SPECIALE EXPO 2015
Fonte: La Stampa

Il ministro Lupi: “Avrà i poteri che ha chiesto”. Ma Palazzo Chigi: “Sorpresi dalle parole del magistrato”

ROMA

Rassicura Renzi: le richieste dell’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone non verranno archiviate, «l’Expo non verrà lasciata in mano a chi prende tangenti». Rassicurano il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e quello dell’Interno Angelino Alfano: Cantone «avrà i poteri che chiede». Il magistrato, incaricato di guidare una task force anticorruzione nei cantieri venerdì era stato duro: «Non farò gite a Milano, sull’Expo, voglio poteri veri». Ma con il passare delle ore è come se qualcuno volesse giocare a chi spegne per ultimo il cerino.

 

Finora non è arrivato nessun segnale concreto di accelerare i tempi, di procedere a interventi legislativi d’urgenza, visto che i lavori sono in ritardo, anzi devono concludersi in fretta: il countdown è entrato nell’ultimo anno. Per il momento da Palazzo Chigi non ci sono commenti ufficiali, anche se trapela «sorpresa» per le modalità con le quali Cantone ha affrontato un tema delicato, da affrontare nei prossimi giorni, però «attorno ad un tavolo».

Un passo indietro nel tempo. Un’immagine: martedì scorso, Milano, vertice straordinario su Expo 2015. Ci sono lo stesso Cantone, Renzi, i ministri Martina e Lupi, il commissario Sala, le autorità locali. Da pochi giorni è stata scoperchiata la Cupola del malaffare dalla Procura di Milano. Il governatore lombardo Maroni prende la parola: «Propongo di affidare poteri eccezionali all’Autorità nazionale anticorruzione, che possa conoscere gli atti delle inchieste giudiziarie». Maroni si appella all’articolo 118 del Codice di procedura penale: «Il ministro dell’Interno, direttamente o a mezzo di un ufficiale di polizia giudiziaria o del personale della Direzione investigativa antimafia appositamente delegato, può ottenere dall’autorità giudiziaria […] copie di atti di procedimenti penali e informazioni scritte sul loro contenuto, ritenute indispensabili per la prevenzione dei delitti per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza. L’autorità può trasmettere le copie e le informazioni anche di propria iniziativa».

 

 

Proposta estrema, quella di Maroni. Prende la parola Cantone il quale, rivolgendosi al premier dice chiaramente: «Non condivido la proposta di dare gli strumenti all’Autorità per poter interferire con l’autorità giudiziaria». Cantone boccia la possibilità di acquisire atti coperti dal segreto investigativo. Da magistrato è molto sensibile al tema dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, oltre che della sacralità del segreto investigativo delle indagini.

 

Dunque? Cosa chiede esattamente Cantone? Che sia solo un problema di incomprensioni? Il magistrato nei giorni scorsi ha ricordato di aver informato il premier delle iniziative da prendere per controllare che Expo 2015 possa realizzarsi nel rispetto della legge. Tre le richieste: dare all’Autorità nazionale anticorruzione il potere di supervisione dei singoli appalti in corso e in itinere, ovvero permettere all’Autorità di chiedere alle imprese che partecipano alle gare d’appalto tutta la documentazione necessaria. Secondo: dare la possibilità di far partecipare alle stesse gare d’appalto un delegato dell’Autorità. Terzo: tutta l’attività preventiva di controllo della stessa Autorità deve essere resa pubblica. Insomma, nessuna violazione del segreto d’indagine. Il procuratore di Milano Bruti Liberati sottolinea la sua disponibilità: «Ci siamo già sentiti, gli abbiamo messo a disposizione le carte di tutte le misure cautelari e gli atti amministrativi», ovvero tutto ciò che non è coperto dal segreto. Ora manca solo la risposta di Palazzo Chigi e del governo. Campagna elettorale permettendo.

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