La recente minaccia di taglio dei finanziamenti statali ad Harvard e ad altre prestigiose università a seguito della mancata sottomissione alle nuove direttive contro l’integrazione delle minoranze e ad altre discutibili ingiunzioni, è inaccettabile

Nascondere dietro al paravento della lotta all’antisemitismo l’attacco all’autonomia e all’indipendenza delle università americane è l’ultima disgraziata trovata del presidente Trump e della sua amministrazione. Quello che è un problema reale, in costante e preoccupante crescita, anche grazie alle sciagurate politiche di Netanyahu ma i cui germi hanno radici antichissime nella storia, rischia così di essere svilito e ridotto a pretesto politico.
Che alcuni atenei statunitensi (ma non solo in America, basti guardare a casa nostra) abbiano assunto in questi ultimi anni delle posizioni che nascondevano dell’antisemitismo, è ben chiaro ed evidente, ma la recente minaccia di taglio dei finanziamenti statali ad Harvard e ad altre prestigiose università a seguito della mancata sottomissione alle nuove direttive contro l’integrazione delle minoranze e ad altre discutibili ingiunzioni, è inaccettabile e crea un precedente pericoloso vulnus alla libertà accademica. Tanto più quando la scusa per piegare l’indipendenza degli atenei è quella di antisemitismo anche dove, ora, francamente si fa fatica a ravvederlo. Usare strumentalmente un argomento così delicato danneggia chi invece lo subisce sulla propria pelle e, paradossalmente, rischia di avere l’effetto contrario ed opposto.

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