Israele colpisce in Yemen: messo fuori uso l’aeroporto di Sana’a. Media: «Gli Usa attaccano il porto di Ras Issa»
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito l’aeroporto e le centrali elettriche nella regione di Sana’a, nello Yemen, in risposta agli attacchi dei ribelli Houthi contro Israele. «Gli aerei da guerra dell’esercito israeliano hanno colpito e smantellato le infrastrutture terroristiche Houthi presso l’aeroporto principale di Sana’a», ha affermato l’esercito in una nota, menzionando anche gli attacchi contro «diverse centrali elettriche» nella regione di Sana’a e una «fabbrica di cemento» a nord della capitale.
Nella notte tra domenica e lunedì il governo israeliano ha approvato la preannunciata grande offensiva a Gaza contro Hamas.
E il ministro israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha scritto oggi su X che «per la prima volta si parla senza imbarazzo di conquista di Gaza: l’Idf conquisterà la Striscia di Gaza, manterrà il controllo sul territorio per lungo tempo e porrà fine all’assurdità per cui forniamo assistenza logistica al nostro nemico». Smotrich ha aggiunto: «Gestiremo questo evento in modo completamente diverso».
Ministro Smotrich: “Gaza sarà completamente distrutta”
Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha dichiarato che una vittoria di Israele a Gaza significa che il territorio palestinese verrà “completamente distrutto”. “Gaza sarà completamente distrutta, i civili saranno mandati a sud, in una zona umanitaria senza Hamas o terrorismo, e da lì cominceranno a partire in gran numero verso paesi terzi”, ha affermato il politico di estrema destra durante una conferenza sugli insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata.
Israele conferma gli attacchi all’aeroporto di Sanaa. Lo scalo è controllato dal gruppo filo Iran Houthi
Israele conferma che gli attacchi sono iniziati a Sanaa, la capitale dello Yemen, dopo l’avviso di evacuazione del portavoce in lingua araba dell’Idf.
I social dello Yemen stanno pubblicando le immagini delle esplosioni nella zona dell’aeroporto di Sanaa, controllato dal gruppo filoiraniano Houthi.
Arrestati due militanti di Hamas tra cui un terrorista che partecipò all’attacco del 7 ottobre e alla cattura degli ostaggi
Due militanti di Hamas, tra cui un terrorista che partecipò all’attacco del 7 ottobre e alla cattura degli ostaggi, si sono arresi alle truppe israeliane a Rafah, nel sud di Gaza. Lo ha annunciato l’Idf, precisando che i due sono stati catturati durante le operazioni della 188a Brigata corazzata nel campo di Shaboura, a Rafah, alcune settimane fa. Uno dei terroristi è stato identificato dall’esercito e dallo Shin Bet come Yousef Qadi, comandante di plotone di Hamas che invase Israele il 7 ottobre 2023 durante l’attacco del gruppo terroristico e che in seguito fu responsabile della detenzione di diversi ostaggi israeliani a Gaza, tutti successivamente rilasciati. Il secondo è stato identificato in Muhammad Zaarab, comandante di un’unità di cecchini di Hamas. Secondo l’esercito, i due erano armati di diversi coltelli quando si sono arresi alle truppe. Nel corso dell’interrogatorio da parte dello Shin Bet, hanno fornito informazioni di intelligence “sulla posizione di una significativa infrastruttura terroristica nella zona”, si legge nella dichiarazione.
Hamas: “Tregua solo se lunga e con ritiro completo di Israele”
Hamas è tornata a chiarire le sue condizioni per un eventuale accordo con Israele, anche se non ritiene di alcuna utilità negoziare mentre l’offensiva si intensifica e la gente muore di fame.
In un’intervista a Drop Site News, riportata da Al Jazeera, Osama Hamdan ha elencato i punti irrinunciabili per una trattativa.
Innanzitutto, Hamas respinge l’ipotesi di una tregua a breve termine che non includa impegni concreti per un ritiro completo di Israele e la fine della guerra. Serve una prospettiva di cinque-sette anni per costruire “fiducia e stabilità”.
Il gruppo poi rifiuta di disarmarsi, poiché i palestinesi resterebbero indifesi di fronte ai piani israeliani di far sfollare gli abitanti del nord e del centro di Gaza verso sud.
“Non si può parlare di disarmare una nazione sotto occupazione dell’esercito più potente della regione”, ha affermato Hamdan. Le armi saranno consegnate solo se la guerra finirà e sarà creato uno Stato palestinese indipendente. In quel caso, “le armi sarebbero consegnate al governo palestinese”, ha affermato.
