ECONOMIA
Fonte: Corriere della Sera

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Quella tabella con i sette miliardi di risparmi per il 2014, faticosamente messi in fila dal Commissario è tutta da rifare

ROMA – Nel suo nuovo ufficio al primo piano di palazzo Chigi, a pochi passi da quello del premier, il Commissario alla revisione della spesa, Carlo Cottarelli, s’insedierà mercoledì prossimo. Ad attenderlo, non troverà Matteo Renzi che, come tutti i mercoledì, sarà in visita in una scuola, stavolta a Scalea. Non sarà dunque neanche questa, per Cottarelli, la volta buona per incontrare il presidente del Consiglio, con cui finora, dicono i ben informati, non avrebbe mai avuto modo di confrontarsi. Non nella prima riunione del nuovo comitato interministeriale sulla spending review , riunitosi una settimana fa, dove il premier non c’era. Né successivamente quando le tabelle della spending review sono diventate pubbliche con tutto il codazzo di polemiche che forse, dal punto di vista mediatico, si poteva evitare attraverso una maggiore trasparenza.

 

I tagli alla spesa

Ce ne sarebbe di che alimentare il filone della «solitudine del commissario», lasciato in prima linea a difendere un’operazione epocale che neanche il precedente governo, che pure aveva fatto del rigore il proprio emblema, si era immaginato di mettere in campo. Quella tabella con i sette miliardi di risparmi per il 2014, faticosamente messi in fila da Cottarelli, ormai è tutta da rifare. Perché non ci sono, cancellate dal governo, 1,8 miliardi di risorse derivanti da prelievi sulle pensioni (contributo di solidarietà, allineamento contributivo per le donne e revisione delle pensioni di guerra). Né a questo punto è pensabile di inserirvi i tre che deriverebbero dal blocco del turn over dei pubblici dipendenti, che a onor del vero lo stesso Cottarelli aveva tenuto fuori, potendo essere ricavati solo nel 2016 e soprattutto dopo aver risposto alla domanda: «Che si fa degli esuberi?».

 

Il programma F35

La levata di scudi si completa con i dubbi del Quirinale sul taglio del programma degli F35 e con le proteste delle Forze armate, sotterranee ma potenti. Cosa può inventarsi a questo punto Cottarelli? Una traccia l’ha offerta il sottosegretario Graziano Delrio quando ha indicato nei costi della politica e nella riduzione delle spese per gli acquisti le due voci su cui lavorare. Ma almeno sul primo dei due capitoli il commissario deve aspettare l’iniziativa del governo, perché per tagliare gli emolumenti dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali serve un passaggio politico, per non parlare degli altri organi costituzionali. Per l’uomo del Fondo monetario, allergico alle polemiche, si tratta di esercitare la pazienza. E intanto preparare gli scatoloni.

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