Le ultime news di lunedì 13 novembre sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta. Onu: «Nell’ospedale di Shifa morti almeno tre infermieri»

Ore 14:02 – Aerei israeliani colpiscono le postazioni Hezbollah dopo il lancio di razzi dal Libano
Dopo il lancio di missili dal Libano, aerei israeliani hanno colpito una serie «di postazioni e di siti terroristici di Hezbollah». Lo ha detto il portavoce militare spiegando che tra gli obiettivi ci sono «infrastrutture del terrore, depositi di armi e centri operativi di comando degli Hezbollah».

Ore 13:32 – Tajani: «L’Iran non appoggi le aggressioni degli Hezbollah»
L’Iran non deve «appoggiare le aggressioni» di Hezbollah contro Israele. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. Nel Consiglio, continua , «non si è parlato di sanzioni all’Iran. Credo che debba abbassare i toni: non è il momento di gettare benzina sul fuoco nell’area mediorientale. L’importante è che l’Iran comprenda che Hezbollah non può continuare a lanciare missili su Israele e che non si può più dire che lo Stato di Israele, come è stato detto anche all’Onu, deve essere cancellato dalla carta geografica», conclude.

Ore 13:25 – Cina: «In campo ogni sforzo per evitare l’escalation del conflitto Israele-Hamas»
La Cina sostiene tutti gli sforzi per fermare l’escalation del conflitto tra Hamas e Israele a favore della pace, avendo «una posizione altamente coerente con i Paesi arabi, islamici e africani». È quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, in merito al vertice Arabia Saudita-Africa e a quello straordinario congiunto arabo-islamico. «Attualmente, la situazione nella Striscia di Gaza è estremamente grave. La Cina sostiene tutti gli sforzi per ridurre l’escalation del conflitto e ripristinare la pace. Il vertice saudita-africano e quello speciale dei Paesi arabo-islamici hanno emesso dichiarazioni chiare sul cessate il fuoco e la fine delle ostilità, sulla protezione dei civili, sull’aumento dell’assistenza umanitaria e sull’attuazione della soluzione dei due Stati», ha aggiunto Mao nel briefing quotidiano Dallo scoppio del conflitto, Pechino «ha avuto un’intensa comunicazione con le parti interessate, facendo campagna per il cessate il fuoco e la fine della guerra, e chiedendo la pace. La Cina condivide un alto grado di consenso con i Paesi in via di sviluppo arabi, islamici e africani sulla questione del contenimento degli attuali conflitti. La Cina – ha concluso la portavoce – lavorerà con tutte le parti interessate per continuare a compiere sforzi incessanti a tutela dei civili, per alleviare la situazione, per riavviare i colloqui e realizzare la pace».

Ore 13:20 – Primo gruppo di 40 spagnoli evacuato dal valico di Rafah
Un primo gruppo di 40 persone con nazionalità spagnola, delle quali 22 minori, ha attraversato oggi il primo controllo per l’uscita da Gaza, dopo l’apertura temporanea del valico di Rafah con l’Egitto, controllato dalle autorità palestinesi. Lo ha confermato a Bruxelles il ministro degli esteri spagnolo, José Manuel Albares, ripreso da El Pais. Secondo il censimento del consolato generale di Spagna a Gerusalemme, sono 140 i cittadini con doppia nazionalità, spagnola e palestinese, in attesa di essere evacuati; fino a 190 persone, se si includono i loro familiari. Il ministero spagnolo della Difesa ha pronto un aereo militare per raccogliere gli ispano-palestinesi in Egitto.

Ore 12:54 – Premier Anp a Onu e Ue, «paracadutate aiuti su Gaza»
Il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh ha chiesto a Onu e l’Ue a «paracadutare gli aiuti» sulla Striscia di Gaza per sostenere i civili intrappolati nella guerra tra Israele e Hamas. «Chiedo alle Nazioni Unite e all’Unione Europea di lanciare aiuti alla Striscia di Gaza, in particolare al nord, come è stato fatto molte volte in tutto il mondo», ha detto Shtayyeh durante il consiglio dei ministri dell’Autorità Palestinese a Ramallah.

Ore 12:09 – Hamas: «Morti 27 pazienti e 7 bimbi a ospedale al-Shifa»
All’ospedale al-Shifa a Gaza sono morti finora 27 pazienti e 7 bambini, secondo quanto riportato dal ministero della Sanità di Hamas, che governa la Striscia.

