Dopo le Europee, partono le trattative in Europa. Meloni: «Noi più forti». Regionali, in Piemonte bis del centrodestra con Cirio. Tutti i risultati e le reazioni, in diretta

Cirio, fresco di riconferma in Piemonte: «Vorrei un’Europa più mamma e meno matrigna»
Alberto Cirio, fresco di rielezione alla presidenza della Regione Piemonte, si dice «un europeista convinto».
«Sono innamorato dell’Europa, dei suoi sogni, delle sue libertà», spiega il governatore di centrodestra in un’intervista a La Stampa. «Ma a volte la vorrei più mamma e meno matrigna nei confronti dei suoi cittadini. Il monito che è arrivato dalle urne non deve cadere nel vuoto. Anzi, per quello che riguarda il Ppe sono sicuro che non sarà così. Un’Europa credibile è innanzitutto un’Europa che ascolta i suoi cittadini».
«Il dato importante di queste elezioni è che il Ppe è il partito leader, quello che dà le carte come dice sempre Tajani. Noi che siamo nel Ppe sappiamo che abbiamo un ruolo da protagonisti anche in Europa».

09:02 – Bari, chi è il candidato del Pd Vito Leccese (che va al ballottaggio)
(Francesco Strippoli) Vito Leccese, 62 anni, vanta una intensa attività politica e di manager pubblico. Ma la prima è stata più precoce. Forse è stato proprio quell’antico richiamo ad indurlo a candidarsi sindaco: dapprima controvoglia, poi con sempre maggiore convinzione. Aveva detto «mi metto in gioco solo se il centrosinistra sarà unito». Così non è stato ma Leccese è sceso ugualmente nell’agone politico: rappresentante del Pd (il suo maggiore sponsor è stato il sindaco Decaro) e dei Verdi.

08:35 – Chi è Adriana Poli Bortone, che andrà al ballottaggio con Carlo Salvemini per la poltrona di sindaco di Lecce
(Enrico Filotico) È Adriana Poli Bortone l’esponente del centrodestra unito che ha raccolto la sfida per la guida di Lecce. Michele Emiliano nel 2015, in occasione delle elezioni regionali, la definì «la signora della destra Pugliese». E forse così è. In passato è stata già due volte sindaca del capoluogo salentino. Poi ministra, deputata e senatrice. E ancora candidata alla guida della regione Puglia nel 2010 e nel 2015. Il ritratto qui.

08:31 – Crosetto, Vannacci? Serva suo Paese. Che è solo Italia
«L’eurodeputato Vannacci da oggi dovrà dimostrare di meritare la fiducia che gli hanno dato i cittadini per servire il suo Paese. Che è l’Italia e solo l’Italia…»: lo ha dichiarato, in un’intervista a Repubblica, il ministro della Difesa Guido Crosetto.

08:27 – Firenze: Funaro e Schmidt al ballottaggio
Sarà il ballottaggio a stabilire chi sarà il sindaco di Firenze che dopo dieci anni prenderà il posto di Dario Nardella, eletto al Parlamento europeo nelle fila del Partito democratico. Lo spoglio, in realtà, non è ancora terminato, ma per adesso il margine tra la candidata del centrosinistra Sara Funaro (assessora uscente al Welfare) e il candidato del centrodestra Eike Schmidt (ex direttore degli Uffizi) sembra più ampio di quanto si credeva. L’articolo del Corriere Fiorentino con gli ultimi dati e le analisi in diretta.

08:13 – I risultati delle elezioni Comunali a Lecce: Poli Bortone non supera il 50%, si va al ballottaggio
Lecce al ballottaggio. Il 23 e 24 giugno i cittadini saranno chiamati nuovamente alle urne per il secondo turno e dovranno decidere tra Carlo Salvemini (centrosinistra) che ha ottenuto il 47%. Gli altri due candidati, Agostino Ciucci e Alberto Siculella, non hanno raggiunto il 2% ciascuno. Tutti i dettagli nell’articolo del Corriere del Mezzogiorno.

08:02 – La tela di Meloni, che punta a un commissario «di peso» in Europa. E l’ipotesi Giorgetti (che coinvolgerebbe la Lega)
(Francesco Verderami) Ora che inizia la trattativa europea, Giorgia Meloni chiede al suo gruppo dirigente di usare la testa evitando i colpi di testa. Ed è chiaro che, quando sarà il momento, la premier darà indicazioni al suo gruppo a Strasburgo di votare a favore del presidente della Commissione. Per vari motivi. Il primo è che non si è mai visto il capo di un governo che indica un commissario e poi non sostiene la commissione di cui il suo candidato fa parte. Cinque anni fa persino i polacchi del Pis, che avevano storie tese con i popolari, appoggiarono la popolare Ursula von der Leyen. E se la scelta di Meloni per l’Italia dovesse cadere su Giancarlo Giorgetti, «anche Matteo Salvini sarebbe costretto a votare a favore», dice un membro dell’esecutivo. Il secondo motivo è che la premier non intende rimanere fuori dalla stanza dei bottoni, visto che in quella stanza a Bruxelles potrebbe risolvere una serie di (gravi) problemi economici che la assillano a Roma: dall’applicazione del nuovo Patto di stabilità, ai tempi di attuazione del Pnrr.

07:59 – In Francia migliaia in piazza contro la destra, soprattutto giovani
In alcune città della Francia migliaia di persone sono scese in piazza per esprimere la loro opposizione all’estrema destra. Le manifestazioni sono scattate dopo i risultati delle elezioni europee e l’annuncio di Macron dello scioglimento dell’Assemblea nazionale. In Place de la Republique, a Parigi, si sono ritrovate diverse migliaia di persone secondo un giornalista dell’AFP (ma solo 3.000 secondo la questura), tra loro molti giovani. Tra gli slogan scanditi dai manifestanti, «La gioventù fa incazzare il Fronte Nazionale» e «Tutti odiano Marine Le Pen».

