamente l’immobile.
L’articolo 634 bis del Codice penale colpisce «chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze, ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente». Viene punito anche chi «si appropria di un immobile destinato a domicilio altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l’immobile occupato» e «il delitto è punito a querela della persona offesa. Si procede d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità».
Armi e ordigni: condanne severe a chi insegna a fabbricarle
La detenzione di materiale contenente istruzioni per commettere atti di terrorismo viene punita da due a sei anni di carcere. Viene colpito più severamente di ora chi fornisce informazioni per la preparazione e l’utilizzo di armi e ordigni di tutti i tipi, compresi quelli composti da sostanze chimiche e batteriologiche, sfruttando qualsiasi canale anche web. Le nuove norme anti-terrorismo possono essere applicate anche al traffico di droga, criminalità organizzata, contraffazione e immigrazione clandestina. Saranno puniti i titolari di noleggio veicoli senza conducente che ometteranno di comunicare alle autorità i dati dei clienti, per non consentire alle forze dell’ordine di incrociarli con le informazioni in loro possesso. Sui servizi segreti, stralciata la norma che imponeva ad amministrazioni pubbliche, università e centri di ricerca di fornire collaborazione, è stata invece confermata la tutela per gli agenti impegnati in operazioni anti-terrorismo, mentre il personale delle forze armate impegnato nella difesa delle strutture delle agenzie di informazione avranno la qualifica di agente di pubblica sicurezza.<
Spese legali per i poliziotti indagati
Sul personale delle forze dell’ordine, ma anche per militari e Vigili del fuoco, è prevista una rivoluzione: se indagati o imputati per fatti collegati al servizio, lo Stato coprirà fino a 10 mila euro le loro spese legali per ogni fase del procedimento, con rivalsa in caso di responsabilità dolosa, che invece è esclusa nei casi di non luogo a procedere, prescrizione, archiviazione e proscioglimento. Via libera anche alle body cam sulle divise nei servizi di ordine pubblico (anche le manifestazioni), controllo del territorio, vigilanze, a bordo dei treni, così come in carceri e Cpr. Il personale delle forze dell’ordine è anche autorizzato al porto di armi private senza licenza, oltre a quella d’0rdinanza e anche quando non è in servizio. Sempre a difesa delle forze dell’ordine, è stata quindi introdotta un’aggravante per i reati di violenza, minaccia e di resistenza a pubblico ufficiale con un aumento fino alla metà della pena. Collegato a questa norma anche l’aggravamento delle conseguenze per chi non rispetta prescrizioni e obblighi da parte della polizia stradale, come non fermarsi all’alt di una pattuglia: sospensione della patente da 15 a 30 giorni.
Madri o donne incinte: la pena non è sospesa
Per l’esecuzione della pena relativa a donne incinte o mamme con bambini sotto un anno di età c’è adesso l’obbligo per il giudice di eseguire la misura della custodia cautelare negli istituti a custodia attenuata. In pratica l’articolo 15 del dl Sicurezza abroga il rinvio obbligatorio della pena, quello facoltativo e la previsione dell’impossibilità del rinvio facoltativo, se da ciò derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. Sempre in materia carceraria nasce il reato di «rivolta all’interno di istituto penitenziario», con pene aumentate a chi istiga alla disobbedienza delle leggi, anche con scritti o comunicazioni dirette ai detenuti. Per rivolta si intendono condotte di promozione, organizzazione o direzione e partecipazione di tre o più persone riunite, mediante atti di violenza o minaccia, tentativi di evasione o atti di resistenza anche passiva. Analoghe misure saranno applicate nei Cpr. D’ora in poi uno straniero extra Ue dovrà mostrare anche il permesso di soggiorno, oltre a un documento d’identità, per acquistare una scheda sim, pena la chiusura dell’esercizio commerciale da 5 a 30 giorni.
Canapa: giro di vite sulle coltivazioni
Il dl Sicurezza modifica la legge 242/2016 sulla cannabis (dedicata in particolare alla promozione delle coltivazione e della filiera agroindustriale delle canapa) specificando che la disciplina non si applica ai prodotti costituiti da infiorescenze di canapa anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, oppure contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati. Viene tuttavia specificato che le coltivazioni di canapa sono autorizzate solo al florovivaismo professionale. E inoltre la norma ribadisce comunque il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa coltivata. Rispetto al testo introdotto dalla Camera, nell’ambito delle coltivazioni lecite, è stata inserita nell’ambito delle coltivazioni lecite la produzione agricola di semi destinati agli usi consentiti dalla legge entro i limiti di contaminazione stabiliti dal decreto del ministro della Salute. I controlli e anche l’emissione delle sanzioni sono stati affidati al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri.
Lotta all’accattonaggio e al degrado in stazione
Giro di vite per chi commette reati nei dintorni delle stazioni ferroviarie, già oggetto di operazioni «ad alto impatto», disposte dal Viminale, sull’accattonaggio e sul degrado in generale. Nel dettaglio è stata prevista una nuova circostanza aggravante per i delitti dolosi contro la vita e l’incolumità pubblica e individuale, la libertà personale e il patrimonio commessi all’interno o nelle vicinanze di stazioni ferroviarie e delle metropolitane o anche sui convogli. Aumentata la pena per l’induzione all’accattonaggio con impiego di minori fino a 16 anni, aggravata se con violenza, minaccia o su minore di 16 anni o comunque non imputabile. Il Daspo urbano (Dacur) viene esteso a persone denunciate o condannate, anche con sentenza non definitiva, nei 5 anni precedenti per delitti contro la persona e il patrimonio all’interno o nelle pertinenze di infrastrutture ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano: in pratica questi soggetti non potranno circolare in tali aree dopo l’emissione del provvedimento nei loro confronti. Il Dacur può durare fino a un massimo di due anni nei casi di recidiva.
Truffe agli anziani, c’è l’arresto in flagranza
Il dl Sicurezza dispone anche un rafforzamento degli strumenti di deterrenza e di repressione in materia di truffe agli anziani con l’introduzione di una specifica fattispecie di ipotesi di truffa aggravata con arresto in flagranza. La pena prevista è compresa fra due e sei anni, con multa da 700 a 3mila euro. Una svolta dopo anni di raggiri ai danni di pensionati presi di mira da vere e proprie organizzazioni, quasi sempre con base nel napoletano, composte da «telefonisti» che selezionano le vittime, individuate sugli elenchi del telefono o attraverso interviste di mercato, per poi ingannarle con il trucco del finto figlio o del finto nipote che rischia l’arresto per aver causato gravi incidenti stradali o per non aver pagato debiti oppure ancora un pacco da ritirare alle Poste. Gli anziani vengono quindi indotti a pagare, con soldi e gioielli, ritirati da emissari di falsi carabinieri, avvocati, direttori di filiale, gestiti sul territorio con «citofoni» — ovvero cellulari forniti dai capi delle organizzazioni — e auto a noleggio o biglietti del treno per tornare a Napoli. In generale soltanto nel 2024 le truffe agli over 65 in Italia sono state quasi 43 mila, ma per paura e vergogna sono tanti a non denunciare.