Ore 11:39 – Israele: «Compiuti 4.300 attacchi sulla Striscia di Gaza»
Tra aviazione e truppe di terra, l’esercito israeliano ha compiuto «4.300 attacchi, colpito centinaia di postazioni di lancio di missili anti tank, circa 300 imbocchi di tunnel, 3.000 siti del terrore, incluse 100 imbottite di esplosivo e centinaia di centri di comando e controllo di Hamas». Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

Ore 11:35 – Hamas smentisce negoziati su scambio parziale prigionieri
Un alto funzionario di Hamas ha escluso la possibilità di uno scambio parziale di ostaggi con Israele, affermando che il gruppo terroristico chiede uno «scambio completo» dei detenuti di Hamas nelle carceri israeliane. Osama Hamdan, un alto funzionario di Hamas in Libano, ha detto in un discorso ieri sera che «la nostra posizione sul dossier dei prigionieri è stata chiara fin dall’inizio, e si tratta di un completo scambio di prigionieri». Hamdan ha smentito le voci sui colloqui in corso per un rilascio parziale e ha aggiunto che i negoziati per il rilascio degli ostaggi con passaporti stranieri procedono parallelamente ma sono «ostruiti» da Israele. Lo riporta il Times of Israel.

Ore 11:31 – Dopo il missile dal Libano, Israele colpisce oltre confine
Dopo il lancio di un missile anti tank dal Libano verso il villaggio israeliano di Netua, l’artiglieria israeliana sta colpendo la postazione oltre confine da dove è partito il tiro. Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

Ore 10:55 – Feriti in Alta Galilea per razzo anticarro dal Liban
Alcuni israeliani sono rimasti feriti stamane in Alta Galilea in un ulteriore attacco dal Libano meridionale. Secondo la televisione pubblica Kan sono stati investiti da un razzo anticarro e da diversi colpi di mortaio diretti ai cancelli di ingresso nel villaggio Netua’, pochi chilometri a sud del confine. In un altro villaggio israeliano di confine, Margaliot, sono esplosi stamane colpi di mortaio che non hanno provocato vittime. Gli abitanti della zona a ridosso del confine sono chiusi nei rifugi.

Ore 10:31 – Iran: «L’unica soluzione è avere solo uno Stato palestinese»
L’Iran ritiene che la formazione di un unico Stato di Palestina, «dal fiume al mare», sia l’unica soluzione della questione palestinese. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, facendo riferimento alla totalità dell’area dove vivono israeliani e palestinesi che va dal fiume Giordano alla costa sul Mare Mediterraneo. «Il regime sionista ha occupato le terre palestinesi e gli attacchi del movimento di resistenza contro il regime sono legittimi dal momento che sono portati avanti contro l’occupazione dei sionisti per liberare le terre palestinesi», ha aggiunto il funzionario della Repubblica islamica.

Ore 09:53 – Oms: «L’ospedale di Al Shifa non funziona più»
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato su X che l’ospedale Al Shifa di Gaza è rimasta senza acqua per tre giorni e «non funziona più come un ospedale». «Tragicamente, il numero di pazienti deceduti è aumentato in modo significativo», ha scritto chiedendo il cessate il fuoco immediato.

Ore 09:17 – Borrell: «L’Ue a 27 chiede pause umanitarie immediate a Gaza»
«Ieri abbiamo lavorato tutto il giorno per stilare una dichiarazione a 27, per presentare una posizione comune: in questa nota chiediamo pause umanitarie immediate e corridoi umanitari, per affrontare la situazione a Gaza. È una posizione importante. Gaza ha bisogno di più aiuti: acqua, carburante e cibo. È tutto pronto al confine, va solo consegnato». Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio Affari Esteri. «Oggi dovremmo iniziare a parlare del dopo guerra a Gaza, non solo di ricostruzione ma di offrire ai palestinesi una soluzione inclusiva: presenterò una serie di opzioni, cose che dovremmo fare e cose che non dovremmo fare».
«Oggi dovremmo iniziare a parlare del dopo guerra a Gaza, non solo di ricostruzione ma di offrire ai palestinesi una soluzione inclusiva: presenterò una serie di opzioni, cose che dovremmo fare e cose che non dovremmo fare», ha continuato Borrell.