07:37 – Preferenze, i dati: chi ha raccolto più voti (e chi è rimasto escluso)
Giorgia Meloni è prima per distacco, dietro di lei il generale Vannacci e il sindaco uscente di Bari Decaro. Eletti in Europa anche Gori, Nardella e Mimmo Lucano (rieletto anche a Riace). Non ce la fanno, invece, Vittorio Sgarbi e Bandecchi. Ma lo spoglio non è ancora finito. Qui l’articolo di Fabrizio Caccia.

07:32 – Steve Bannon festeggia i risultati delle elezioni Ue
Steve Bannon esulta per i risultati delle elezioni europee. «L’Europa è in fiamme con la destra», ha detto l’ex stratega di Donald Trump (cui un giudice federale Usa ha revocato la cauzione per il reato di oltraggio al Congresso pochi giorni fa) riferendosi all’avanzata della destra in Germania, Francia e Belgio. Bannon – che dovrebbe iniziare a scontare la sua sentenza di quattro mesi di carcere – ha messo in evidenza come, secondo la sua analisi, l’esito delle urne stia «creando un presupposto per le elezioni» Usa analogamente a «come aveva fatto la Brexit» nel 2015. L’ex consigliere di Trump sembra dunque convinto che le Europee spianeranno la strada alla vittoria del tycoon alle elezioni presidenziali Usa di novembre.

07:29 – Chi ha guadagnato voti (e chi no) tra i partiti, alle Europee
La Lega arretra al Nord, dove cresce FdI. Il Sud incorona il Pd e «punisce» M5S. Il peso delle preferenze e la bassa affluenza fanno sì che solo Pd e Avs abbiano visto un aumento dei voti in numeri assoluti.

07:17 – Vannacci scelto da un leghista su 4
(Tommaso Labate) Il day after del generale Roberto Vannacci, il suo primo da europarlamentare eletto con la Lega, lo catapulta coi galloni del protagonista in una sorta di film tra il grottesco e il fantasy, di quelli che disegnano un futuro distopico. Una situazione straniante che fa dire a una vecchia colonna leghista — che preferisce conservare l’anonimato — che «sembriamo piombati all’interno di uno di quei sogni che non sai se è un brutto sogno passeggero oppure un incubo vero e proprio, salvati da quello che un anno fa era un signor Nessuno, che verosimilmente non conosce la nostra storia; e abbandonati da Umberto Bossi, che era e rimane la nostra storia fatta persona, che invece ha preferito votare Forza Italia»..

07:12 – Chi sono i 76 italiani eletti al Parlamento europeo: i nomi e i partiti delle nuove deputate e dei nuovi deputati
Tutti i nomi di chi andrà a Strasburgo: l’elenco, partito per partito, si può consultare qui. In alcuni casi troverete, accanto ai nomi, degli asterischi: indicano che quella candidata o quel candidato è in attesa di conferma, a causa del fatto che una candidata o un candidato è stato eletto in più circoscrizioni e deve scegliere quale rappresentare.

07:10 – Le trattative per i «top jobs» europei: chi saranno i presidenti di Commissione, Consiglio europeo ed Europarlamento?
Il giorno dopo la chiusura delle urne, mentre continua il conteggio dei voti in alcuni Paesi (il risultato finale però non cambierà l’assetto attuale del Parlamento europeo) sono cominciate le trattative su più tavoli. Il primo è quello del Consiglio europeo, che dovrà designare il/la presidente della nuova Commissione e decidere se riconfermare Ursula von der Leyen, che è la candidata del Ppe per quell’incarico. In ballo ci sono anche il posto di presidente del Consiglio europeo e del Parlamento, più quello di Alto rappresentante per gli Affari esteri. Ieri sono stati nominati i negoziatori: per il Ppe il premier polacco Tusk e il greco Mitsotakis, per i socialisti lo spagnolo Sánchez e il tedesco Scholz. Le quotazioni di von der Leyen sarebbero in crescita: secondo la maggior parte degli osservatori il presidente francese Macron, uscito indebolito dalle elezioni, non avrebbe il peso per imporsi come aveva fatto cinque anni fa quando aveva bloccato Manfred Weber, allora Spitzenkandidat del Ppe. Il pacchetto Ursula von der Leyen alla Commissione e Antonio Costa al Consiglio europeo sembra restare il più solido. Ma solo alla cena informale dei leader Ue del prossimo lunedì si capirà se al Consiglio europeo di fine mese si arriverà all’indicazione formale dei quattro top jobs.

06:50 – Ursula Von der Leyen rimarrà presidente della Commissione europea?
L’ondata di destra? «Si, ma attenti a non scambiare la Francia per il tutto. La percezione di un’avanzata a valanga delle destre estreme in Europa è molto influenzata dal dato francese, dove in effetti la vittoria di Le Pen è netta e potrebbe proiettarla verso il potere. In realtà, il successo dell’estrema destra è contenuto e in molti Paesi non c’è stato affatto. I veri vincitori di queste elezioni sono il Ppe e Ursula von der Leyen, che vede rafforzate le sue chance di essere riconfermata». L’analisi di un autorevole attore europeo è un po’ in controtendenza e non difetta di una punta di cinismo. Tutto fa prevedere che von der Leyen rimarrà alla presidenza della Commissione, anche se per esserne certa ha un po’ di lavoro da svolgere, sia dentro il Consiglio europeo che dovrà nominarla, sia nel Parlamento di Strasburgo che dovrà votarle la fiducia.

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