Fondi Ue, in arrivo bandi da 2,5 miliardi su digitale, green e biotech

Sta per aprirsi la corsa a oltre due miliardi e mezzo di euro di fondi europei messi a disposizione delle imprese che investono nelle tecnologie considerate strategiche dalla Ue. Dopo una prima tranche di bandi già pubblicati, per circa 670 milioni, a partire dalle prossime settimane e ragionevolmente entro l’anno una serie di nuovi avvisi faranno entrare nella fase cruciale la riprogrammazione che il governo aveva previsto con il decreto Coesione. Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna, Umbria le prime regioni che dovrebbero partire. Poi toccherà anche a Lazio, Piemonte, Toscana, Molise.
Sono già stati pubblicati invece gli avvisi di Lombardia, Emilia Romagna e Campania, oltre a quelli gestiti a livello centrale dal ministero delle Imprese e del made in Italy.

Il confronto Ue
Con 3,22 miliardi di euro totali, l’Italia è finora lo Stato che ha varato la più corposa manovra di riorientamento dei fondi europei 2021-2027 a favore di progetti nelle aree Step (Strategic technologies for Europe platform), cioè tecnologie digitali, tecnologie pulite (cleantech) e biotecnologie. Il dato complessivo europeo segnala 6,4 miliardi di fondi di coesione riprogrammati a questo scopo, metà dunque sono italiani. Gli altri Stati che hanno aderito sono la Romania (1,6 miliardi), la Germania (891 milioni), la Spagna (640 milioni) e poi con quote molto più basse – sotto i 100 milioni – Francia, Lituania, Lettonia, Danimarca, Polonia, Austria, Olanda.

Il forte disequilibrio di queste cifre segnala scelte di politica industriale diverse, ma in alcuni casi può anche essere indice di difficoltà di spesa di programmi più generici che l’Italia ha deciso dunque di definanziare per puntare sulle Step.

Vantaggi e dubbi delle aziende
Oltre ai fondi strutturali, la Ue ha previsto il reindirizzamento verso Step anche di risorse relative a strumenti gestiti direttamente da Bruxelles (in questo caso la quota riprogrammata è arrivata a 9,1 miliardi), ad esempio i programmi di incentivazione alla ricerca e innovazione Horizon e Innovation Fund e i programmi Digital Europe, Eu4Health e European Defence Fund.
Per ritornare invece ai fondi strutturali, gli Stati membri che puntano su Step possono utilizzare alcuni elementi di flessibilità: ammissibilità ai programmi anche per le grandi imprese, che altrimenti sarebbero escluse; tasso massimo di cofinanziamento Ue fino al 100%; prefinanziamento una tantum aggiuntivo; possibilità di evitare la revisione intermedia sull’uso dei fondi. D’altro canto, però, nei mesi scorsi non sono mancate osservazioni critiche da parte delle associazioni di impresa che preferirebbero avere maggiori certezze sui finanziamenti Step in riferimento alle regole sugli aiuti di Stato.

Le cifre in gioco
Nel Regolamento europeo 2024/795 che ha istituito il programma sono indicati due obiettivi. Il primo è lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche in tre ambiti: digitale e settori «deep tech» (come intelligenza artificiale, internet of things, blockchain, quantum computing); tecnologie pulite ed efficienti, incluse quelle a zero emissioni nette (ad esempio fotovoltaico, eolico, elettrolizzatori, batterie, cattura e stoccaggio del carbonio); biotecnologie, compresi i medicinali critici. Il secondo obiettivo fa invece riferimento alla necessità di affrontare le carenze di manodopera e di competenze in queste tre catene del valore.
Gli Stati possono riprogrammare fino al 20% del Fesr (il Fondo europeo di sviluppo regionale) per il periodo 2021-2027. Come detto, l’Italia è lo Stato che fin qui ha usato in misura maggiore questa flessibilità: 3,2 miliardi di euro su 8,6 riprogrammabili. Sono stati messi sul piatto 558,5 milioni del Programma nazionale Ricerca, innovazione e competitività gestito dal ministero delle Imprese e del made in Italy e poi la quota dei programmi gestiti dalle Regioni: Sicilia (615,2 milioni), Campania (581,1 milioni), Puglia (471,5 milioni), Calabria (264,4 milioni), Sardegna (166 milioni), Lombardia (121 milioni), Lazio (109 milioni), Emilia-Romagna (61,5 milioni), Umbria (31,4 milioni). In attesa di decisione Ue, poi, ci sono i Programmi nazionali Giovani, donne e lavoro (per 200 milioni) e Scuola e competenze (per 645,9 milioni) e i programmi di Piemonte (100 milioni), Toscana (98 milioni) e Molise (44,7 milioni). Dopo l’ok europeo, il totale girato ai progetti Step dovrebbe superare dunque 4 miliardi.
Al momento 1,1 miliardi sono stati destinati all’area digitale e deep tech; 925 milioni alle tecnologie pulite e 859 milioni alle biotecnologie. Prevale la quota destinata alle grandi imprese, con quasi 2 miliardi, il doppio delle risorse per le Pmi. Gli interventi prevedono in larga parte sovvenzioni, per oltre l’80%, mentre il 10% arriverà alle aziende sotto forma di prestiti, il resto in garanzie, equity e strumenti combinati.

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A.N.D.E.
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