Ore 09:00 – Hamas: «Tutti gli ospedali nel nord della Striscia di Gaza sono fuori servizio»
Tutti gli ospedali nel nord della Striscia di Gaza sono fuori servizio: lo afferma il viceministro della Sanità di Hamas, Youssef Abu Rish. L’informazione non è al momento verificabile.

Ore 08:47 – Israele: «44 soldati morti da inizio operazione terra»
Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano che altri due soldati sono stati uccisi combattendo nel nord della Striscia di Gaza, portando a 44 il bilancio delle vittime dell’operazione di terra contro Hamas. Lo riporta The Times of Israel. Gli ultimi soldati a essere rimasti uccisi nei combattimenti sono il maggiore Isachar Natan, 28 anni, proveniente da Kiryat Malachi, e il sergente Itay Shoham, 21 anni, originario di Rosh Haayin. Entrambi erano membri della Brigata Commando.

Ore 08:29 – Suonano le sirene di allarme nel nord di Israele
Sono tornate a suonare le sirene di allarme anti missili nel nord di Israele, a ridosso della linea di demarcazione del confine con il Libano. Secondo quanto riporta il Times of Israel, l’allerta è scattata nella zona dell’insediamento di Gornot HaGalil.

Ore 08:27 – Hamas: «Sei i neonati e nove in cura intensiva morti a Shifa»
Il governo di Hamas afferma che nelle ultime ore è salito a 6 il numero dei neonati prematuri morti per assenza di cure nell’ospedale Al-Shifa di Gaza, vicino al quale si combatte, e a 9 quello dei pazienti in cura intensiva che hanno perso la vita per lo stesso motivo. Nel precedente bilancio serale, il ministero della Salute di Hamas aveva parlato di 5 neonati e 7 pazienti in cura intensiva.

Ore 08:15 – Washington Post: «Hamas voleva scatenare guerra regionale»
Nell’attacco del 7 ottobre Hamas non voleva solo catturare e uccidere israeliani ma anche provocare un conflitto nell’intera regione. Lo scrive il Washington Post citando prove raccolte da funzionari di intelligence. L’intenzione delle milizie palestinesi sarebbe stata quindi quella di sferrare un attacco di proporzioni storiche nei confronti di Israele nella speranza di provocare una risposta senza precedenti da parte di Tel Aviv. Alcuni miliziani trasportavano cibo, munizioni ed equipaggiamento sufficienti per durare diversi giorni secondo i funzionario avevano ricevuto istruzioni di spingersi ancor più in profondità nel territorio di Israele se la prima ondata di attacchi avesse avuto successo, colpendo anche le città più grandi.

Ore 08:13 – Israele: «Strutture di Hamas in scuole, moschee e case»
Le truppe di terra dell’esercito israeliano a Gaza continuano a trovare armi e strutture di Hamas, incluse scuole, moschee e residenze degli operativi della fazione islamica. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui soldati della 401/a Brigata alla periferia del campo profughi di al Shati hanno rinvenuto una struttura della fazione collocata nell’università Al-Quds e un deposito di esplosivi nella moschea di Abu Bakr. In casa di un operativo della Jihad islamica a Beit Hanoun, è stata scoperto un deposito di armi e alcune di questa dentro la stanza da letto di un bambino. Sempre a Beit Hanoun sono stati rinvenuti un imbocco di tunnel, materiali di intelligence e armi.

Ore 07:48 – Onu: «Nell’ospedale di Shifa morti almeno tre infermieri»
Almeno tre infermieri sono morti nell’ospedale Al-Shifa a Gaza, vicino al quale si combatte, secondo un bollettino delle Nazioni Unite ripreso dalla Bbc. Secondo l’Onu inoltre, infrastrutture vitali dell’ospedale, come la macchina per produrre ossigeno, i serbatori d’acqua e un pozzo, l’unità cardiovascolare e il reparto maternità, sono state danneggiate.

