A fianco del padrone di casa, il canadese Carney, il tycoon critica la scelta del 2014: «Il leader russo insultato, sbagliò Obama a escluderlo dal G8». Poi firma la dichiarazione congiunta

G7 si sono riuniti in Canada per due giorni di vertice, ma improvvisamente nel pomeriggio (la notte in Italia) Trump – dopo aver firmato la dichiarazione congiunta – ha annunciato che sarebbe tornato a Washington già ieri dopo cena, alla fine del primo giorno, «per occuparsi di molte questioni importanti» dopo aver scritto sui social un post che si concludeva con le parole: «Evacuate Teheran».
Secondo Fox News, il presidente ha ordinato che il consiglio di sicurezza nazionale lo attenda nella Situation Room della Casa Bianca.
Lo sfondo in Canada era il paesaggio mozzafiato di Kananaskis, tra i boschi e le montagne, nella provincia occidentale di Alberta, dove — nonostante la maggioranza dei canadesi sia nettamente contraria a diventare il 51esimo Stato americano — esiste una appassionata minoranza favorevole, perché frustrata da un governo accusato di limitare troppo l’industria petrolifera locale. Ma di fatto i leader si riuniscono nel bel mezzo di un campo minato da crisi e tensioni; e non è chiaro come potranno lavorare insieme per risolverle.
Ne è stata perfetta illustrazione la prima apparizione di Donald Trump al summit: al fianco del premier canadese — e padrone di casa — Mark Carney, il presidente americano ha detto ai giornalisti che «buttare fuori» la Russia da quello che una volta era il G8 «è stato un errore», dandone la colpa a Barack Obama e all’ex premier canadese Justin Trudeau (accadde nel 2014, dopo l’annessione russa della Crimea).
Trump ha aggiunto che non vuol dire che oggi la Russia possa essere riammessa perché forse è troppo tardi: «Ma è stato un grosso errore. Non ci sarebbe stata quella guerra, sai di avere il tuo nemico al tavolo e non era nemmeno davvero un nemico in quel momento… Putin parla con me e con nessun altro, perché è stato profondamente insultato quando è stato buttato fuori dal G8. Io, voi, chiunque altro si sarebbe sentito insultato. Non ne è stato felice e sono d’accordo con lui». Ad un’altra domanda, Trump ha poi replicato che includere Cina nel G7 «non sarebbe una cattiva idea».
Le parole in difesa di Putin arrivano mentre gli europei stanno tentando di convincere l’alleato americano ad essere più duro con il leader russo. «Dobbiamo mettere più pressione su Mosca per portarla al tavolo negoziale», aveva detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Il cancelliere tedesco Merz aveva ribadito il desiderio che gli Usa approvino nuove sanzioni unendosi all’Europa. «L’Europa lo dice ma ancora non lo ha fatto, vediamo se lo fanno loro per primi», ha dichiarato Trump. Oggi al summit ci saranno il segretario della Nato Rutte e lo stesso Zelensky, ma non Trump.
I lavori di ieri sono stati dedicati al commercio — priorità del vertice —, ai minerali critici, alla Cina. Bruxelles cerca un accordo con Washington prima che scatti l’aumento dei dazi sulle importazioni dall’Ue previsto il 9 luglio. «Non ci sarà una soluzione in questo vertice, ma forse potremmo avvicinarci a piccoli passi», ha detto Merz a proposito del tentativo congiunto suo, di Macron e di Giorgia Meloni di parlarne con Trump.
Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, l’Ue offrirà di accettare un dazio fisso del 10% su tutte le esportazioni verso gli Stati Uniti nella speranza di evitare tariffe più elevate su auto, farmaci ed elettronica.
>Ma sull’intero summit pesa l’ombra del conflitto tra Israele e Iran. Gli europei vorrebbero che Trump spingesse per un cessate il fuoco.
Ieri mattina il premier britannico Keir Starmer aveva dichiarato: «Penso che ci sia consenso per la de-escalation». Un funzionario della Casa Bianca aveva detto ai giornalisti che Trump non aveva intenzione di firmare la bozza, anche se i tedeschi spiegavano che si continuava a lavorare sul testo nel tentativo di convincerlo. I G7 alla fine si sono messi d’accordo su una dichiarazione congiunta che chiede «che la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, incluso il cessate il fuoco a Gaza». Il linguaggio del testo è stato cambiato per includere che l’Iran è la «fonte principale di instabilità e terrore nella regione».
«Sì, l’Iran adesso vuole parlare — ha detto Trump ai giornalisti — ma avrebbe dovuto farlo prima. L’Iran non sta vincendo questa guerra… e deve immediatamente parlare, prima che sia troppo tardi». «Penso che un accordo sarà firmato, qualcosa succederà, l’Iran sarebbe folle a non firmare», ha haggiunto, dopo un bilaterale con Starmer. «In pratica l’Iran è al tavolo dei negoziati, vogliono fare un accordo e appena andrò via da qui, faremo qualcosa, ma devo prima andare via, e ho questo impegno qui, con un sacco di Paesi, incluso il Regno Unito». E poi, più tardi, sui social, Trump continuava: «L’Iran avrebbe dovuto firmare l’accordo… L’Iran non può avere un’arma nucleare. Lo ripeto! Tutti dovrebbero immediatamente evacuare Teheran!».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

A.N.D.E.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.