ECONOMIA
Fonte: La Stampa
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Francoforte non tocca i tassi di interesse. Timori del governatore sul super-euro. In Borsa corsa dei titoli bancari. Moody’s rivede al rialzo le stime sul Pil italiano

Il super-euro e l’inflazione bassa: sono due i nemici dichiarati di Mario Draghi. Due incognite sulla crescita, contro cui il governatore della Bce è pronto ad agire, in tempi strettissimi, già dal prossimo mese quando sul tavolo del consiglio saranno arrivate le nuove stime trimestrali. A giugno il panorama sarà più chiaro, le elezioni europee saranno alle spalle e anche la situazione in Ucraina potrebbe essere meno ingarbugliata. Ecco perché, spiega Draghi, sarà il momento buono per agire. I governatori, ragiona Draghi, sono tutti d’accordo a «non rassegnarsi» a una tale situazione che non va considerato salomonicamente un «fatto della natura». Pur senza assumere impegni su questo o quello strumento sul quale la Bce intende far leva, è chiaro il messaggio: la Bce è attiva, non esercita un ruolo di semplice sorveglianza. I mercati apprezzano: lo spread tra Btp e Bund tedeschi scende a quota 147, il minimo dal 2011. La Borsa di Milano, partita con il freno tirato, rimbalza con decisione e indossa la maglia rosa tra i listini continentali, segnando in chiusura +2,3%. Solida anche Madrid, con l’Ibex in rialzo dell’1,7% a 10.591,2 punti. Il Dax di Francoforte cresce dello 0,9% a 9.607,40 punti, l’Ftse 100 di Londra segna +0,63% a 6.839,25 punti, il Cac 40 di Parigi avanza dell’1,37% a 4.507,24 punti.

«Il tasso di cambio non rientra nel target Bce ma è molto importante per la crescita e la stabilità dei prezzi, e il rafforzamento del tasso è causa di grande preoccupazione nel consiglio dei governatori della Bce», spiega Draghi, che in conferenza stampa non rinuncia alle frecciate, in particolare – ma non la cita mai – alla numero uno del Fmi Christine Lagarde.La Bce ha recentemente ricevuto da «figure politiche e istituzioni» suggerimenti «sui tassi di interesse, sul tasso di cambio, sulla liquidità: siamo grati per tali consigli e rispettiamo i vari punti di vista, ma sapete che secondo il Trattato Ue siamo indipendenti e tutti devono essere consapevoli che mettere in discussione la nostra indipendenza può creare danni a lungo termine alla nostra credibilità», dice Draghi, che a pochi giorni dal voto europeo, in un crescendo di tensioni populiste, mette un punto fermo sulla moneta unica. «Nella mia opinione, negli ultimi 20-25 anni l’integrazione che abbiamo costruito ha portato molti benefici. Non voglio tornare alle crisi degli anni ’70, ’90 o persino dei primi anni ’90». I movimenti anti-euro, comunque, sono «espressione di democrazia».

La Bce non ha toccato i tassi, ma sono bastate le parole del governatore per far decollare il rally dei titoli di Stato italiani e le Borse. A Piazza Affari sugli scudi i titoli bancari, a partire da Bper (+6,5%), che veniva da tre sedute in rosso dopo l’annuncio dell’aumento di capitale da 750 milioni. Guadagni oltre il 5% anche per Ubi Banca e Bpm, mentre Enel (+5,2%) sfrutta una trimestrale oltre le attese con un ebitda oltre 4 miliardi.

Sul mercato valutario, l’euro cala a 1,386 (da 1,39) mentre il petrolio perde lo 0,8%, così il Wti scende sotto quota 100 dollari, per la precisione a 99,98.

Nella giornata d’oro di Piazza Affari c’è da segnalare anche l’apertura di credito di Moody’s nei confronti dell’Italia: il Pil crescerà tra lo 0 e l’1 per cento nel 2014 e tra l’1 e il 2 per cento nel 2015, stima l’agenzia di rating nel «Global Macro Outlook 2014-15». – Moody’s afferma nel report di attendersi che «le condizioni economiche cambino all’interno dell’area dell’euro, anche se non più lungo la spaccatura tra centro e periferia» dell’Eurozona. «Notevoli progressi nelle riforme e aggiustamenti fiscali in alcuni paesi periferici come la Spagna, l’Irlanda e il Portogallo, consentirà a questi paesi di recuperare il ritardo con la media dell’area dell’euro. Al contrario – afferma l’agenzia – restano meno definite le prospettive per l’Italia e la Francia, dove l’impatto delle riforme recentemente promesse dai rispettivi governi è ancora incerto».

 

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