Spoglio in corso a rilento. Il premier potrebbe anche conquistare la maggioranza qualificata, necessaria per le riforme necessarie per entrare in Europa

I primi risultati reali delle elezioni in Albania confermano gli exit poll. Il vantaggio del premier uscente Edi Rama, anzi, potrebbe essere superiore alle previsioni per quanto riguarda i seggi.
Quando sono state scrutinate quasi metà delle sezioni, Rama è oltre il 52 per cento e il Partito democratico di Sali Berishaal 34 (anziché al 38). Un distacco di diciotto punti che non dovrebbe far prevedere sorprese, anche considerando le quasi duecentomila schede degli albanesi residenti all’estero, aperte solo nella misura dello 0,5 per cento.
Terzo partito, inoltre, è il Partito socialdemocratico, che in passato ha governato con il partito socialista di Rama: è dato intorno al 4 per cento. Tom Doshi, il leader della formazione fondata nell’ultima fase dell’era comunista, ha escluso già ogni apparentamento con Berisha mentre ha aperto ai socialisti. Ma Rama potrebbe anche fare a meno di loro, se si confermasse il trend del conteggio delle schede, con una proiezione che finora gli assegna 84 seggi su 140 (gli exit poll lo davano a 79 seggi) contro i 50 del Pd. Maggioranza assoluta e forse anche qualificata, quella che serve per approvare le riforme che gli chiede dell’Unione europea per concedergli l’ingresso.
Ora però bisogna fare i conti con le denunce di brogli scagliate da Berisha, che già mette le mani avanti sulla regolarità delle elezioni. È un remake delle solite accuse, fa sapere il ministro dell’Interno Taulant Balla. Ma gli arresti ci sono stati: sette persone che hanno fotografato il voto sono finiti in manette. La polizia ha preso anche il padre di un deputato del Psd.
La Spak, la magistratura anticorruzione imposta dall’Europa a Rama, si è impegnata molto per la prevenzione dei reati elettorali. Ma sarà decisivo il giudizio degli osservatori dell’Osce che hanno monitorato le operazioni di voto.
Chi ha già condannato senz’appello Rama è Chris LaCivita, lo stratega di Donald Trumpche ha ideato anche la campagna del partito democratico: ha pubblicando un video dell’organo di informazione SYRI, vicino a Berisha, che mostra il fuggi fuggi di un gruppo di galoppini socialisti riuniti in una sede informale per organizzare il reclutamento degli ultimi indecisi. “Ecco come si manifesta il furto di voti in Albania… per gentile concessione del governo antidroga di Edi Rama”, ha scritto LaCivita su X.
La vicinanza del leader conservatore albanese al presidente americano, al quale lo accomuna l’ostilità nei confronti di George Soros, finanziatore di Rama, serve a chiarire un aspetto: anche nella remota ipotesi che il risultato si dovesse ribaltare, nulla cambierebbe nei rapporti con l’Italia. E il protocollo d’intesa introdotto dal premier socialista firmato con Giorgia Meloni, che esternalizza in Albania la gestione dei flussi migratori, in linea con le politiche trumpiane, non subirebbe alcuna variazione.

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