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Concluso nella notte di martedì l’esame del decreto nelle commissioni Ambiente e Attività produttive, prima dell’arrivo in Aula per il voto di fiducia

È passato alla fine con riformuazione l’emendamento dei relatori che attribuisce al presidente della Regione siciliana il ruolo di commissario straordinario nella gestione dei rifiuti, con la possibilità, anche di autorizzare nuovi impianti di termovalorizzazione. Si tratta di una delle principali novità approvate con il voto finale sul Dl Energia delle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, prima dell’arrivo in Aula atteso oggi per il voto di fiducia. Il commissario sarà chiamato a redigere un Piano regionale e, «valutato il reale fabbisogno», a realizzare nuovi impianti di termovalorizzazione (sono previsti 800 milioni per i relativi investimenti, derivanti dal Fondo sviluppo e coesione e dal Fesr). L’incarico avrà durata biennale, prorogabile non oltre il 2027.

Aste per incentivare le rinnovabili
Sì alla stipula di contratti per differenza a due vie di durata pluriennale tra il Gse e gli operatori selezionati con aste per incentivare le rinnovabili unita alla possibilità di partecipare alle aste per gli incentivi anche per tutti gli impianti fotovoltaici in area agricola. Esteso anche il termine ultimo di applicazione del meccanismo transitorio per i prezzi minimi garantiti agli impianti bioliquidi sostenibili (con il possibile aggravio di 300 milioni n bolletta).

Piattaforme galleggianti per l’eolico
Estensione a tutto il territorio nazionale, incluse le aree limitrofe a quelle in “phase out” dal carbone (leggi Civitavecchia), della possibilità di individuare porti in cui realizzare piattaforme galleggianti per lo sviluppo dell’eolico rispetto ai due già individuati dal decreto nel Sud d’Italia. Verranno anche potenziati i poteri del commissario unico per le acque reflue urbane: potrà operare in deroga a ogni norma di legge diversa da quella penale.

Lavoratori dei call center
Spazio poi alla stabilizzazione dei lavoratori dei call center impegnati nella gestione delle attività della maggior tutela per l’elettricità – che rischiavano di rimanere a casa con il progressivo passaggio prima al servizio di tutele graduali e poi al mercato libero -, garantita attraverso la copertura dei «costi direttamente imputabili al servizio e non recuperabili» chiesta e ottenuta dagli esercenti la maggior tutela e che potrebbe alla fine essere scaricata sugli oneri in bolletta pagati da tutti gli utenti. Spetterà poi alla Sogesid, società in house del ministero dell’Ambiente, occuparsi dei piani di transizione green di tutte le amministrazioni centrali.

Costi sostenuti e non recuperabili
Quanto alla fine della maggior tutela, entro tre mesi dal trasferimento dei punti di consegna dei clienti finali verso il servizio di tutele graduali, gli esercenti la maggior tutela presenteranno all’Arera la relazione che indica costi sostenuti e non recuperabili a decorrere dall’1 aprile 2023: l’Autorità dovrà fissare, entro 90 giorni dalla legge di conversione, termini e modalità per l’invio della relazione. E tra questi costi sono inclusi anche quelli legati ai lavoratori dei call center. Tra i correttivi licenziati ieri, figurano inoltre la possibilità di recesso, senza penali, per i titolari di contratti per differenza stipulati con il Gse, che non implicano lo scambio fisico di energia elettrica, ai sensi del decreto Mase del 16 settembre 2022 che disciplinava le modalità di cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili nella disponibilità del gestore.

Autocandidature per le scorie nucleari
Alla Sogin verrà consentito di riconsiderare eventuali autocandidature per il deposito nazionale delle scorie nucleari di Comuni non presenti nella Cnai (la Carta nazionale che identifica le aree idonee) «tenuto conto dei vincoli territoriali nel frattempo decaduti o sostanzialmente modificati» o per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto del Parco tecnologico, strettamente collegato al deposito. Ampliato anche il termine per la presentazione delle autocandidature: entro 90 giorni (e non più 30) dal pubblicazione sul sito del Mase dell’elenco delle aree presenti nella proposta di Cnai.

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