13 Ottobre 2024

Val d’Aosta in ginocchio, disagi in Piemonte. In Svizzera quattro vittime, altre tre in Francia. Trecento evacuati con l’elicottero da Cogne

Sabato sera si è aperto il cielo ed è venuta giù tant’acqua come non se ne vedeva dall’ultima alluvione, più di vent’anni fa. Siamo in Valle D’Aosta, la regione più colpita. Ma siamo anche in Piemonte, soprattutto nel Canavese, cioè quel territorio che va da Ivrea a Torino fino al confine valdostano.
Un disastro. Pioggia torrenziale, violenta. Torrenti che all’improvviso diventano fiumi impetuosi e «mangiano» pezzi di strade, ponticelli, trascinano via auto, massi, tronchi. Esondazioni. Lo sforzo dei soccorritori — protezione civile, vigili del fuoco, soccorso alpino, forestali, Guardia di finanza — per mettere in salvo gente in difficoltà o per gestire centinaia di persone da evacuare dai punti isolati, a cominciare da Cogne.
E da questa parte delle Alpi, nonostante tutto possiamo dirci fortunati, perché non contiamo vittime. È andata molto peggio oltreconfine: fra la Francia e la Svizzera quest’ondata di maltempo è costata la vita a sette persone.

Il paese isolato
Che le cose si sarebbero messe male, a Cogne, lo hanno capito tutti dopo i primi dieci minuti d’acqua, verso l’ora di cena. Pioveva troppo intensamente perché non succedesse nulla.E infatti. La furia del fiume Grand Eyvia ha portato via un lungo pezzo dell’unica strada che porta in paese. Quindi tutti isolati e centinaia di persone da evacuare con un ponte aereo (fra Cogne e Aymavilles) che ha funzionato ieri per tutto il giorno, ma che non è bastato.
Mentre televisioni e social rilanciavano le immagini impressionanti delle auto portate via dalle onde di acqua e fango, il sindaco Franco Allera era con i soccorritori a organizzare l’uscita di chi doveva scendere a valle. «Ne abbiamo già portati giù tantissimi, almeno 300», ha detto lui stesso nel tardo pomeriggio. «Ma credo che ne restino da portare ancora almeno altrettanti, se non di più. E poi dobbiamo intervenire su un acquedotto che è stato strappato via, perché al momento c’è una parte del paese che è rimasta senz’acqua». Il problema più urgente, comunque, resta la strada interrotta che pare non sia risolvibile in pochi giorni. Partendo da questa condizione, che succederà, nelle prossime settimane ai mille abitanti di Cogne?

Gli allagamenti e i danni a Cervinia
Non lontano da lì l’esondazione del Marmore ha fatto danni nel centro di Cervinia, nota località del Comune di Valtournenche. L’acqua ha invaso le strade, ci sono moltissimi negozi, garage, magazzini e condomini allagati, impianti elettrici danneggiati. «Si parla di milioni e milioni di euro di danni»valuta Massimo Chatrian, vicesindaco di Valtournenche.
Anche la Dora Baltea in alcuni punti del suo percorso è esondata. E sono dovuti scappare una trentina di turisti ospitati nel campeggio Gran Paradiso di Cogne e adesso in un hotel della frazione Valnontey. Gli albergatori valdostani, anche fuori dalla zona alluvionata, hanno fatto a gara per ospitare gli sfollati.
Il luogo simbolo di questa alluvione, in Piemonte, è Noasca, in Val D’Orco, a 75 chilometri da Torino. Sono state girati lì i video della cascata che fino a sabato era attrazione turistica e che all’improvviso è diventata un muro d’acqua spaventoso. I vigili del fuoco hanno accompagnato a piedi, oltre una frana e verso un centro di accoglienza allestito per la notte, 35 ospiti di un ristorante finito sulla rotta dell’acqua. Quella frana ha bloccato la circolazione sulla statale che porta verso il Gran Paradiso, in Val D’Orco, ed è stata motivo di isolamento, fino a ieri sera, per Noasca e Ceresole.
Difficoltà anche in Val di Lanzo e paura per una tromba d’aria che ha scoperchiato una casa a Busano, sempre nel Canavese. Ai piedi del Monte Rosa, sul versante di Macugnaga, è esondato il torrente che attraversa il paese; frazioni isolate a Chialamberto, situazione critica anche nel Verbano Cusio Ossola, dove sono state evacuate 120 persone dall’alpe Veglia, e in alcuni rifugi in Alta Valsesia, con turisti bloccati.
Il presidente della Regione, Alberto Cirio, dice di aver parlato con il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, «per la richiesta dello stato di emergenza». Lo stesso Curcio ieri sera ha avuto un incontro con il presidente della Valle D’Aosta, Renzo Testolin, e i vertici della Protezione civile regionale.
La situazione peggiore, in Svizzera, l’ha affrontata l’Alta Valmaggia, nel Canton Ticino. Tre morti(dispersa una quarta persona in Val Lavizzara) e danni molto ingenti, soprattutto a Cevio dove è crollato il ponte di Visletto. Per rendere l’idea: la portata del fiume Maggia è passata in qualche ora dai 25 metri cubi al secondo ai 2.000. Non ci sono più collegamenti fra la bassa e l’alta Valmaggia e le comunicazioni sono al momento fuori uso. Più a nord — dove il Rodano ha straripato in diverse zone del Canton Vallese, allagando un’autostrada e una linea ferroviaria — è stato recuperato il corpo di un uomo, ma non è chiaro se sia morto a causa delle inondazioni. E poi la Francia: nel dipartimento dell’Aube un albero è caduto a causa del maltempo, travolgendo una vettura. Tre morti e un ferito grave.

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