In queste ore il governo israeliano starebbe valutando l’occupazione militare totale della Striscia di Gaza o un assedio più stretto su alcuni centri urbani all’interno del territorio

Il canale televisivo saudita Al-Hadath ha riferito che la delegazione negoziale di Hamas ha lasciato Doha, in Qatar, e si sta dirigendo verso Istanbul, in Turchia.
Nel frattempo, nella Strisce di Gaza la distribuzione degli aiuti ai profughi palestinesi rimane nel caos, con gli Usa pronti ad allestire centri di assistenza sotto il proprio controllo, e dal primo ministro palestinese arriva una dura presa di posizione contro Hamas. L’organizzazione terroristica islamica in guerra con Israele deve “deporre le armi”, “rilasciare gli ostaggi” e rinunciare al controllo di Gaza”, ha detto il premier Mohammad Mustafa intervenendo alla conferenza dell’Onu sulla soluzione a due Stati. Come riferisce il Times of Israel, Mustafa ha sottolineato che “tutti i paesi hanno la responsabilità di agire ora per porre fine alla guerra contro il nostro popolo a Gaza e in tutta la Palestina, per garantire il rilascio degli ostaggi e i prigionieri e per assicurare il ritiro delle forze di occupazione israeliane”, aggiungendo che l’Anp è pronta a coordinarsi con una forza araba per contribuire a stabilizzare Gaza dopo la guerra.

Regno Unito pronto a riconoscere la Palestina a settembre. Iniziati lanci di aiuti
Il governo britannico di Keir Starmer è pronto ad anticipare a settembre il suo impegno a riconoscere formalmente lo Stato di Palestina se Israele non accetta un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. È quanto emerge da una riunione straordinaria del consiglio dei ministri, richiamato oggi dalla ferie estive per discutere di una bozza di piano europea, delineata dal Regno Unito con Francia e Germania.
La svolta, frutto del dilagare dell’indignazione nel Regno Unito per la fame e l’escalation delle violenze a Gaza e in Cisgiordania, se attuata metterebbe Londra al fianco di Parigi, che ha già annunciato il riconoscimento dello Stato palestinese in sede Onu a settembre. Riconoscimento che finora i governi britannici avevano sempre rinviato alle conclusioni di un processo di pace con Israele. Questa decisione, si legge in una nota scritta diffusa da Starmer dopo la riunione del gabinetto, diventerà esecutiva “a meno che il governo israeliano non assume misure sostanziali per mettere fine alla spaventosa situazione di Gaza, non concordi un cessate il fuoco, non renda chiaro che non ci sarà nessuna annessione della Cisgiordania e non s’impegni a una pace di lungo periodo fondata sulla Soluzione dei Due Stati”. Queste condizioni, precisa il premier laburista, non rappresentano un giudizio “di equivalenza fra Israele e Hamas”, a cui Londra ribadisce l’intimazione di rilasciare tutti gli ostaggi israeliani, di firmare a sua volta un cessate il fuoco, di disarmare e di non avere “alcun ruolo nel futuro governo” della Striscia di Gaza.
Intanto, Londra ha iniziato oggi a partecipare ai lanci aerei di aiuti su Gaza, come già annunciato due giorni fa d’intesa con Francia e Germania. Lo rende noto Downing Street dopo la riunione straordinaria del governo britannico. Il premier Keir Starmer, a margine della riunione, ha tuttavia avvertito che servono flussi via terra e almeno «500 camion al giorno» per allontanare la carestia e stabilizzare la situazione umanitaria nella Striscia.

Da venerdì aiuti anche dalla Francia
«A partire da venerdì, organizzeremo quattro voli, ciascuno con 10 tonnellate di cibo, verso la Striscia di Gaza, in stretta collaborazione con le autorità giordane», ha dichiarato il Ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot a Bfm-Tv, mentre i lanci di aiuti umanitari sono ripresi domenica per aiutare la popolazione affamata.

