La Bce ha abbassato il costo del denaro. Il clima che si avverte nell’Unione europea è di provare ad affermare un po’ di autonomia tra Usa e Cina, perché magari possiamo
Appena tre mesi fa era diventato così di moda svalutare l’Europa che doveva esserci per forza qualcosa di esagerato. Ed era diventato così ovvio che l’euro fosse un vaso di coccio, che la Germania avesse un modello obsoleto, che Italia e Francia fossero paralizzate dal debito, da rendere qualunque indizio in senso contrario invisibile ai più. Non a Christine Lagarde però. La presidente della Banca centrale europea avverte il clima e deve aver colto un punto: l’Europa stavolta non ha voglia di farsi bullizzare da Donald Trump.
C’è poco di più, per ora. Ma è difficile che Lagarde si lasci sfuggire una sola parola fuori posto in una fase di rottura come questa. Così certo ieri ha parlato dei rischi per l’economia, ha descritto uno scenario «rannuvolato da un’incertezza eccezionale», ha consigliato «chiunque pensi che il mondo sia al riparo dagli choc» di «farsi vedere la testa da un dottore». Del resto la Bce sempre ieri ha tagliato i tassi proprio perché le guerre commerciali di Trump allungano la loro ombra.
Questa però era l’ordinaria amministrazione. È invece fra le righe del messaggio che si avverte il cambio di umore in Europa, perché nessuno ha intenzione di farsi da mettere da Trump di fronte all’alternativa più brutale: alzare un muro tariffario contro la Cina, se si vogliono eliminare o ridurre i dazi americani contro di noi. Il clima che si avverte nell’Unione europea è piuttosto di provare ad affermare un po’ di autonomia, perché magari possiamo. La Bce ieri ha ricordato che qualche segno di tenuta in area euro c’è e la rivalutazione dell’euro non aiuta l’export, ma segnala che una moneta gestita con «ragionevolezza e prevedibilità» (parole di Lagarde) oggi interessa anche al resto del mondo.
Poi ci sono le azioni che s’intravedono. Ieri la capa della Bce ha incoraggiato i governi a sviluppare un mercato finanziario integrato e smettere di sprecare il potenziale europeo. Ha chiesto di accelerare sull’euro digitale, per non permettere agli stablecoin di insinuare l’uso del dollaro in Europa. Lagarde infine si è raccomandata di facilitare la vita del sistema produttivo.
La presidente della Bce sa che il leader francese Emmanuel Macron sta già lavorando bene con il futuro leader tedesco Friedrich Merz. Certo non va mai sottovalutata la capacità dell’Europa di deludere e i ritardi restano, dalle tecnologie allo spazio. Ma oggi non è più escluso nulla: neanche una maxi-emissione di debito europeo per la difesa e per far crescere l’euro come valuta di riserva globale a spese del dollaro. Le quotazioni dell’Europa erano così giù che Trump, pensando di bullizzarci con poco, potrebbe aver commesso il suo ennesimo errore di superficialità.