
Tu butti fuori i nostri immigrati sprovvisti di permesso? E allora noi facciamo lo stesso con i tuoi. Solo che i secondi non arrivano con il barcone ma viaggiano sulla business class di un Boeing
Tu butti fuori i nostri immigrati sprovvisti di permesso? E allora noi facciamo lo stesso con i tuoi. Solo che i secondi non arrivano con il barcone ma viaggiano sulla business class di un Boeing. La «guerra» degli Stati Uniti contro tutti coinvolge anche l’Africa. L’esito pare scontato. Però succede che a volte Davide riesca ad abbattere persino Golia. O quanto meno a rendergli la vita più difficile.
La neo presidente della Namibia, Netumbo Nandi-Ndaitwah, ha deciso di imporre il visto di ingresso a chi si reca nel suo Paese. Per una questione di reciprocità. Tra i Paesi coinvolti ci sono anche l’Italia e il Regno Unito. Ma con gli Stati Uniti la motivazione è più politica.
In seguito a questo annuncio, più di 500 cittadini statunitensi, che avevano estratto diamanti, oro, uranio, rame e altri minerali in Namibia senza visto, hanno fatto richiesta per continuare l’attività mineraria, ma le loro domande sono state tutte respinte.
La presidente namibiana non si è fermata alle parole: ha revocato tutte le agevolazioni fiscali alle aziende americane in Namibia. Il messaggio è forte e chiaro: non siamo una colonia da spolpare, trattateci da pari a pari. Chiaro che c’è anche tanta demagogia. Per tener buone le masse ringalluzzite nel vedere la loro presidente che non si fa mettere i piedi in testa da Trump.
Ci sono anche ruggini che vengono da lontano e riguardano l’uomo di fiducia del presidente americano: Elon Musk. Lui è cresciuto proprio in Sudafrica, negli anni bui dell’apartheid. Toni durissimi che forse non scuoteranno Washington. In un recente intervento Trump — che ha chiamato Namba il Paese africano, «risparmiando» su una vocale — ha detto che vuole aprire le porte ai sudafricani bianchi che intendono lasciare il Paese per emigrare negli Stati Uniti e i separatisti gli hanno chiesto un aiuto per creare un’enclave bianca e razzista in Sudafrica. Uno schiaffo al nuovo corso di Pretoria. Un altro fronte che rischia di rinsaldare l’alleanza di questa parte dell’Africa australe con Cina e Russia.