Netanyahu: Starmer premia Hamas e punisce le sue vittime
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato martedì, in risposta ai piani del Regno Unito di riconoscere uno Stato palestinese, che il Primo Ministro Keir Starmer ha premiato «il mostruoso terrorismo di Hamas e punisce le sue vittime». «Uno Stato jihadista al confine con Israele oggi minaccerà la Gran Bretagna domani», ha aggiunto Netanyahu.
Sulla decisione del governo britannico è intervenuto anche il ministero degli Esteri di Israele: «Israele respinge la dichiarazione del Primo Ministro del Regno Unito. Il cambiamento di posizione del governo britannico in questo momento, a seguito dell’azione francese e delle pressioni politiche interne, costituisce una ricompensa per Hamas e compromette gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e un quadro per il rilascio degli ostaggi».

Financial Times: Trump e occidentali sanzionino Netanyahu
Il Financial Times nel suo editoriale principale di oggi ha chiesto sanzioni internazionali contro Israele, “a meno che il governo israeliano non accetti la fine immediata della guerra e un’ondata di aiuti a Gaza”. Il Financial Times ha condannato la carestia che sta colpendo la Striscia e i soldati israeliani per aver ucciso centinaia di persone vicino ai centri di distribuzione degli aiuti, in quella che ha definito un’offensiva che “porta i tratti distintivi di un assalto vendicativo” per “distruggere il tessuto stesso della società palestinese”.
Il prestigioso quotidiano britannico ha quindi invitato l’amministrazione del presidente Usa Trump e i Paesi occidentali a sanzionare il governo israeliano, anche con misure come la sospensione delle vendite di armi e il riconoscimento di uno Stato palestinese. “Anche le nazioni arabe potrebbero fare di più”, minacciando di interrompere i rapporti diplomatici con Israele, ha affermato il quotidiano economico.

Guterres: il flusso di aiuti verso Gaza si trasformi in un oceano
Un flusso di aiuti nella Striscia di Gaza deve trasformarsi in un oceano: lo ha affermato martedì il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. «Cibo, acqua, medicine e carburante devono fluire a ondate e senza ostacoli», ha affermato, descrivendo l’allerta dell’osservatorio globale sulla fame Ipc come una conferma «di ciò che temevamo: Gaza è sull’orlo della carestia». «I palestinesi di Gaza stanno vivendo una catastrofe umanitaria di proporzioni epiche. Questo non è un avvertimento. È una realtà che si sta dispiegando davanti ai nostri occhi», ha affermato in una dichiarazione.

Wafa, 14 morti per raid israeliani. Hamas: quasi 60mila vittime da inizio guerra
L’agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che questa mattina 14 persone sono state uccise e più di 11 sono rimaste ferite in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia. Fonti mediche hanno riferito che due palestinesi sono rimasti uccisi e altri feriti in un bombardamento a ovest di Gaza City. Altre otto persone hanno perso la vita e 11 sono rimaste ferite in un attacco nella zona di New Camp, a nord del campo di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Infine, quattro membri della stessa famiglia sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti nel bombardamento di una tenda che ospitava sfollati nella zona di Mina a Khan Yunis, a sud della Striscia. Secondo una stima del ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas dall’inizio della guerra con Israele il 7 ottobre 2023 sono stati uccisi nella Striscia 59.921 palestinesi e altri 145.233 sono rimasti feriti. I dati, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram, sono aggiornati a ieri.

Merz, «chiederemo a ministri Francia, Gb e Germania di andare in Israele»
“Probabilmente chiederemo ai tre ministri degli Esteri di Francia, Regno Unito e Germania di recarsi insieme in Israele giovedì prossimo per presentare la posizione dei tre governi.” Lo ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz durante una conferenza stampa a Berlino insieme al re di Giordania, Abdullah II, in un contesto di crescente pressione internazionale su Tel Aviv per la sua gestione del conflitto a Gaza.
“Supponiamo che il governo israeliano sia disposto a riconoscere che ora occorre agire”, ha aggiunto Merz, leader di un Paese che storicamente è sempre stato tra i più convinti sostenitori di Israele ma che sta progressivamente assumendo posizioni più critiche rispetto all’operazione militare israeliana a Gaza. Ieri il cancelliere tedesco ha annunciato che la Germania collaborerà con la Giordania per far arrivare aiuti umanitari per via aerea nel territorio, aggiungendo oggi che due aerei tedeschi per il trasporto militare sono già in viaggio verso il Paese e cominceranno a lanciare aiuti su Gaza “al più tardi dal fine settimana, forse già domani”.
Il re Abdullah II ha aggiunto che, pur essendo grato per queste iniziative, i lanci aerei rappresentano soltanto una “goccia nell’oceano”, chiedendo che sia consentito l’accesso nella Striscia a molti più camion con rifornimenti alimentari. Mentre si moltiplicano gli allarmi per la diffusione della fame nella Striscia di Gaza dopo quasi 22 mesi di guerra, Germania, Francia e Regno Unito, anche noti come “E3”, hanno intensificato gli appelli affinché Israele consenta urgentemente l’ingresso di ulteriori aiuti nel territorio palestinese, dove l’esercito israeliano intende eradicare il gruppo militante islamista Hamas privandolo anche del controllo della distribuzione dei viveri. La settimana scorsa i tre Paesi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedevano la fine della “catastrofe umanitaria” a Gaza.

