La provincia di Udine è la città in cui si vive meglio in Italia, secondo la 34esima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore

È Udine la città in cui si vive meglio in Italia. A incoronare la provincia friulana è la 34esima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita.
È la prima volta che la provincia di Udine sale sul gradino più alto, dopo essersi piazzata tra le prime dieci solamente tre volte dal 1990 a oggi.
Suonano più come delle conferme, invece, il secondo e il terzo posto di Bologna, vincitrice dell’edizione 2022, e Trento. Bergamo (quest’anno capitale della cultura insieme a >Brescia) sale al quinto posto. Tra le prime dieci anche Milano. Mentre Roma si ferma al trentacinquesimo posto, perdendo quattro posizioni.

Gli indicatori che raccontano il paese
Lo sprint imposto al Paese post pandemia e le montagne russe economiche azionate dallo shock energetico e dall’inflazione galoppante hanno lasciato un Paese profondamente mutato nei suoi tratti fondamentali. Ecco perché diventa cruciale selezionare parametri statistici su base provinciale capaci di raccontare il presente e i cambiamenti sociali in corso.

I nuovi indicatori inseriti nel 2023
Da qui nasce la scelta di inserire 17 indicatori “nuovi” tra le 90 statistiche selezionate dalla redazione per l’edizione 2023 della qualità della vita, in grado di documentare i progressi fatti oppure le fragilità emergenti.
1) Ad esempio il rallentamento del mercato immobiliare residenziale, frenato dalla corsa dei tassi di interesse sui mutui, viene fotografato dai tempi medi di vendita nella categoria «Ricchezza e consumi». Qui debutta anche l’incidenza delle famiglie con un Isee sotto i 7mila euro, riferito all’anno 2022, in cui sono stati elaborati oltre 10 milioni di indicatori della situazione economica delle famiglie, sulla spinta della nuova misura universale dell’assegno unico.
2) In «Affari e lavoro» fa il suo esordio il gender pay gap, inteso come il divario retributivo tra i lavoratori e le lavoratrici dipendenti del settore privato (in % sulla retribuzione media annua maschile). Al suo fianco entra in scena anche il numero di lavoratori domestici in rapporto alla popolazione, un indicatore sempre più capace di misurare il lavoro “regolare” nei servizi di cura della persona.
3) In pieno inverno demografico torna il tasso di fecondità in «Demografia, salute e società», mentre il cosiddetto “indice della solitudine” mostra quanto è alta la quota di persone sole sul totale delle famiglie residenti. Attenzione, per la prima volta, anche alle difficoltà legate ai consumi alimentari attraverso la diffusione dei farmaci contro l’obesità e alla salute mentale, che si scontra con un numero troppo esiguo di professionisti in psichiatria e psicologia clinica che esercitano sul territorio.
4) In «Ambiente e servizi» tra le novità, grazie ai dati della Fondazione Cima, anche l’aumento delle temperature rispetto alle medie climatiche di lungo periodo (il 2022 è stato l’anno più caldo dal 1961, superando di 0,58°C il precedente record del 2018). In questa categoria debuttano anche i progetti finanziati dal Pnrr sul territorio che, dagli asili nido alle infrastrutture, cambieranno il volto del Paese. Torna anche, sempre in rapporto alla popolazione residente, il dato delle farmacie, diventate ormai dei poli sanitari capaci di erogare servizi di base, vaccini e assistenza.
5) Praticamente invariata rispetto all’anno scorso la selezione dei 15 indicatori che compongono «Giustizia e sicurezza», dove viene solamente posta più attenzione alla ripresa dei crimini predatori (furti con destrezza e di autovetture).
6) Il racconto delle aree “più vivibili”, infine, si arricchisce anche in «Cultura e tempo libero», con i parametri legati agli addetti nelle imprese culturali e all’attrattività dell’offerta culturale (numero di ingressi ogni mille spettacoli).

Gli indici sintetici
Confermati gli altri storici indicatori, dal Pil pro capite al tasso di occupazione, incluso il pacchetto più corposo di indici sintetici, elaborati da istituti terzi o direttamente dal Sole 24 Ore. Pubblicati nel corso dell’anno, essi aggregano più parametri capaci di misurare un determinato ambito. Nei mesi scorsi hanno preso forma l’«Indice di sportività» di Pts, che da oltre quindici anni misura la diffusione e la qualità dello sport sul territorio; l’«Ecosistema urbano» di Legambiente sui dati ambientali delle città, inclusa la qualità dell’aria; l’«ICity Rank», elaborato da Fpa, che quest’anno si sdoppia nell’indice delle «Amministrazioni digitali» e in quello delle «Città aperte».
In questa direzione si muovono gli indici “verticali” della Qualità della vita, come l’«Indice del clima», rinnovato a luglio dell’anno scorso con i dati forniti da 3Bmeteo sul decennio 2011-2021, che sintetizza dieci parametri climatici (tra cui soleggiamento, ondate di calore, umidità, eventi estremi e piogge). Oppure gli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani (ciascuno composto a sua volta da dieci sottoindicatori), che premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età. E infine l’indice della Qualità della vita delle donne (definito da 12 indicatori), presentato oggi per la terza volta.

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