Non è ancora chiaro chi dovrebbe governare Gaza una volta che si arrivasse alla pace. Hamas è disposta a dimettersi a favore di un’autorità indipendente, ma Hamdan ha criticato l’Autorità palestinese accusandola di collaborare con le forze israeliane e di non opporre resistenza all’occupazione.
Il presidente Mahmoud Abbas, ha detto, ha “perso credibilità” e rispetto tra i palestinesi. Mentre il suo vice e candidato alla successione, Hussein al-Sheikh, sarebbe la quinta colonna di Israele, pronto a “fare il lavoro sporco” per suo conto.
Yemen, gli Houthi: “4 morti e 39 persone ferite nei raid aerei israeliani”
Gli Houthi dello Yemen hanno dichiarato che quattro persone sono state uccise e 39 ferite nei raid aerei israeliani seguiti all’attacco missilistico dei ribelli contro il principale aeroporto israeliano. “Tre cittadini sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti” in una fabbrica di cemento a Bajil, mentre una persona è morta e quattro sono rimaste ferite nel porto di Hodeida, ha dichiarato la stazione televisiva Al-Masirah degli Houthi, citando il ministero della Salute.
Domani il presidente siriano Ahmed al Sharaa in visita da Macron
Il presidente francese Emmanuel Macron ospiterà domani all’Eliseo il presidente siriano Ahmed al Sharaa, alla sua prima visita in un Paese europeo da quando, l’8 dicembre scorso, ha preso il potere in seguito alla caduta del regime di Assad. Lo ha detto all’Afp la presidenza francese, secondo cui nell’incontro Macron “ribadirà il sostegno della Francia alla ricostruzione di una nuova Siria, libera, stabile e sovrana, che rispetta tutte le componenti della società”.
Cina: “Contrari al piano di Israele sulla conquista di Gaza. Tutte le parti si impegnino ad attuare il cessate il fuoco”
La Cina esprime la sua “contrarietà” al piano di Israele sulla conquista della Striscia di Gaza, inclusa la prospettiva di spostare gran parte dei palestinesi. “La Cina è molto preoccupata per l’attuale situazione tra Palestina e Israele”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, aggiungendo che Pechino “si oppone alle azioni militari in corso di Israele a Gaza e auspichiamo che tutte le parti continuino a impegnarsi e ad attuare efficacemente l’accordo di cessate il fuoco”.
Touma (Unrwa): “Nella Striscia gestiamo noi gli aiuti non Hamas”. La portavoce: “Accuse infondate, abbiamo meccanismi monitoraggio”
“Perché cercare di aggiustare qualcosa che non è rotto? Non c’è dubbio che l’Onu sia in grado di fare il proprio lavoro. E non lo facciamo solo a Gaza ma in tutto il mondo, in tutte le crisi che abbiamo gestito , dal Sudan al tsunami, ai conflitti maggiori”. Lo dice, intervistata dalla Stampa, Juliette Touma, direttrice della comunicazione dell’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. E spiega: “Gli aiuti, quando arrivano, vengono ritirati da camion Unrwa ai valichi di frontiera, guidati da autisti Unrwa, portati in magazzini Unrwa, smistati da personale Unrwa e poi distribuiti in rifugi Unrwa. I nostri operatori sono formati sui principi umanitari, con anni di esperienza. Se riceviamo segnalazioni di dirottamento – da gruppi armati, da personale o da comunità – e se ci sono prove, apriamo un’indagine. Ma non ne abbiamo avute”. Poi attacca: “Israele non permette ai media internazionali di entrare a Gaza. Allora, come si fa a sapere la verità? Il governo israeliano può affermare che gli aiuti vengano dirottati, ma non è presente a Gaza per verificarlo. Noi continuiamo a ripetere che abbiamo i nostri meccanismi di monitoraggio, e li abbiamo applicati in tante altre crisi nel mondo. È la nostra parola contro quella di una delle parti in conflitto”.
Iran: “Attacco israeliano a Hodeida viola diritto internazionale”
Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha condannato l’attacco militare israeliano contro il gruppo ribelle Houthi nel porto yemenita di Hodeida, definendolo “un crimine palese e una grave violazione del diritto internazionale”. “Gli attacchi vengono condotti con il supporto e la partecipazione degli Stati Uniti”, ha dichiarato Baghaei, secondo quanto riportato da Mehr, descrivendo gli attacchi come “una chiara violazione dei principi della Carta delle Nazioni Unite sul rispetto della sovranità nazionale e dell’integrità territoriale”. Ha invitato la comunità internazionale e i Paesi della regione ad adottare misure efficaci e urgenti “per fermare la continua distruzione e le uccisioni da parte di Stati Uniti e Israele nei Paesi islamici”.