Media: Israele valuta occupazione totale di Gaza o assedio mirato
In queste ore, secondo quanto riporta la tv israeliana Channel 12, ripresa dal Times of Israel, il governo israeliano sta intanto valutando l’occupazione militare totale della Striscia di Gaza o un assedio più stretto su alcuni centri urbani all’interno del territorio. Secondo quanto riportato dalla rete televisiva, all’ordine del giorno della riunione ristretta del gabinetto per la sicurezza, nella quale il premier Netanyahu ha riunito alcuni ministri, ci sono la possibilità di conquistare la Striscia o di imporre un assedio alle città in cui è attiva Hamas. Un assedio significherebbe bloccare l’arrivo degli aiuti, poco dopo che Israele ha annunciato che avrebbe aumentato drasticamente l’accesso agli aiuti nella Striscia. Secondo quanto riferito, le autorità stanno anche valutando l’ipotesi di interrompere l’elettricità nella Striscia. Se attuato, il piano significherebbe che le truppe dell’Idf opererebbero in aree in cui si ritiene siano tenuti ostaggi, una mossa finora ampiamente evitata da Israele.

Trump e Ue pronti ad allestire centri di assistenza
Sullo sfondo, non migliora la drammatica situazione dei profughi palestinesi,stremati da mesi di carestia e scarsi aiuti alimentari. Il quadro è tale che il presidente Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti si impegneranno in una nuova iniziativa per fornire aiuti alimentari al fine di alleviare la fame a Gaza, insieme ad altri governi e organizzazioni, tra cui il Regno Unito e l’Unione Europea.
Trump ha presentato la sua proposta durante un incontro lunedì 28 luglio con il primo ministro britannico Keir Starmer presso il suo golf club a Turnberry, in Scozia, mentre cresce la pressione internazionale sui governi occidentali affinché spingano il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a intensificare gli sforzi per affrontare la crisi. Il presidente degli Stati Uniti ha fornito pochi dettagli e Starmer ha detto poco sull’idea, ma entrambi hanno ribadito la necessità di alleviare le sofferenze nel territorio devastato dalla guerra.
“Istituiremo centri alimentari e lo faremo in collaborazione con persone molto valide”, ha detto Trump, aggiungendo che gli Stati Uniti forniranno i fondi per l’iniziativa. “Ci assicureremo anche che non ci siano barriere che impediscano alle persone di passare”. Alla domanda se fosse d’accordo con la valutazione di Netanyahu secondo cui non c’è “carestia” nel territorio, Trump ha detto prima dell’incontro con Starmer che “basandomi su ciò che vedo in televisione, direi di no, perché quei bambini sembrano molto affamati”.

Tajani: sconcertati da quanto accade, è inammissibile
Sulla situazione di Gaza è intervenuto anche il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani. “Continuiamo a chiedere con grande fermezza il cessate-il-fuoco a Israele e chiediamo la liberazione degli ostaggi” ad Hamas, “siamo assolutamente sconcertati da quello che sta accadendo, è inammissibile, inaccettabile, basta bombardamenti, basta morti”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, uscendo dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy al termine della riunione del Comitato interministeriale per l’attrazione degli investimenti esteri, a cui hanno partecipato anche i ministri Adolfo Urso e Giancarlo Giorgetti.

Trump, bambini di Gaza stanno soffrendo la fame
“Quelli sono bambini che stanno soffrendo la fame”. Lo ha detto Donald Trump tornando a parlare della crisi umanitaria a Gaza. “Devono fargli arrivare il cibo”, ha aggiunto il presidente Usa parlando a bordo dell’Air Force One.

A.N.D.E.
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