Il sorpasso dei rendimenti a 5 anni degli Oat sui Btp: adesso sono più alti quelli di Parigi

Gli investitori ritengono più rischioso prestare denaro alla Francia che all’Italia, a giudicare dall’andamento dei rendimenti a 5 anni. Venerdì i titoli di Stato francesi (Oat) hanno chiuso la settimana al di sopra dei Btp, al 2,66 per cento contro il nostro 2,64. Uno scarto minimo, ma simbolicamente molto significativo. È la prima volta che accade dal 2005, e se allora era sembrato un episodio, adesso la tendenza sembra confermarsi e presto potrebbe riguardare anche il rendimento a 10 anni, ovvero il tasso di riferimento per i mercati. Lo spread tra Francia e Italia a 10 anni è ormai inferiore a 20 punti base (per la precisione 17), cosa che non accadeva dal 2007.

La percezione dei mercati
La percezione dei mercati si sta invertendo: se per anni l’enorme debito pubblico ha fatto dell’Italia «il malato d’Europa» a rischio di conoscere lo stesso destino della Grecia, ora è la Francia ad attirare l’attenzione preoccupata degli osservatori, nonostante l’inflazione (0,9%) più bassa d’Europa. L’Italia continua ad avere un debito pubblico molto alto (oltre il 135% del Pil nel 2024) ma che appare tutto sommato sotto controllo, a differenza di quello della Francia, salito al 114% del Pil nel primo trimestre del 2025.

Il capovolgimento finanziario
Il capovolgimento finanziario segue quello politico: tradizionalmente l’Italia è stata vista come un Paese pieno di potenzialità frenate dall’instabilità dei vari governi; da almeno un anno è la Francia a scontare una situazione politica che le impedisce di realizzare riforme non più rinviabili. Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale nel luglio 2024 deciso a sorpresa dal presidente Emmanuel Macron e il risultato delle elezioni anticipate — parlamento bloccato senza una maggioranza chiara — hanno prodotto un Paese immobile, nel quale il protagonismo internazionale di Macron stenta a nascondere le magagne della politica interna.

La crisi politica
Dopo tre mesi di trattative estenuanti, nell’ottobre 2024 Michel Barnier ha ricevuto l’incarico di primo ministro e nel suo primo discorso ha subito chiarito che la situazione delle finanze pubbliche era drammatica, e che avrebbe cercato di trovare i 40 miliardi necessari per cominciare a risanarla. Barnier è caduto sulla legge finanziaria, il suo posto è stato preso da François Bayrou ma i 40 miliardi ancora mancano all’appello: il premier è chiamato a presentare un piano per trovarli entro luglio, mentre dal 9 dello stesso mese il presidente Macron potrebbe in teoria sciogliere di nuovo l’Assemblea nazionale e riportare il Paese alle urne. Improbabile, visto l’insuccesso della mossa precedente, ma la sola ipotesi introduce un ulteriore elemento di incertezza che si ripercuote sui mercati. In questo momento solo la Lettonia, nella zona euro, si indebita a costi superiori.

La stabilità italiana
L’Italia, al contrario, con il governo Meloni gode di una nuova stabilità che aiuta a contenere il debito — nel 2025 il saldo primario è tornato positivo — e l’aiuto della Bce tramite lo scudo anti-spread (Tpi) ha rassicurato i mercati. La Francia, di solito al riparo dal rischio sistemico, oggi sembra più esposta. Servirebbe una svolta politica, ma alle prossime presidenziali, salvo terremoti, mancano quasi due anni.

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A.N.D.E.
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