L’irruzione di forze capaci di trascinare l’estrema destra al maggior successo dalla caduta del comunismo incrina lo speciale bipolarismo tra le due destre di governo che a Varsavia si contendono il primato da oltre vent’anni

Le presidenziali polacche vinte dal nazionalista Karol Nawrocki proiettano una grande incognita sul futuro della politica europea: come cambiano le destre più estremiste e a chi spetta il compito di indirizzarne l’evoluzione, contenendone l’istinto di sfondamento e guidando la normalizzazione o correndo all’inseguimento sui temi più sensibili a partire dalla guerra d’Ucraina. In Polonia la difesa di Kiev e la nuova resistenza allo storico dominatore russo sono entrate in conflitto con il sentimento anti-immigrati inasprito dall’ondata di profughi ucraini, provocando una lacerazione difficile da comprendere in Europa occidentale. È per non lasciarsi oscurare dagli ultraradicali sull’immigrazione che in campagna elettorale Nawrocki, scelto da Jaroslaw Kaczynski in persona, ha chiuso sull’accesso di Kiev alla Nato finendo per fare il gioco di Putin, che di Kaczynski è da sempre nemico giurato.
Per paradosso la domanda sulle possibili metamorfosi delle destre riporta la palla proprio nel campo del vecchio Jaroslaw, leader di quel partito nazional-conservatore Diritto e giustizia (PiS) che per anni è stato spina nel fianco della Ue ma che oggi all’interno del Paese è percepito come tradizionale, omogeneo allo stesso sistema che esprime la liberale ed europeista Piattaforma Civica del premier Donald Tusk. Nel ballottaggio hanno pesato i voti portati dall’ultradestra di Konfederacja che schierava il fenomeno 38enne Slawomir Mentzen, ma anche di altri candidati d’area, in particolare Grzegorz Braun che fino a qualche tempo fa sarebbe parso anacronistico a cominciare dal nome del partito, Confederazione della corona polacca, monarchico nazionalista e cattolico ultraconservatore: al primo turno aveva ottenuto un impressionante 6%. L’irruzione di forze capaci di trascinare l’estrema destra al maggior successo dalla caduta del comunismo incrina lo speciale bipolarismo tra le due destre di governo che a Varsavia si contendono il primato da oltre vent’anni. Negli scenari di alternanza ipotizzati sulle legislative del 2027 con il ritorno al potere di Diritto e giustizia, al quale la presidenza Nawrocki farà da sponda, si profila un’alleanza con Konfederacja. In Europa moderati e radicali si guardano a distanza, in Polonia non esistono cordoni sanitari sul modello tedesco applicato con AfD e nel PiS nulla si muove senza l’ok del grande capo. Interrogato su una possibile coalizione, Kaczynski per ora si limita a rispondere: «Molto difficile». Sulla linea da tenere l’utima parola spetta a lui e il 2027 non è poi così lontano.

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