4 Settembre 2025
laboratorio ricerca

L’ultima analisi, mesi fa, dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani della Cattolica diretto da Carlo Cottarelli titolava: «Cresce il divario nella spesa in R&S tra Italia e Paesi Ocse»

Ela ricerca scientifica? Sarebbe un peccato se le standing ovation della platea e le lodi di più commentatori raccolti da Giorgia Meloni al raduno di CL a Rimini (sintesi: «un discorso da statista») velassero un problema che riguarda tutti, non solo l’autrice del corposo intervento. Stando al testo integrale, infatti, in tre quarti d’ora di discorso e 6229 parole, poco meno del doppio di quelle usate da Giovanni XXIII per aprire il Concilio Vaticano II, la premier risulta non aver mai citato non solo l’intelligenza artificiale, Open Ai o Perplexity (tema dei temi, oggi, soprattutto nel mondo giovanile) ma la stessa ricerca scientifica, se non in un generico passaggio sugli sforzi fatti «assicurando maggiori strumenti, risorse organici al mondo della scuola, dell’università, della ricerca».
Pochino a fronte dell’ultima analisi, mesi fa, dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani della Cattolica diretto da Carlo Cottarelli. Titolo: «Cresce il divario nella spesa in R&S tra Italia e Paesi Ocse».
Non basta: in un paese in crescente ritardo in molti settori, la presidente del consiglio ha citato tre volte l’urgenza di innovazioni: 1) Sul «centro di formazione e innovazione in ambito agricolo che nascerà in Algeria». 2) Sulla «difesa dei confini esterni dell’Unione Europea» e «la costruzione di soluzioni innovative». 3) Sulle riforme costituzionali e «l’innovazione dell’impalcatura dello Stato». Fine.
C’è chi sospirerà: non ci sono soldi, purtroppo…
Barack Obama, in un discorso del luglio 2009 alla National Academy of Sciences, sostenne il contrario: «In un momento difficile come il presente, c’è chi dice che non possiamo permetterci di investire in ricerca, che sostenere la scienza è un lusso quando bisogna dare priorità a ciò che è assolutamente necessario. Sono di opinione opposta. Oggi la ricerca è più essenziale che mai alla nostra prosperità, sicurezza, salute, ambiente, qualità della vita. (…) Per reagire alla crisi, oggi è il momento giusto per investire molto più di quanto si sia mai fatto nella ricerca applicata e nella ricerca di base, anche se in qualche caso i risultati si potranno vedere solo fra dieci anni o più: (…) i finanziamenti pubblici sono essenziali proprio dove i privati non osano rischiare. All’alto rischio corrispondono infatti alti benefici per la nostra economia e la nostra società». O vogliamo sostenere che è più «illuminato» Donald Trump?

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