ECONOMIA
Fonte: Corriere della Sera

L’imposta sostitutiva sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia sale dal 12 al 26%. La disoccupazione sale al 12,8% nel 2014, sotto al 12% solo nel 2017

Il governo è alla prima prova economica. Oggi 8 aprile, il Consiglio dei ministri ha varato il Documento di economia e finanza (Def) che delineerà il Piano nazionale delle riforme. Un documento con «numeri prudenti», chiarisce il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che spera che «siano smentiti dalla realtà». «Confermiamo tutti gli impegni che ci siamo presi nel momento in cui abbiamo ricevuto l’incarico», ha detto Renzi presentando il documento durante la conferenza stampa a palazzo Chigi alla fine del Cdm. «Oggi approviamo il taglio del cuneo fiscale. Dopo il dl lavoro, ad aprile affrontiamo la Pubblica amministrazione, a maggio il fisco, a giugno la giustizia. E il prossimo passo sarà lo sforbicia-Italia, quello sulle società municipalizzate, sulle scuole e l’idrogeologico». Il passaggio del Def in Parlamento avverrà in Parlamento il 17 aprile.

 

L’asso nella manica

Confermato il taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale su base annua. Per il 2014, partendo il provvedimento da maggio, serviranno 6,7 miliardi: 4,5 miliardi verranno dalla spending review, spiega Renzi, mentre altri 2,2 miliardi verranno dall’aumento del gettito Iva e dall’aumento della tassazione sulla rivalutazione di Bankitalia.Sale infatti al 26% (dal 12% attuale) l’imposta sulle plusvalenze delle quote Bankitalia.«Arriveranno dalle banche», semplifica Renzi. Una misura che viene considerata del tutto «inaspettata, illogica e ingiusta», dal direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini.La copertura sarà varata con un decreto che verrà approvato il 18 aprile perché necessita un passaggio in Parlamento che avverrà il 17. Il taglio permetterà di sostenere circa dieci milioni di persone.«Mettere 80 euro nelle tasche di chi guadagna 1.500 euro è rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani, anche restituire un minimo di speranza e fiducia. È un passaggio decisivo», ha detto Renzi. I tagli proseguiranno nel 2017, per arrivare a 17 miliardi complessivi nel 2015, e 32 miliardi nel 2016. I dettagli sulle fasce sociali che beneficeranno del provvedimento saranno decisi proprio nel decreto, e «ci sarà una soluzione anche per gli incapienti», cioè chi guadagna talmente poco da essere esente dall’Irpef, assicura Renzi.

 

Risalita debole, si migliora dal 2015

L’effetto espansivo delle riforme si manifesterà «debolmente» nel 2014 per poi risultare «via via più pronunciato» negli anni successivi. Lo si legge nella bozza del Piano nazionale delle riforme (Pnr) allegato al Def. In particolare il Pil risulterebbe maggiore di 0,8 punti percentuali nel 2014, dell’1,3% nel 2015, dell’1,6% nel 2016, dell’1,8% nel 2017. Si tratta di una stima «ragionevole», secondo il ministro Pier Carlo Padoan. La morsa della disoccupazione dovrebbe, dopo un’ulteriore stretta, gradualmente allentarsi: a fronte di un 12,2%, registrato nel 2013, le previsioni parlano di un tasso che dovrebbe schizzare al 12,8% nel 2014, per poi scendere al 12,5% nel 2015, al 12,2% nel 2016. Per scendere sotto il 12% bisognerà aspettare il 2017 (stima 11,6%).Anche la pressione fiscale in una prima fase dovrebbe crescere, al 44% dal 43,8% del 2013, per poi scendere al 43,7% nel 2016 e al 43,5% nel 2017. Migliora lentamente anche il rapporto deficit-pil, che secondo le stime si attesterà quest’anno al 2,6% (era al 3% nel 2013), scendendo ulteriormente al 2% nel 2015. Nel 2016 il deficit previsto è dell’1,5%.Padoan è fiducioso: « Il disavanzo strutturale dell’Italia sarà azzerato nel 2016- assicura – Questa è una strategia complessiva, frutto di un’azione complessiva dell’azione del governo e avrà successo».

 

Il tetto agli stipendi d’oro

Con il decreto del 18 aprile saranno anche confermati i tagli degli stipendi dei manager: «Siccome Napolitano si è ridotto lo stipendio a 238mila euro, non potranno prendere più di 238mila euro», ha chiarito Renzi. «Tantissime realtà aziendali e legate alla Pa erano al di sopra di questa cifra: adesso non possiamo nominare persone che guadagnino più di quelle cifre lì. E’ importante il valore culturale dell’operazione. L’idea è che lo Stato si liberi degli eccessi. Se il manager dell’Asl smette di andare in auto blu campa lo stesso». Il Commissario alla spending review Carlo Cottarelli, spiega Renzi, ha stimato che l’intervento sugli stipendi dei manager pubblici avrà un impatto di «350-400 milioni».

 

Dalle privatizzazioni 12 miliardi nel 2014

Come anticipato più volte, il governo punta a ridurre anche l’Irap per le aziende di almeno il 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.Più soldi nelle casse dello Stato arriveranno anche con le privatizzazioni: i proventi aumenteranno, secondo le stime, a circa 12 miliardi nel 2014. Gli introiti saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico. Anche nel 2015, 2016 e 2017 i ricavi saranno di circa 10-12 miliardi annui, pari a circa 0,7 del Pil. Il governo, ricorda il Piano nazionale per le riforme, vuole vendere quote di Eni , STM, Enav. Sono comprese nell’elenco anche le società in cui lo Stato detiene partecipazioni indirettamente tramite Cassa Depositi e Prestiti come Sace, Fincantieri, Cdp reti, Tag (Trans Austria Gastleitung GmbH) e, tramite Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni – Cento Stazioni.

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