Ore 06:14 – Il direttore ospedale Al-Shifa Gaza: «Le sale operatorie sono fuori servizio»
Il direttore del centro medico dell’ospedale Al-Shifa di Gaza ha dichiarato ad Al-Araby TV che nessuna delle sale operatorie dell’ospedale al momento funziona a causa della mancanza di elettricità: «Le sale operatorie sono completamente fuori servizio, e ora i feriti vengono da noi e non possiamo dare loro altro che il primo soccorso», ha detto il dottor Muhammad Abu Salmiya. «Chi ha bisogno di un intervento chirurgico muore e noi non possiamo fare nulla per lui», ha aggiunto il direttore dell’ospedale, spiegando che il personale stava cercando di mantenere in vita i bambini prematuri dell’ospedale dopo che l’ossigeno era finito e dovevano essere spostati dalle incubatrici dell’unità neonatale. «Sono stato con loro qualche tempo fa. Ora sono esposti, perché li abbiamo tolti dalle incubatrici. Li avvolgiamo nella carta stagnola e mettiamo dell’acqua calda accanto a loro per riscaldarli», ha detto Abu Salmiya. Il medico ha detto che nell’ultimo giorno diversi bambini sono morti nel reparto di terapia intensiva e nella nursery.

Ore 06:10 – L’ambasciatore Herzog: Israele sta cercando un piano a lungo termine
Secondo l’ambasciatore Michael Herzog, Israele sta cercando un piano a lungo termine per Gaza e sta discutendo la questione con gli Stati Uniti: «La nostra posizione è che i palestinesi dovranno governarsi da soli. Quale sarà il ruolo esatto dell’Autorità nazionale palestinese resta da vedere, perché tutti capiscono che l’Anp, nella sua attuale composizione, può a malapena governare Ramallah. E certamente non può governare Gaza», ha dichiarato Herzog in un’intervista a Fox News Sunday. L’Autorità nazionale palestinese dovrebbe essere riformata, ha detto Herzog, spiegando che Israele non è interessato a occupare o governare Gaza e aggiungendo che la sicurezza è la priorità principale: «Non siamo a Gaza per occupare Gaza o per governare Gaza. Siamo lì per allontanare la minaccia militare di Hamas contro Israele e la loro capacità di ricostruire le capacità e colpire ancora e ancora, come dicono di voler fare. Questo è il nostro intento». Herzog ha inoltre affermato che Israele è molto mirato nelle sue operazioni a Gaza: «La gente deve capire che Gaza è il più grande complesso terroristico del mondo, con oltre 500 chilometri di tunnel del terrore. Non stiamo prendendo di mira la popolazione. Credo che quello che vediamo oggi, con sempre più persone che si spostano verso sud, ci indica che queste persone non vogliono servire come scudi umani per Hamas. Hanno capito che non gli piacciamo, ma non gli piace nemmeno Hamas», ha concluso l’ambasciatore.

Ore 06:06 – Biden all’emiro del Qatar: «Rilasciare gli ostaggi senza ritardi
Il presidente americano Joe Biden ha discusso con l’emiro del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani della guerra a Gaza e degli sforzi compiuti dal Qatar per liberare gli ostaggi. In un resoconto della telefonata, la Casa Bianca ha rivelato che uno degli ostaggi detenuti è un bambino americano di 3 anni i cui genitori sono stati uccisi da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre in Israele. «I due leader hanno convenuto che tutti gli ostaggi devono essere rilasciati senza ulteriori ritardi», ha dichiarato la Casa Bianca. Nella telefonata di domenica, Biden ha «affermato la sua visione di un futuro Stato palestinese in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco con uguale stabilità e dignità. Ha osservato che Hamas è stato a lungo un ostacolo a questo risultato», si legge ancora nella dichiarazione della Casa Bianca.

Ore 05:39 – Voci d’intesa sugli ostaggi, trattative in salita, coinvolti Qatar e Egitto
Voci di un’intesa per il rilascio di 80 donne e bambini israeliani ostaggi in cambio di donne e adolescenti palestinesi detenuti da Israele: «Negoziati in corso, coinvolti anche Qatar e Egitto», ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Sullivan. Ma Hamas frena dopo l’assedio all’ospedale Shifa. Netanyahu non esclude l’accordo. Secondo il Washington Post, l’intenzione di Hamas il 7 ottobre scorso era innescare un conflitto in tutta la regione.

Ore 05:37 – Tra gli ostaggi di Hamas un bambino americano di 3 anni
Tra i bambini presi in ostaggio da Hamas c’è anche un piccolo americano di tre anni i cui genitori sono stati uccisi negli attacchi del 7 ottobre. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota, senza fornire altri dettagli sul bambino rapito dai terroristi.

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