Witkoff: “Teheran non avrà l’arma nucleare”
“L’Iran non avrà un’arma nucleare”. Lo ha affermato lnviato del presidente degli Stati Uniti per il medioriente, Steve Witkoff, intervenendo a un evento ospitato dall’ambasciata israeliana a Washington. Lo riporta il Jerusalem Post. Quanto ai colloqui in corso con Teheran – secondo Witkoff – ci si sta muovendo “nella direzione giusta”. “Il Presidente ha espresso il suo desiderio di risolvere la questione, se possibile, per via diplomatica e stiamo lavorando per raggiungere un accordo”, ha dichiarato
Media, Iran: Usa lavorano a nuovo round colloqui nel fine settimana
Glii Stati Uniti stanno cercando di programmare il quarto round di colloqui sul nucleare con l’Iran per questo fine settimana. Lo ha afferma Axios citando l’inviato speciale del presidente Trump, Steve Witkoff. Se l’incontro tra Stati Uniti e Iran non dovesse avere luogo – viene spiegato – “sarà solo a causa del viaggio del presidente Trump in Medioriente”
Francia: “Ferma condanna dei piani d’Israele su Gaza”
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha espresso la sua “ferma condanna” del piano di Israele di conquistare Gaza e della sua nuova campagna militare sul territorio palestinese.
“Questo non è accettabile”, ha dichiarato Barrot alla radio RTL, affermando che il governo israeliano “sta violando il diritto umanitario”.
Secondo il capo della diplomazia francese, ora “la necessità urgente è un cessate il fuoco e un accesso senza restrizioni agli aiuti umanitari, su larga scala”.
Houthi: “Presto risposta a raid in Yemen, sarà dolorosa”
“Il sangue dei civili e dei lavoratori alimenterà una risposta da parte dello Yemen dura ed eclatante”, che arriverà “presto”. È la minaccia contenuta in un post sull’account X di Hezam al-Asad, esponente dell’ufficio politico degli Houthi dello Yemen, dopo i raid “israelo-americani” che ieri hanno colpito “il porto di Hodeidah e il cementificio di Bajil”. Vengono bollati come un “crimine efferato che non passerà senza risposta”. “Continueremo a sostenere Gaza con fede e determinazione, a colpire in profondità nel territorio del nemico e a interromperne il movimento fin quando l’aggressione non si fermerà e fin quando non verrà revocato l’assedio – incalza in un messaggio postato nelle scorse ore in ebraico e rilanciato dai media israeliani – la risposta è imminente, sarà dolorosa e sorprendente”.
L’inviato di Trump, Steve Witkoff: “Israele scelga l’unità e non la divisione”
L’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, ha esortato gli israeliani a “scegliere l’unità anziché la divisione” durante un intervento tenutosi ieri presso l’ambasciata israeliana a Washington in occasione di quello che ha definito un Giorno dell’Indipendenza “agrodolce”, mentre 59 ostaggi sono ancora nelle mani di Hamas a Gaza.
“Israele è una nazione straordinaria fin dalla sua fondazione. Ha affrontato le minacce esterne con creatività, resilienza e trionfo, gli Stati Uniti saranno sempre l’alleato più forte. Eppure, la forza di Israele risiede nella sua unità”, ha affermato Witkoff come riporta il Times of Israel.
“Negli ultimi 20 mesi, innumerevoli israeliani hanno sacrificato così tanto. In loro onore, esorto il popolo israeliano a scegliere l’unità anziché la divisione, la speranza anziché la disperazione. Quando lo farete, il futuro di Israele brillerà più che mai”, ha aggiunto.
Un messaggio atipico, sottolinea il quotidiano, per un funzionario straniero, tanto più membro di un’amministrazione come quella di Trump, che ha ampiamente evitato di intervenire negli affari interni di Israele.
Il dibattito politico israeliano è stato ulteriormente inasprito dall’approvazione da parte del governo di Netanyahu del piano di espansione delle operazioni militari a Gaza, che mette a rischio la vita dei 24 ostaggi che si ritiene siano ancora vivi.
Il governo sembra essere in disaccordo con la maggioranza dell’opinione pubblica, che in diversi sondaggi si è espressa a favore della fine della guerra in cambio del rilascio degli ostaggi rimasti.
Media Houthi: “Raid Usa sul porto di Ras Issa”
L’emittente televisiva Al-Masirah, affiliata agli Houthi, riporta che gli Stati Uniti starebbero conducendo attacchi al porto di Ras Issa a Hodeidah, nello Yemen.
Siria: media libano, esplosioni ad Aleppo
L’emittente libanese Al-Mayadeen, affiliata agli Hezbollah, riporta esplosioni nella città di Aleppo, nel nord della Siria. L’origine delle esplosioni al momento è sconosciuta.